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Oman, energia e Made in Italy, le opportunità per l’Italia sullo sfondo di Vision 2040

Oman, energia e Made in Italy, le opportunità per l’Italia sullo sfondo di Vision 2040
Oman, energia e Made in Italy, le opportunità per l’Italia sullo sfondo di Vision 2040

Benché sia ristretto in termini assoluti, quello omanita è un mercato potenzialmente propizio per le imprese italiane sotto diversi aspetti. Il Sultanato conta 5 milioni di abitanti, il 40% stranieri, ma è caratterizzato da una ricca élite con elevati margini di spesa e interessata ai prodotti del Made in Italy, come abbigliamento, calzature, gioielleria e prodotti di lusso. Forte è inoltre l’attenzione per l’expertise italiana nei settori più tecnici, che l’Oman intende rafforzare nel prossimo futuro. Tra i settori principali dell’export italiano verso il Sultanato ci sono già quelli dei macchinari, apparecchiature e congegni meccanici per il settore dell’Oil & Gas, prodotti lavorati in ferro, acciaio e alluminio, materiali elettrici e componentistica a vario uso industriale, prodotti vari dell’industria chimica.

Le maggiori opportunità per le aziende italiane sono legate allo sviluppo di “Vision 2040”, la Strategia nazionale ideata per promuovere la diversificazione economica del Paese nell’arco di un ventennio. In particolare, nell’ambito dei piani d’investimento omaniti nel settore dell’idrogeno verde, grandi consorzi internazionali di aziende hanno già mostrato interesse ad avviare cooperazioni con aziende italiane nella fase di attuazione dei progetti di sviluppo della filiera assegnati dal Governo. A questo proposito, ad aprile il Sultanato ha firmato uno storico Accordo di Sviluppo Congiunto (JDA) per realizzare il primo corridoio di idrogeno liquido su scala commerciale al mondo, che collegherà lo Stato del Golfo ai Paesi Bassi e alla Germania.

Il settore Oil & Gas, che contribuisce per il 30% al PIL nazionale e da cui il Governo ricava circa il 70% delle entrate del proprio bilancio annuale, continua a offrire importanti opportunità di investimento, in particolare nell’esplorazione e nella produzione upstream. L’Oman è infatti alla ricerca di competenze estere per attività di perforazione, fratturazione idraulica (fracking) e tecnologie avanzate di recupero del petrolio, soprattutto per i giacimenti più datati e con geologia complessa. Considerata l’età delle infrastrutture petrolifere del Paese, c’è una crescente domanda di attrezzature moderne come oleodotti, teste di pozzo, pompe e tecnologie sismiche per migliorare le attività di esplorazione e recupero.

L’Oman ha inoltre avviato l’esplorazione offshore, iniziata concretamente nel 2017, che rappresenta una nuova opportunità per gli investitori. L’impegno del Governo ad eliminare il flaring di gas di routine entro il 2030, in linea con la sua strategia di sostenibilità, potrebbe ulteriormente incentivare gli investimenti nel settore. Anche in materia di stoccaggio dell’energia, le Autorità omanite puntano a creare concrete opportunità di cooperazione con le realtà italiane del settore, come dimostra l’investimento della Oman Investment Authority – il Fondo Sovrano del Paese – nella società italiana Energy Dome, startup tecnologica italiana.

Nell’ottica di potenziare l’interscambio – che l’anno scorso ha raggiunto i 708,9 milioni di euro – nel marzo 2024 è stata decisa la riapertura nella capitale Mascate di un Desk Paese ICE, dopo la sua temporanea chiusura a seguito della pandemia.

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