Vincitori del premio Shanghai, fondato dall’Istituto italiano di cultura,sono tre giovaniartisti, Elisa Strinna, Chiara Principe eAlessandro Dandiniche spiegano qual è il loro “progetto artistico” ispirato alla complessità e alle opportunità della città di Shanghai. Inparticolare Strinna e Principeritengono che sia “unacittà affascinante, piena di stimoli e contrasti appassionati, che hanno contribuito in modo positivo a sviluppare il progetto pensato per la residenza. E’ ancherappresentativa sia di un certo passato della cultura cinese, sia dei cambiamenti che la Cina sta vivendo oggi. E’ un cantiere aperto, che segna il passaggio da una civiltà rurale ad una civiltà tecnologica, dove la modernità tende ad esprimersi al massimo, per esempio attraverso gli enormi grattacieli del Pudong. E’ quasi commovente essere spettatori di questo cambiamento, ormai ad uno stadio piuttosto avanzato, ma è possibile ancora percepire le vestigia di una civiltà che va dissolvendosi, risucchiata dagli usi e dai costumi della modernità. Abbiamo avuto bisogno di confrontarci con la realtà – sottolineano. Inquesto modo è stato possibile selezionare gli elementi che sono andati a comporre l’opera, rappresentazioni antiche che ancora sopravvivono, in modi differenti, nella Cina contemporanea”.
Il rapporto con gli artisti cinesi
Sia Dandini, sia Principesi dicono“entusiaste” del loro rapportarsi con gli artisti cinesi: “la curiosità verso la Cina è aumentata a dismisura. Anche l’incontro tra cultura orientale e quella occidentale può essere un terreno molto proficuo. L’arte contemporanea dell’Occidente è arrivata in Cina solo dopo gli anni Ottanta, ma la Cina non è un paese senza una tradizione artistica e culturale, la sua è una civiltà millenaria. Gli artisti cinesi si confrontano da una parte con l’arte occidentale e dall’altra con la loro tradizione e molti stanno ancora metabolizzando l’incontro tra queste due realtà. Il nostro lavoro è basato sul trovare un punto d’incontro, incorporare le forme di un’altra cultura. Così l’artediventa un vero e proprio strumento di dialogo”.