Se ancora oggi abbiamo testimonianze dei dipinti che decoravano le tombe etrusche tra il 7.o e il 13.o secolo avanti Cristo lo si deve al progetto guidato da un pittore italiano, Alessandro Morani, che tra il 1887 e il 1910 si dedicò alla riproduzione di quei dipinti in una serie di acquerelli. A questa opera è dedicata la mostra “L’arte di copiare – Acquerelli dei dipinti nelle tombe etrusche a cavallo del 19° secolo” inaugurata al Medelhavsmuseet di Stoccolma, per iniziativa dell’Istituto Italiano di Cultura, in collaborazione con lo stesso museo e con l’Istituto Svedese di Studi Classici.
In mostra fino al 2 giugno resteranno 25 degli acquerelli realizzati sotto la supervisione di Morani, uno degli artisti del gruppo che si riuniva a Roma al caffè Greco. Una documentazione che è ancora oggi unica e preziosa perché restituisce quelle pitture nel loro reale stato di conservazione, senza integrare le parti mancanti o idealizzare gli affreschi, caratteristiche invece comuni alle copie realizzate in epoche precedenti. Molti dei dipinti originali sono oggi in parte o del tutto perduti e questi acquerelli restano l’unica possibilità di gettare uno sguardo su quella produzione artistica.
In alcuni casi, le tombe etrusche più ricche erano decorate con dipinti raffiguranti scene di vita quotidiana o il passaggio all’aldilà ed offrono quindi una visione unica della straordinaria cultura degli Etruschi e della loro visione della vita e della morte. Molte delle tombe scoperte nel corso del 19° secolo avevano riportato alla luce alcuni di questi dipinti, seppur in stato lacunoso. Gli acquerelli in mostra furono realizzati come materiale preparatorio per copie in scala dei dipinti per il Ny Carlsberg Glyptotek Museum a Copenhagen e sono parte di una più ampia collezione di acquerelli proveniente dall’Istituto Svedese di Studi Classici di Roma, che la acquisì nel 1945.