Mancano seicento giorni circa all’apertura dell’Esposizione universale di Milano. Sono pochi per ultimare la costruzione del sito: da adesso in poi, sarà una lotta contro il tempo, facilitata da norme più flessibili. Sono tanti perché un grande lavoro è stato già fatto. Quindi niente panico: l’Expo di Milano, l’Expo italiana, l’Expo europea dì questo primo quarto di secolo, riuscirà.
Sul fronte interno, le difficoltà della fase iniziale sono state superate grazie a un impegno collettivo del governo, degli enti locali, della società Expo. La creazione di una partnership fra pubblico e privato, la nomina di Giuseppe Sala a commissario unico ne hanno rafforzato la struttura economica e di gestione.
Sul fronte internazionale, dopo la vittoria del 2008 a Parigi, il Ministero degli esteri si è dedicato alla firma dell’accordo di sede con il Bureau internazionale delle esposizioni e all’adesione dei paesi partecipanti. È chiaro che la prima misura di successo di una esposizione universale dipende dal numero e dalla qualità dei Paesi che decidono di aderirvi. Come Italia, ci eravamo impegnati a garantire 130 adesioni entro il 2013: obiettivo raggiunto e superato. Asia, Africa, Americhe, Europa saranno a Milano con una partecipazione molto rilevante. Nel mese di luglio – a seguito di una missione congiunta ExpoMae a Pechino, Tokyo e Seul – abbiamo consolidato la presenza asiatica, governativa e industriale.
Quanto all’Africa 32 Paesi hanno già confermato la loro adesione. I Paesi ci sono quindi e hanno aderito a una delle novità di Milano: ì cluster tematici della sicurezza alimentare. La seconda misura del successo di Expo 2015 sarà la partecipazione del business globale del settore agroalimentare, a cominciare dai grandi gruppi italiani già “a bordo” e la partecipazione della gente. Quella dì Milano è una Expo di nuova generazione e il tema “Nutrire il pianeta” tocca un problema chiave per lo sviluppo globale, su cui l’Italia ha molto da dire. Sicurezza alimentare, nutrizione, acqua, salute, nuove tecnologie: i sei mesi dell’Expo italiana permetteranno un confronto globale su questi problemi.
Con un accento specifico sul ruolo delle donne, il commissario generale per l’Italia, Diana Bracco e il ministro degli Esteri, Emma Bonino, stanno costruendo insieme un grande network italiano e internazionale, che permetterà di tracciare dentro Expo un percorso delle donne e per le donne.
Proprio per queste sue caratteristiche – una Expo di nuova generazione, costruita su una partnership virtuosa fra pubblico e privato e su un tema cruciale per lo sviluppo globale – l’evento milanese del 2015 sarà anche un’occasione di rilancio del sistema economico italiano. Non servirà solo ad attirare un consistente flusso di turismo, soprattutto darà visibilità al settore agroalimentare italiano e permetterà di attrarre investimenti.
Secondo i calcoli della società Expo, i Paesi partecipanti investiranno nella loro presenza a Milano un miliardo di euro circa. Dalla sola Cina si attendono 60 milioni di investimenti diretti.