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Intervento del Sottosegretario Giro all’evento: “Cooperazione e risveglio dei territori”

(Please check against actual speech delivered)


Cari amici e delegati dell’IILA,


sono molto contento di essere qui per la chiusura del nostro seminario di approfondimento sul “risveglio dei territori in America Latina”, che prepara una sessione della VI conferenza Italia – America Latina che si terrà da qui a tre settimane. Quella di oggi è una tappa del percorso preparatorio importante come il seminario sulle reti energetiche d’inizio novembre e di quello sulle piccole e medie imprese dello scorso gennaio in Lombardia.


Questo anno, che celebra il 10° anniversario del meccanismo di dialogo delle Conferenze, cambiamo lo spirito con cui la organizziamo la Conferenza. Abbiamo lavorato con i Delegati latinoamericani dell’IILA a redarre una dichiarazione finale della Conferenza che ne disegna il percorso futuro. C’è l’ambizione di muoversi da Conferenze di formato molto ministeriale solo biennali, a momenti d’incontro permanenti, dove siano veramente protagonisti tutti gli attori non statali che avvicinano l’Italia all’America Latina. E’ un impegno condiviso con i membri dell’IILA.


Vorrei cogliere questa occasione per ringraziarvi. Se le relazioni tra il nostro Paese e l’America latina sono state caratterizzate dalla discontinuità della politica, sono invece rimaste intense e si sono infittite grazie agli attori non statali, ONG e autonomie locali.


Anche in Argentina, da dove sono appena tornato, Paese che non è più oggetto d’intervento né per la cooperazione italiana né per quella europea, gli amici argentini si riferiscono al ruolo delle ONG italiane e al trasferimento di esperienze e saperi che molte città e territori italiani già offrono. Ci chiedono d’infittire questa relazione cooperazione in maniera creativa. Questo è vero anche negli altri Paesi latinoamericani che ho visitato. Come rispondere a questa domanda di una nuova relazione di cooperazione che richiede strumenti nuovi?


Come ho già detto e scritto, l’America Latina e i suoi territori vivono oggi un risveglio e una sperimentazione politica che interpellano il nostro Paese. Negli ultimi dieci anni il percorso dell’America Latina non è descrivibile solo con la crescita ma con la riscoperta delle politiche pubbliche, nel tentativo di definire una risposta alla globalizzazione che unisca produzione della ricchezza, inclusione sociale e ruolo delle politiche pubbliche. I territori con la loro crescita, le sfide di coesione sociale e le politiche pubbliche sono uno degli attori più originali e determinanti di questa fase e nel futuro dell’America latina. I territori si trovano immediatamente confrontati ad alcune sfide della globalizzazione: la disoccupazione giovanile, creare piccola e media impresa competitiva e con un ruolo sul territorio, la pianificazione urbana, la tutela dell’ambiente e l’emigrazione dai territori di povertà cronica. Le politiche pubbliche e i servizi dei territori sono considerati elementi cruciali per i governi nazionali del subcontinente, come testimoniato dal Forum sullo sviluppo economico locale di Iguazù, Brasile, di fine ottobre.


I territori latinoamericani guardano alle nostre città e ai nostri modelli di reti territoriali come a dei partner naturali. Il modello territoriale di sviluppo italiano, che coniuga crescita economica, capitale e coesione sociale interessa ed è studiato in America latina. Non è un modello facilmente esportabile attraverso la sola volontà dello Stato, perché è il risultato di un’ecologia peculiare e della storia italiana. Inoltre la nostra dimensione territoriale adesso è più fragile e si sta ridefinendo. Tuttavia proprio questa transizione e la sua capacità di ibridarsi e adattarsi rendono ancora più promettente e vantaggiosa la cooperazione territoriale tra Italia e America Latina per entrambi.


Nell’attuale fase di difficoltà, i territori italiani potrebbero essere tentati di chiudersi in prospettive troppo localistiche. La relazione con l’America Latina è l’occasione per internazionalizzare i nostri territori in una prospettiva di cooperazione, coniugando ragioni economiche con quelle sociali, che sono vantaggiose per l’Italia e il subcontinente. Si tratta di favorire uno scambio di esperienze e di pratiche su iniziative molto concrete che aggiungono valore alle dinamiche economiche locali e che garantiscono vantaggi


reciproci.


Alla domanda di maggiori relazioni tra territori non si può rispondere con un dirigismo dello Stato o solo con esercizi di coordinamento. Ci sono esperienze di cooperazione internazionale diffuse che riguardano moltissimi territori anche piccoli che sfuggono spesso all’attenzione del centro e che sono spesso quelle di maggior successo. Credo che la risposta sia piuttosto da ricercare in un’azione diffusa e molto concreta tra esperienze territoriali, affidata ad agenti che conoscono la realtà italiana e quella latinoamericana. Mi riferisco al ruolo che le ONG possono avere ma anche a quello dell’IILA.


L’azione di cooperazione allo sviluppo che l’Istituto latinoamericano conduce in America Latina trova il suo valore aggiunto, rispetto all’azione degli altri organismi internazionali, nell’individuare e raccordare buone pratiche ed esperienze latinoamericane ed italiane – è un organizzazione che incoraggia la buona internazionalizzazione dei sistemi.


L’esperienza di questi anni di EUROSOCIAL può essere un buon inizio. L’IILA è la casa degli italiani e dei latinoamericani e può diventare un organismo di raccordo e di indirizzo strategico per le politiche di cooperazione.


I territori che sono alla frontiera delle sfide della globalizzazione, possono essere laboratori di risposte che si traducano poi in politiche pubbliche nazionali. Si tratta dell’orizzonte di cooperazione più importante che accomuna i nostri tessuti territoriali e quelli latinoamericani. Con l’America latina si può avviare una fase innovativa e sperimentale di cooperazione che ci permetta di definire elementi concreti per un approccio integrale allo sviluppo come auspicato dalle direttive ONU sul post-2015. Lo scambio di esperienze, l’avvio di dinamiche di scambio e il sostegno allo sviluppo di capacità istituzionali e di processi sono parte della risposta. Non si tratta di mobilizzare risorse finanziarie ampie, ma occorre un sostegno politico, finanziario e di sistema per iniziare uno scambio. Era questo il principio di esperienze che abbiamo all’attivo come Brasil proximo o il Fosel in Argentina.


E’ un terreno molto promettente in cui l’internazionalizzazione del sistema produttivo, diritti, crescita economica e cooperazione trovano una sintesi duratura. Lo sviluppo territoriale è un ambito che ha visto l’Italia svolgere un ruolo pioneristico e che il percorso degli incontri biennali Italia America latina continuerà ad approfondire. E’ fondamentale che questa linea di azione diventi anche una politica consolidata dell’Unione europea nei suoi rapporti con la CELAC. La Cooperazione territoriale promossa dall’UE con il Mediterraneo e i Balcani può trovare condizioni ancora più favorevoli nei rapporti con l’America latina. Il terzo Forum mondiale sullo sviluppo territoriale a Torino del 2015, anno dell’Expò e della VII Conferenza Italia America Latina e Caraibi è la data su cui fare convergere le riflessioni del percorso che oggi inizia su questo tema.

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