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NATO

Il Trattato del Nord Atlantico, firmato a Washington il 4 aprile del 1949, ha dato vita a un’Alleanza di natura difensiva (nota come “Atlantica”) da cui si è sviluppata l’organizzazione omonima, la NATO, che rappresenta un irrinunciabile strumento di difesa collettiva e di cooperazione militare tra i suoi Stati Membri, nonché un cruciale foro di dialogo politico.

Caposaldo dell’Alleanza Atlantica è il principio di difesa collettiva, sancito dall’articolo 5 del Trattato di Washington, in virtù del quale: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’Art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti attaccate, intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, compreso l’uso delle forze armate, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.”

Ad oggi, l’unico caso di attivazione dell’art. 5 da parte del Consiglio Atlantico (NAC) si è realizzato in seguito all’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle. Ciò è indicativo delle trasformazioni che hanno interessato il panorama internazionale dopo la fine della Guerra Fredda, in risposta alle quali l’Alleanza ha intrapreso un processo di adattamento fotografato dal Concetto Strategico 2010, che individua le tre funzioni principali (core tasks) della NATO: deterrenza e difesa, gestione delle crisi e sicurezza cooperativa.

Struttura

L’organo di vertice della NATO è il Consiglio Atlantico (NAC) che si riunisce a livello di Rappresentanti Permanenti dei Paesi membri, di Ministri – a cadenza periodica si organizzano riunioni dei Ministri degli Esteri e della Difesa –  e Capi di Stato e di Governo, come avvenuto da ultimo in occasione dell’incontro di Londra il 3-4 dicembre 2019 (v. infra) per il settantesimo anniversario dell’Alleanza. Le riunioni del NAC sono presiedute dal Segretario Generale dell’organizzazione, carica ricoperta dal primo ottobre 2014 dal norvegese Jens Stoltenberg.

Il Comitato Militare, formato dai Capi di Stato Maggiore della Difesa dei Paesi membri ovvero da loro Rappresentanti Militari, assiste il Consiglio Atlantico e attua in ambito militare le decisioni prese a livello politico da quest’ultimo. La struttura di comando della NATO comprende due Comandi Strategici: l’Allied Command Operations (ACO) e l’Allied Command Transformation (ACT).

Il primo è responsabile per la pianificazione e l’esecuzione delle operazioni NATO. Il suo quartier generale – Supreme Headquarters Allied Powers Europe (SHAPE) –  è situato a Mons (Belgio) ed è guidato da maggio 2019 dal Comandante Supremo Alleato in Europa (SACEUR) Tod Daniel Wolters, Generale statunitense. L’ACT è invece ubicato a Norfolk (USA) e si occupa principalmente di rafforzare la credibilità e prontezza operativa (readiness) delle azioni intraprese dall’Alleanza.

In occasione del Vertice dei Capi di Stato e di Governo NATO di Bruxelles dell’11-12 luglio 2018 (v. infra) è stato approvato un adattamento della Struttura di Comando dell’Alleanza (NATO Command Structure – NCS). Questa annovera ora anche un Centro Operazioni per lo Spazio Cibernetico (Cyberspace Operations Centre) ubicato a Mons (Belgio) e un terzo Joint Force Command, a Norkfolk, deputato a protegge le linee transatlantiche di comunicazione, nonché un Joint Support and Enabling Command localizzatoad Ulm (Germania), volto a favorire il rapido movimento di truppe ed equipaggiamenti attraverso l’Europa.

Stati membri

La NATO consta attualmente di 30 Paesi. L’Italia è uno dei 12 Paesi fondatori, insieme a: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Gran Bretagna e Stati Uniti. Successivamente sono entrati a far parte dell’Alleanza:

1952: Grecia e Turchia;

1955: Germania;

1982: Spagna;

1999: Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia;

2004: Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia;

2009: Albania, Croazia;

2017: Montenegro;

2020: Macedonia del Nord.

 

fotonato

 

Vertici (riunioni dei Capi di Stato e di Governo)

Vertice di Galles (2014)

Vertice di Varsavia (2016)

Leaders Meeting di Bruxelles (2017)

Vertice di Bruxelles (2018)

Leaders Meeting di Londra (2019)

 

L’Italia e la NATO

L’Italia si è fatta storicamente interprete dell’esigenza che il ruolo della NATO non si limiti alle sole funzioni di deterrenza e difesa. Ne è concreta dimostrazione il cd. Rapporto dei tre Saggi (1956), documento di portata storica in cui i Ministri degli Esteri dell’Italia (Gaetano Martino), del Canada (Lester B. Pearson), e della Norvegia (Halvard Lange) raccomandavano il rafforzamento della coesione e della solidarietà interna all’Alleanza, sottolineando l’esigenza che la NATO si dotasse di una propria autonoma dimensione politica. Tale considerazione, che vede gli aspetti militari e civili della sicurezza come inscindibili, rappresenta tuttora la bussola concettuale del nostro impegno nell’Alleanza.

