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Sicurezza e sostenibilità energetica

Il forte dinamismo del settore energetico, percorso da una trasformazione e rivoluzione tecnologica senza precedenti, sta sempre più imponendo al centro dell’agenda internazionale, in stretta connessione alle questioni ambientali e del cambiamento climatico, il tema della transizione energetica verso fonti d’energia pulite e rinnovabili. Si tratta di una priorità di carattere politico, securitario ed economico, da cui discende la necessità –ancor più per i Paesi come il nostro, fortemente dipendenti dalle importazioni di energia- di poter far fronte al c.d. “trilemma energetico”: ovvero, di poter disporre di forniture sicure, stabili e prevedibili, a costi competitivi per famiglie ed imprese, senza venire meno all’impegno inderogabile della sostenibilità di lungo periodo, in vista dei nostri obiettivi di transizione energetica al 2030 e dell’obiettivo di “emissioni nette zero” al 2050.

In tale contesto, la sicurezza energetica ha assunto un ruolo centrale nella politica estera, impegnando anche il nostro Paese, oltre che in sede UE, in una serie di formati a geometria variabile, bilaterali o multilaterali, necessari a tutelare i nostri interessi e promuovere collaborazioni con Paesi fornitori e partner (ad esempio nel Mediterraneo, in Africa Sub-sahariana, nell’area del Caspio e nel Golfo), oltre che nell’ambito dei numerosi fori internazionali che si occupano di sicurezza e transizione energetica.

La Farnesina riveste un ruolo centrale nel conciliare le priorità nazionali con l’azione internazionale, anche attraverso il coordinamento con il Sistema Paese. La nostra politica estera include pertanto temi fondamentali per l’interesse energetico nazionale quali:

– la sicurezza energetica. Il conflitto russo-ucraino ha imposto un ripensamento collettivo delle scelte in materia di approvvigionamenti energetici e di revisione di alcuni meccanismi dei mercati internazionali ed europei. In tale quadro, l’Italia si è impegnata in un’azione globale per garantire la sicurezza energetica nazionale ed europea. La nostra azione di diplomazia energetica si è rivolta alla ricerca di forniture alternative a quelle dalla Russia, rafforzando le collaborazioni con partner tradizionali e promuovendone ulteriori;

– la promozione dell’energia rinnovabile e dell’efficienza energetica, favorendo crescita economica, creazione di posti di lavoro, lotta alla povertà energetica: obiettivi che hanno assunto un’importanza ancora maggiore nella prospettiva di ripresa post-Covid e nel contesto della crisi energetica internazionale;

– l’utilizzo, in chiave cooperativa e di benefici condivisi con gli altri Paesi rivieraschi, delle risorse del Mediterraneo, in vista di più ampie collaborazioni strategiche nei settori del futuro (interconnessioni elettriche, produzione di rinnovabili ed idrogeno verde, efficienza energetica, etc);

– la partecipazione profilata alle grandi organizzazioni di settore.

Gli obiettivi dell’Italia si pongono in linea con le azioni intraprese a livello di Unione Europea per affrancarsi dalla dipendenza energetica da Mosca nonché con quanto previsto, sempre in ambito UE, dall’Unione dell’Energia (sicurezza e solidarietà; un mercato energetico pienamente integrato; efficienza energetica e moderazione della domanda; decarbonizzazione dell’economia; ricerca, innovazione e competitività) e dal Green Deal europeo, che sancisce l’obiettivo della neutralità climatica al 2050 e ambiziosi obiettivi già al 2030.

La transizione energetica rappresenta la soluzione duratura e sostenibile contro le criticità connaturate al sistema dei mercati delle fonti fossili. Il punto di partenza dell’Italia – anche grazie al ruolo di leadership a livello globale di diversi nostri gruppi industriali – è quello di un paese “virtuoso” e ambizioso, con obiettivi al 2030 di aumento dell’energia rinnovabile e dell’efficienza che sono in linea, o anche superiori, a quelli stabiliti finora dall’UE, nonché con l’evocata prospettiva di raggiungere un’economia a emissioni nette pari a zero (neutralità climatica) al 2050.

Sono strutturalmente in aumento, nel mix energetico, le quote delle fonti rinnovabili e del gas naturale (risorsa di stabilizzazione e transizione verso le stesse rinnovabili); diminuisce il peso del petrolio e diventa residuale quello dei combustibili solidi (si prevede di cessare l’utilizzo del carbone per la produzione di elettricità entro il 2025); è tuttavia possibile, tra le misure eventuali di emergenza adottabili in conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina, un temporaneo maggior ricorso al carbone nell’inverno 2022-2023.