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Dichiarazione congiunta dei donatori sulla situazione a El Fasher e nei dintorni, Sudan, da parte di 30 donatori

La Commissaria europea per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib, il Ministro degli Affari Esteri del Regno di Spagna Jose Manuel Albares Bueno, il Ministro dello Sviluppo Internazionale del Regno di Norvegia, Åsmund Aukrust, il Ministro per l’Africa del Regno Unito, Lord Collins of Highbury, il Vice Ministro degli Affari Esteri della Lituania, Gabija Grigaitė-Daugirdė, il Segretario di Stato per lo Sviluppo Internazionale del Canada, Randeep Sarai, la Segretaria di Stato per lo Sviluppo della Danimarca , Elsebeth Søndergaard Krone, il Segretario di Stato per lo Sviluppo Internazionale della Svezia,  Diana Janse, il Sottosegretario per gli Affari Economici e di Sviluppo dell’Estonia Mariin Ratnik, il Capo dell’Aiuto Umanitario svizzero e Vice Direttore Generale della Cooperazione allo Sviluppo svizzera, Dominik Stillhart, e 20 altri donatori (Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Irlanda, Giappone, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Slovenia) uniscono le proprie voci per chiedere una pausa umanitaria a El Fasher.

Mentre i combattimenti proseguono senza sosta nel Nord Darfur, in Sudan, centinaia di migliaia di civili sono intrappolati dentro e intorno alla città di El Fasher, assediata dalle Forze di Supporto Rapido (RSF). Tutte le rotte commerciali e le linee di approvvigionamento sono state interrotte e le organizzazioni umanitarie non riescono a fornire aiuti salvavita da oltre un anno. Anche le mense comunitarie, che hanno nutrito civili in tutto il Paese in prima linea nella risposta umanitaria, sono state costrette a chiudere a causa della scarsità di cibo. Il prezzo dei generi alimentari di base è in forte aumento, lasciando le famiglie nell’impossibilità di permettersi beni essenziali, anche quando disponibili. La popolazione sta morendo di fame: la carestia, confermata nei campi per sfollati interni (IDP) vicino a El Fasher nell’agosto 2024, si è diffusa e si prevede che si estenderà ulteriormente durante l’attuale stagione di magra. L’aumento dei casi di colera aggrava gli effetti della malnutrizione. Si riporta che oltre 60 persone siano già decedute per malnutrizione nell’ultima settimana.

I civili del Nord Darfur – in particolare donne e ragazze – sono stati esposti a gravi violazioni, tra cui tassi allarmanti di violenza sessuale legata al conflitto, dall’inizio delle ostilità nell’aprile 2023. Gli attacchi contro le infrastrutture civili, inclusi mercati e ospedali, hanno privato la popolazione dell’accesso alle cure mediche. Rapporti recenti hanno fatto luce su violazioni gravi e ripetute del diritto internazionale umanitario perpetrate su larga scala dalle RSF nel campo IDP di Zamzam nell’aprile 2025, dove si stima siano stati uccisi oltre 1.500 civili. A El Fasher, civili sarebbero stati uccisi mentre tentavano di lasciare la città. Il recente attacco al campo IDP di Abu Shouk ha provocato, secondo fonti locali, almeno 40 vittime civili. L’Ufficio del Procuratore della Corte Penale Internazionale ha dichiarato, nel luglio 2025, che vi sono ragionevoli motivi per ritenere che in Darfur siano stati e continuino a essere commessi crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Condizioni simili alla carestia e terribili attacchi persistono anche in altre aree del Sudan, in particolare nel Kordofan, a causa delle brutali ostilità diffuse negli Stati e dell’assedio in corso di Kadugli.

Questo non può continuare.

Tutte le parti in conflitto sono responsabili della protezione dei civili in Darfur e nel Kordofan. Sia le Forze Armate Sudanesi (SAF) sia le RSF hanno assunto impegni chiari, nella Dichiarazione di Gedda (maggio 2023), a rispettare il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani. Esortiamo tutte le parti a dimostrare il rispetto di tali impegni garantendo l’accesso umanitario immediato, incondizionato, sicuro e senza ostacoli alle popolazioni bisognose, nonché proteggendo e prevenendo in ogni momento le violazioni nei confronti dei civili – in particolare donne e bambini – compreso il personale umanitario, e tutelando le infrastrutture civili.

A tal fine, chiediamo in particolare alle RSF e ai loro alleati di porre fine all’assedio di El Fasher, come richiesto dalla Risoluzione 2736 (2024) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Esortiamo le RSF a concedere una pausa umanitaria per consentire un accesso umanitario rapido, sicuro e incondizionato alle persone bisognose e il passaggio sicuro dei civili per lasciare, su base volontaria e nella direzione da loro scelta, le aree di ostilità attive.

Chiediamo inoltre alle SAF di rinnovare il proprio accordo a questa pausa umanitaria a El Fasher e di predisporre le necessarie autorizzazioni per facilitare il lavoro delle organizzazioni umanitarie

Ribadiamo il nostro invito alle SAF ad aprire in via permanente il valico di frontiera di Adré agli attori umanitari, a rimuovere gli ostacoli burocratici e a consentire la consegna tempestiva di assistenza umanitaria e beni di prima necessità in tutto il Paese.

Chiediamo a tutte le parti di consentire con urgenza i convogli guidati dalle Nazioni Unite e una presenza costante dell’ONU, compreso personale internazionale di alto livello, su tutto il territorio sudanese, in particolare in Darfur e in Kordofan, per consentire un rapido potenziamento dell’assistenza umanitaria alla popolazione bisognosa.

Esprimiamo il nostro sostegno al popolo del Sudan e alle organizzazioni umanitarie – locali e internazionali – che lavorano instancabilmente e in condizioni estremamente difficili per assisterlo. I civili devono essere protetti e l’accesso umanitario deve essere garantito. Occorre assicurare la responsabilità per le violazioni commesse.

La presente dichiarazione è stata firmata da:

Hadja Lahbib, Commissaria europea per l’Uguaglianza, la Preparazione e la Gestione delle crisi

Jose Manuel Albares Bueno, Ministro degli Affari Esteri del Regno di Spagna

Åsmund Aukrust, Ministro dello Sviluppo Internazionale del Regno di Norvegia

Lord Collins of Highbury, Ministro per l’Africa del Regno Unito

Gabija Grigaitė-Daugirdė, Vice Ministro degli Affari Esteri della Lituania

Randeep Sarai, Segretario di Stato (Sviluppo Internazionale) del Canada

Elsebeth Søndergaard Krone, Segretaria di Stato per lo Sviluppo presso il Ministero degli Affari Esteri della Danimarca

Diana Janse, Segretario di Stato per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo del Regno di Svezia

Mariin Ratnik, Sottosegretario per gli Affari Economici e di Sviluppo dell’Estonia

Dominik Stillhart, Capo dell’Aiuto Umanitario svizzero e Vice Direttore Generale della Cooperazione allo Sviluppo svizzera

Austria, Belgio, Croazia, il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Ceca, la Repubblica di Finlandia, Il Ministero per l’Europa e gli Affari Esteri della Francia, il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Federale Tedesca, la Repubblica Ellenica, Ungheria, Italia, Irlanda, Giappone, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Slovenia.

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