La NATO che, dalla fine della seconda Guerra Mondiale, ha contribuito a oltre settant’anni di pace in Europa rimane il caposaldo del nostro sistema di sicurezza. La centralità del legame transatlantico e il nostro sostegno all’Alleanza sono, oggi come ieri, fuori discussione.

  • Priorità

Riteniamo opportuno che la NATO prosegua il processo già ben avviato di adattamento alle nuove minacce alla sicurezza tra cui attacchi ibridi e cibernetici, terrorismo, proliferazione di armamenti, immigrazione irregolare e altri traffici illeciti, specie e con maggiore speditezza laddove esse provengano dal suo fianco meridionale.

A tal fine è essenziale non solo rafforzare la prontezza dell’Alleanza dal punto di vista militare a 360 gradi, ma anche rafforzare il dialogo politico, i partenariati e le attività di sicurezza cooperativa rivolte all’area del Mediterraneo, come anche l’assistenza alle istituzioni di Stati fragili – in complementarietà con l’azione dell’Unione Europea – in modo da rafforzare la “proiezione di stabilità” dell’Alleanza a Sud e verso i Balcani Occidentali. L’Italia ha assunto un ruolo di leadership in questo percorso, che resta complesso in virtù delle diverse percezioni delle minacce tra i Governi Alleati, che in molti casi restano ancorati alle esigenze di deterrenza convenzionale a Est, tradizionale sfida verso la quale si strutturava l’Alleanza Atlantica.

Il Vertice di Bruxelles (2018) ha segnato numerosi progressi registrando, tra le varie decisioni, la piena operatività del Centro della NATO per il Sud di Napoli (Hub for the South), il lancio di “pacchetti” di cooperazione rivolti a Partners di importanza cruciale come Tunisia e Giordania e le premesse per l’avvio di una pianificazione militare rivolta verso il quadrante meridionale. Intendiamo proseguire il percorso intrapreso e valorizzare in particolare lo Hub di Napoli, che siamo al lavoro per potenziare ulteriormente – in termini di personale e funzioni svolte – in modo che possa generare un vero e proprio salto di qualità nella “proiezione di stabilità” dell’Alleanza, oltre a contribuire alla lotta al terrorismo.

Con riferimento alle relazioni tra l’Alleanza Atlantica e la Federazione Russa, a Londra è stato confermato il “dual track approach” sancito ai Vertici di Varsavia e Bruxelles, basato su deterrenza e difesa, da un lato, e da un dialogo “sostanziale, mirato e periodico” dall’altro. L’Italia promuove l’esigenza che, nelle criticità dell’attuale situazione internazionale, la NATO e Mosca intensifichino il relativo dialogo in modo da trovare punti di reciproco interesse e comune responsabilità.

L’Italia sostiene lo sviluppo dei Partenariati dell’Alleanza, in quanto strumenti funzionali a rafforzarne la proiezione politica. Di notevole importanza è la Partnership for Peace, formato di cooperazione rivolto ai Paesi dell’area Euro-Atlantica comprendente la Russia, l’Ucraina e 20 Paesi dell’Europa Nord Orientale, dei Balcani, del Caucaso e dell’Asia Centrale.

Promuoviamo le attività del Dialogo Mediterraneo, foro di cooperazione e dialogo – fondato nel 1994 – che annovera sette Paesi della regione (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Mauritania, Marocco e Tunisia), fondato sull’idea che la sicurezza della NATO dipende anche dalla stabilità dell’area del Mediterraneo. Incoraggiamo inoltre lo sviluppo della Istanbul Cooperation Initiative, rivolta all’area del Golfo (vi partecipano Bahrein, Kuwait, Qatar ed Emirati Arabi Uniti).

L’iniziativa Partners across the globe comprende invece Partners distanti geograficamente (Afghanistan, Australia, Colombia, Corea del Sud, Giappone, Iraq, Pakistan, Mongolia e Nuova Zelanda) ma con cui è possibile individuare iniziative comuni nel campo della sicurezza.

  • Missioni

L’Italia è il quinto contributore al bilancio della NATO e ha tradizionalmente assicurato un contributo di primissimo piano alle operazioni dell’Alleanza, a partire dai principali impegni “fuori area” della NATO, ossia la Missione Resolute Support (RSM) in Afghanistan e la “Kosovo Force” (KFOR) in Kosovo.

Con riferimento all’Afghanistan, l’Italia svolge il ruolo di Nazione Guida (Framework Nation) nella regione occidentale ove è dislocata, a Herat, gran parte del nostro contingente, e si colloca stabilmente tra i principali contributori alla Missione, volta a fornire formazione e assistenza alle Forze Armate Afghane di Sicurezza e Difesa.

