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Giro: «Ora mi aspetto un segnale da Macron» (Il secolo XIX)

«La situazione immigratoria di queste ore è molto complicata, ma non imprevista. Si attendeva un grande numero di sbarchi con la fine del Ramadan, di fronte a un mese di giugno in cui non è arrivato quasi nessuno. La novità positiva è che l’Italia è veramente compatta, coesa e determinata a sollecitare un intervento europeo e le nostre difficoltà sono finalmente comprese dalla Ue», spiega il viceministro agli Esteri Mario Giro, grande esperto delle vicende legate all’immigrazione.

La Ue, al momento, però, promette soldi mentre servirebbe un piano molto più articolato di interventi e di ricollocazioni.

«È vero, il commissario europeo agli Affari interni Dimistris Avramopoulos ha ipotizzato un aumento del sostegno finanziario all’Italia per la gestione dell’immigrazione, ma ho la percezione che, stavolta, l’Europa abbia la determinazione di intervenire anche con politiche più complessive».

Anche perché il risultato del recente turno di elezioni amministrative è stato influenzato, nei risultati, dal tema dell’immigrazione.

«Non c’è dubbio, è andata così. Anche se questo non sposta nulla nell’affrontare il problema. Ha vinto chi urla di più contro gli immigrati, come ha sempre fatto il centrodestra al quale si è aggiunto negli ultimi tempi il movimento Cinque Stelle. Vince chi urla ma non propone nessuna ricetta praticabile e realistica per affrontare il problema».

Un deficit di ricette e di proposte…

«Certamente sì e se ne arrivassero saremmo pronti a valutarle. Ma non si può continuamente ripetere “rimpatriamoli” sapendo che se mancano gli accordi bilaterali con i Paesi di provenienza non è possibile, sono solo slogan».

Però il problema diventa sempre più drammatico, come, in Liguria, dimostrano i drammatici avvenimenti di queste ore al confine con Ventimiglia…

«La situazione è complicatissima. Sarebbe folle negarlo. Però, di fronte al sostanziale nulla che arriva dalle opposizioni, il governo Renzi prima e quello Gentiloni poi hanno messo in campo un sistema completo per affrontare quella che è una vera emergenza. Dal salvataggio delle vite all’accoglienza al tentati vo di integrazione in Italia, ma anche azioni e investimenti nei Paesi di origine. Ha agito con la massima responsabilità , a 360 gradi».

Gli interventi all’estero, però, non garantiscono risultati solleciti nell’affrontare il problema di questi flussi enormi, almeno non abbastanza solleciti quanto i cittadini vorrebbero.

«Bisogna avere un po’ di pazienza, è evidente che queste politiche abbiano bisogno di qualche tempo prima di poter dare dei risultati. Però bisogna avere una consapevolezza: questa è l’unica strada per poter arrivare aun calo sostanziale dei flussi immigratori e a una loro miglior gestione. Scorciatoie non ne esistono».

Il problema del confine con la Francia, che origina la “trappola” di Ventimiglia, è però sempre lo stesso: i confini chiusi, anzi, super blindati. È accaduto con un governo di sinistra, com’era quello dell’era Hollande. Ora è arrivato Macron, ma per ora la politica rimane assolutamente identica.

«Credo sia molto importante, e me lo attendo, almeno qualche gesto di apertura da parte della Francia di Macron».

La tornata elettorale ha portato con sé risultati molto precisi, ma trasposti i risultati su un piano nazionale, dove non c’è il sistema elettorale dei sindaci, non sarebbe comunque garantita stabilità.

«Anzi, temo che ci avventureremo in territori abbastanza sconosciuti. Almeno si potessero conciliare i sistemi dei due rami del parlamento… ma, detto con realismo, credo non si farà nulla. Il risultato plausibile sarà una prossima legislatura molto breve e questo non credo sia il bene dell’Italia».

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