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Diplomazia climatica ed ambientale

La centralità assunta dal tema dei cambiamenti climatici e della tutela dell’ambiente nel dibattito globale ed UE rappresenta un elemento sempre più qualificante della politica estera italiana. Il nostro Paese -incamminato su un percorso virtuoso, in termini di impegni concreti sul clima e di transizione energetica verso fonti pulite- svolge infatti un ruolo di primo piano nei principali fori internazionali dedicati al tema, dai quali emergerà l’effettivo livello d’ambizione della comunità internazionale nei confronti di una sfida globale sempre più pressante.

Sul piano dei contenuti, l’Italia -in linea con il ruolo guida globale svolto dall’UE- avendo pienamente centrato gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti fissati per il 2020, ha rilanciato il proprio impegno verso traguardi più ambiziosi con lo sguardo rivolto al 2030, ma con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Si tratta di una strategia a lungo termine, suscettibile di un radicale impatto trasformativo della nostra economia e società, finalizzato a raggiungere la “somma zero” tra emissioni ed assorbimenti di CO2.

Il quadro delineato richiede naturalmente, sul piano interno come su quello internazionale, azioni complesse ed articolate, da tradurre in seguiti tempestivi, coerenti e coordinati. La Farnesina è sempre più impegnata ad assicurare un’azione di stimolo, analisi e coordinamento delle attività internazionali su ambiente e clima, in costante raccordo con le varie Amministrazioni competenti (PDC, MITE, MISE, MEF, MIMS, MIPAAF, etc), nonché in sinergia con le riconosciute avanguardie che l’Italia può vantare nel mondo delle imprese, della ricerca e della società civile.

È in tale contesto che si sviluppa tra l’altro la nostra climate diplomacy, con la quale intendiamo sviluppare, in stretta collaborazione con i nostri partner UE e transatlantici, oltre che in contesti come il G7 e G20 e nell’ambito della UNFCCC e dell’Accordo di Parigi, un’azione congiunta di sensibilizzazione e collaborazione nei confronti dei principali responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale (c.d. big emitters), dedicando una crescente attenzione alla finanza per il clima, attraverso la mobilitazione globale delle risorse necessarie ai Paesi in sviluppo per fronteggiare tale sfida epocale, e ai giovani leader per l’azione climatica.

Si tratta di una sfida particolarmente complessa, data la diversità di opinioni ed interessi di cui si fanno portatori i vari Paesi e blocchi regionali, ma al tempo stesso di grande valore politico, rivolta in particolare alle economie in via di sviluppo, oltre che nei confronti di quei Paesi che presentano piani non sufficientemente ambiziosi.