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A Mosca il Futurismo italiano dalla Collezione Mattioli

L’Ambasciatore d’Italia nella Federazione Russa Pasquale Terracciano ha recentemente inaugurato la mostra “Futurismo italiano dalla Collezione Mattioli. Cubofuturismo russo dal Museo Russo e collezioni private” che sarà esposta sino al prossimo 15 luglio al Museo Russo di San Pietroburgo, nell’ambito delle iniziative per celebrare l’Anno incrociato Italia-Russia dei Musei.

La mostra, patrocinata e sostenuta dall’Ambasciata d’Italia a Mosca, dal Consolato Generale a San Pietroburgo e dall’Istituto Italiano di Cultura a San Pietroburgo, è realizzata anche grazie al generoso sostegno finanziario di Sberbank e del Gruppo Pirelli. Si tratta di un’esposizione unica, che porta per la prima volta in Russia i capolavori di alcuni dei più noti futuristi italiani, mettendoli a confronto con le opere dei maestri del cubofuturismo russo, in un interessante dialogo contrastivo fra movimenti di idee e correnti artistiche.

 

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Filippo Marinetti pubblicò il “Manifesto del Futurismo” in Italia nel 1909. Le idee contenute nel testo si diffusero rapidamente in diversi Paesi, inclusa la Russia, suscitando reazioni e contestazioni. Il Futurismo apparve come il primo movimento di idee e azioni capace di calamitare l’attenzione di un vasto pubblico. In Italia come in Russia, innervò non soltanto il mondo delle arti visive, ma anche della poesia, del teatro e persino la vita sociale.

Le origini del movimento futurista sono strettamente connesse all’era del progresso tecnologico e dell’alta velocità. Questi due elementi resero possibile la creazione di diversi vincoli tra i futuristi italiani e russi. Tuttavia, le diverse tradizioni culturali e mentalità diedero a ciascun movimento nazionale tratti e caratteristiche peculiari. Ciò fu messo in risalto dallo stesso Marinetti quando visitò la Russia nel gennaio del 1914. «Questo è il Paese del Futurismo» – disse a proposito della Russia – «Qui non c’è la terribile oppressione del passato, sotto la quale soffocano i Paesi europei. La Russia è giovane, piena di energia e credo che contribuirà moltissimo alla cultura del futuro». Proprio a San Pietroburgo fu data alle stampe la prima edizione russa del manifesto di Marinetti (Футуризм, 1914).

 

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La diversità e l’unicità del Futurismo russo sarà rappresentata nelle Stanze di Nicola del Castello di San Michele. I visitatori potranno scoprire pitture e disegni, dalle opere più celebri a quelle sconosciute, provenienti dai musei russi a dalle collezioni private moscovite. Tra i 50 capolavori esposti ci saranno opere di Natalia Goncharova, David Burliuk, Kazimir Malevich, Aristarkh Lentulov, Lyubov Popova, Olga Rozanova, Aleksandra Ekster e altri esponenti dell’Avanguardia russa.

Il versante italiano dell’esposizione include i capolavori del Futurismo della collezione di fama mondiale di Gianni Mattioli. Nel 1972 le 26 opere in mostra nell’esposizione che si terrà a San Pietroburgo sono state dichiarate patrimonio nazionale. La collezione è stata esposta anche al museo Peggy Guggenheim di Venezia. La mostra di San Pietroburgo sarà l’ultima volta in cui le 26 tele della collezione lasceranno l’Italia. I visitatori potranno ammirare le straordinarie opere di Amedeo Modigliani, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carra, Giorgio Morandi, Ottone Rosai, Luigi Russolo, Gino Severini, Mario Sironi, Ardengo Soffici.

 

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