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«Immigrati in calo dalla Tunisia: l’intesa funziona» – Ambasciatore Lorenzo Fanara (Giornale di Sicilia)

«Con la scomparsa del presidente la Tunisia perde un grande leader. Sull’immigrazione funziona benissimo l’intesa con l’Italia». Lo afferma l’ambasciatore Lorenzo Fanara, agrigentino, nato a Favara.

Ambasciatore, proprio in queste ore è scomparso il presidente tunisino Essebsi…

«La Tunisia perde un grande leader del suo recente percorso democratico. E l’Italia perde un grande amico del nostro Paese e della nostra cultura».

Ci saranno contraccolpi su sicurezza e stabilità della Tunisia?

«Bisogna avere fiducia nelle istituzioni tunisine e nel loro percorso democratico. Ora secondo la Costituzione il presidente del Parlamento diventa presidente ad interim, poi si terranno le elezioni presidenziali e parlamentari che per altro erano già fissate (sono state anticipate da novembre al 15 settembre – ndr), per cui si tratta solo di continuare il percorso senza titubanze».

Com’è oggi la situazione in Tunisia?

«Facciamo di tutto per consolidare il percorso democratico della Tunisia, che fa del Paese l’unica democrazia compiuta del mondo arabo dopo le Primavere di alcuni anni fa. Va protetta con ogni sforzo di cooperazione possibile. Bisogna sostenere il consolidamento della transizione politica, e per fare questo c’è bisogno anche di sviluppo economico e di vicinanza culturale».

Il tema dei migranti è caldissimo…

«Il tema dell’immigrazione è per noi prioritario, i numeri ci dicono che da inizio anno si assiste a un calo significativo di migranti irregolari tunisini in Italia, e a fronte di circa 800 che sono arrivati, circa 700 sono stati rimpatriati, perché l’accordo con Tunisi funziona È fondamentale lavorare d’intesa con le autorità tunisine perché i giovani non rischino la vita per attraversare il periglioso Canale di Sicilia».

Quali sono i rapporti fra Italia e Tunisia?

«Siamo adesso il primo fornitore della Tunisia, nell’ultimo anno e mezzo per la prima volta abbiamo superato la Francia nell’export. L’impegno italiano coinvolge più di 800 imprese e di 60 mila posti di lavoro. Tunisi è un partner strategico per la nostra sicurezza. Una Tunisia sicura e stabile ci rende più tranquilli».

Sicilia e Tunisia sono davvero vicine…

«A volte mi chiedo se sono a Tunisi o ad Agrigento, tali le similitudini architettoniche, forgiate da tre secoli di presenza tunisina in Sicilia e dai nostri architetti che lì hanno realizzato strade ed edifici. In Sicilia persino i nomi dei luoghi e le parole del dialetto sono di origine araba C’è una contaminazione profonda tra le due civiltà, e questo ci avvantaggia Anche nel portare la Sicilia in Tunisia».

Cosa porta di siciliano nel suo lavoro?

«La Sicilia ti resta dentro. È un’attitudine mentale, il siciliano dal punto di vista geografico, storico e culturale ha naturale senso di rispetto per l’altro, apertura al dialogo, tolleranza, perché è esso stesso frutto di stratificazioni di civiltà. Il siciliano è una quintessenza della diplomazia».

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