Per quanto riguarda KFOR, attiva dal 1999, l’Italia è il secondo contributore dopo gli USA. Tale missione provvede – nella cornice della risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU n. 1244 del 1999 – a garantire la sicurezza e la libertà di movimento in Kosovo, operando come “terzo responsabile” dopo rispettivamente la Kosovo Police e la Missione UE EULEX.

In linea generale, l’Italia assicura un contributo multidimensionale alle numerose attività dell’Alleanza, che va dalla partecipazione alle misure di rassicurazione per gli Alleati nord-orientali assunte a seguito della crisi in Crimea (tra cui la enhanced Forward Presence) alle attività di sorveglianza dello spazio aereo (Air Policing) effettuate in ambito NATO, passando per l’impegno nelle operazioni marittime (tra cui Sea Guardian, nel Mediterraneo Centrale) e per la sicurezza del fianco Sud-Est dell’Alleanza.

  • Iniziative scientifiche

Partecipiamo al Programma NATO Science for Peace and Security (che nel 2018 ha celebrato il suo cinquantesimo anniversario) volto a promuovere il dialogo e la cooperazione tra Alleati e Partners in materia di ricerca scientifica, innovazione tecnologica e scambio di know-how.

L’Italia risulta il Paese Alleato coinvolto in più iniziative, tra cui un’importante progetto di anti-terrorismo denominato DEXTER, mirante alla rilevazione di materiali esplosivi in ambienti affollati – tra i test-case vi è la metropolitana di Roma – in funzione delle quotidiane esigenze di sicurezza dei cittadini.

NATO E UNIONE EUROPEA

Uno dei principi cardine che orienta l’azione italiana è quello della complementarietà tra l’azione della NATO e quella dell’Unione Europea (UE). L’allargamento dopo la Guerra Fredda delle due organizzazioni a una membership in parte coincidente (sono 22 i Paesi Membri di entrambe) ha reso sempre più evidente la necessaria interconnessione tra i due attori, che l’Italia sostiene attivamente. La cooperazione NATO-UE ha registrato notevoli progressi in seguito alle Dichiarazioni Congiunte adottate in occasione dei Vertici NATO di Varsavia (2016) e Bruxelles (luglio 2018) da parte del Segretario Generale dell’Alleanza e dei Presidenti di Commissione e Consiglio UE. In questa cornice si sono sviluppati pacchetti di cooperazione (“set of proposals”) per un totale di 74 proposte concrete. Tra le aree di interazione, particolare vivacità caratterizza i temi del contrasto alle minacce ibride e cibernetiche e della mobilità di assetti militari (military mobility), da concepire in un orizzonte inclusivo dell’asse di trasporto Nord-Sud e verso il Mediterraneo.

L’Ufficio IV della Direzione Generale Affari Politici e di Sicurezza (DGAP)

L’Ufficio IV (NATO, questioni strategiche di sicurezza e politico-militari) della Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza (DGAP) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) coordina e assicura coerenza all’insieme di queste tematiche, di concerto con la Rappresentanza Italiana presso il Consiglio Atlantico di Bruxelles. Si tratta di un’agenda molto ampia, che comprende: aspetti operativi come la partecipazione italiana alle citate operazioni dell’Alleanza e alle iniziative di contro-terrorismo;  questioni strategiche (allargamento della NATO, cooperazione con i Paesi partner, definizione della posizione dell’Alleanza sui principali temi di attualità internazionale); cooperazione in ambito civile (incluso il ruolo dell’Alleanza nel rafforzare la resilienza e la civil preparedness degli Stati Membri); sostegno delle candidature di connazionali per i bandi di personale (vacancies) pubblicati dalla NATO di interesse strategico per l’Italia; sostegno all’industria italiana interessata ai programmi di sviluppo capacitivo in ambito NATO. L’Ufficio IV si occupa inoltre del necessario raccordo tra Ministeri degli Esteri e della Difesa – a mezzo del “Tavolo Esteri-Difesa” – e cura gli adempimenti spettanti al MAECI in connessione alle riunioni del Consiglio Supremo di Difesa.

L’Ufficio NATO svolge queste attività in stretto coordinamento con altre Amministrazioni dello Stato, tra cui: Presidenza del Consiglio, Ministero della Difesa, Ministero dell’Interno e la Commissione Interministeriale Tecnica per la Difesa Civile (CITDC).

Opportunità per studenti

Il Segretariato della NATO ogni anno bandisce un programma di tirocini remunerati che dà a studenti universitari e neo-laureati la possibilità di svolgere un’esperienza lavorativa nell’Organizzazione diretta ad approfondire e migliorare la conoscenza delle attività dell’Alleanza da parte del mondo giovanile.

Per ulteriori informazioni e per le scadenze del processo di selezione, è consigliata la consultazione del sito NATO.