Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) continuano a spingere sull’acceleratore della diversificazione economica, confermandosi come un attore chiave nel mercato globale delle risorse. L’ultimo ambizioso progetto, annunciato dalla International Resources Holding (IRH) – parte del conglomerato International Holding Company (Ihc) guidato dallo sceicco Tahnoun bin Zayed al-Nahyan – prevede la creazione, ad Abu Dhabi, di un hub per il commercio del rame. La struttura, operativa dal 2025, avrà una capacità di gestione di mezzo milione di tonnellate di transazioni.
Utilizzato nella produzione di turbine eoliche, pannelli solari e veicoli elettrici, il rame è un metallo essenziale per la transizione energetica e per lo sviluppo di tecnologie verdi. Questo nuovo centro si affiancherà al consolidato Dubai Multi Commodities Centre (DMCC), un’area di libero scambio che gestisce l’80% delle importazioni ed esportazioni del Paese, soprattutto nel mercato dell’oro. Tuttavia, la nascita di un secondo hub potrebbe aprire scenari di rivalità economica tra Abu Dhabi e Dubai, oltre a intensificare la competizione regionale con l’Arabia Saudita, anch’essa decisa a dominare il mercato dei minerali critici.
Negli ultimi anni, sia gli Emirati sia l’Arabia Saudita hanno per esempio rafforzato la loro presenza commerciale in Africa, un continente ricco di risorse minerarie. Tra le operazioni più significative figura l’acquisizione, nel 2024, del 51% delle miniere di rame Mopani in Zambia, una transazione da 1,1 miliardi di dollari che ha visto gli Emirati battere concorrenti cinesi e sudafricani. Altri accordi sono stati siglati in Angola, Burundi e Repubblica Democratica del Congo, consolidando la presenza emiratina nell’estrazione di ferro, nichel e tantalio.
La strategia di espansione non si limita al continente africano. Dal 2023, gli EAU hanno esteso i loro investimenti a mercati come il Pakistan, per la bauxite, e stanno negoziando accordi con l’Australia e l’Afghanistan per il litio. Anche l’America Latina, con i suoi giacimenti in Brasile e Perù, rientra nella visione geopolitica del Paese. Questi investimenti rispondono a un duplice obiettivo: ridurre la dipendenza dagli idrocarburi, ancora centrale nell’economia emiratina, e garantire l’accesso a risorse fondamentali per la transizione energetica. L’approccio strategico degli Emirati si distingue per la capacità di inserirsi in mercati contesi, consolidando relazioni con Paesi in via di sviluppo e presentandosi come partner affidabile per progetti ad alto impatto.
Box sul rame
Il rame, grazie alla sua eccellente conducibilità elettrica e termica e alla resistenza alla corrosione, è un metallo cruciale per molteplici settori, dalla tecnologia alle infrastrutture energetiche. La sua produzione globale si concentra in alcune delle regioni minerarie più ricche del mondo. Il Cile guida la classifica, rappresentando oltre il 28% della produzione mondiale con giacimenti iconici come Escondida e Chuquicamata. Seguono il Perù, con miniere di rilievo come Antamina e Las Bambas, e gli Stati Uniti, in particolare l’Arizona, dove si trovano i grandi complessi minerari di Morenci e Bagdad. In Africa, il Cinturone di Rame, che si estende tra lo Zambia e la Repubblica Democratica del Congo, è tra le aree minerarie più importanti al mondo.