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Studiare in Italia

Entrare in Italia
Borse di studio, Titoli, Visti-Studio

Ogni anno il Governo italiano mette a disposizione borse di studio a cittadini stranieri o italiani residenti all’estero per portare a termine studi formali e/o per seguire programmi di studio o ricerca, bilaterali o multilaterali, in Italia. Tutte le informazioni (l’elenco dei Paesi destinatari delle borse di studio, il bando, la piattaforma web per la candidatura on line, ecc.) si trovano alla pagina Borse di studio offerte dal Governo Italiano a stranieri e cittadini I.R.E. e sul portale Study in Italy.

Consigliamo di verificare i requisiti e le procedure di iscrizione sul sito dell’università italiana a cui intende iscriversi.

Per l’Anno Accademico 2024/2025 i corsi accademici della Formazione Superiore per i quali è possibile effettuare la preiscrizione attraverso il portale UNIVERSITALY sono i seguenti:

  • corsi di Laurea, Laurea Magistrale (biennale o a ciclo unico)
  • corsi delle Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM)
  • corsi erogati dalle Scuole Superiori di Mediazione Linguistica (SSML)
  • programmi di mobilità internazionale Marco Polo e Turandot
  • corsi delle scuole di specializzazione
  • dottorati di ricerca
  • corsi di perfezionamento
  • master universitari di primo e secondo livello
  • corsi singoli
  • corsi di lingua e cultura italiana presso l’Università per gli studi Roma Tre, l’Università per stranieri di Perugia, di Siena, di Reggio Calabria “Dante Alighieri”
  • corsi Propedeutici (Foundation Course)
  • corsi erogati dagli Istituti di Specializzazione in Psicoterapia

I titoli di studio stranieri non sono automaticamente riconosciuti in Italia. Per informazioni sulle forme di riconoscimento, consulta il sito del CIMEA. Se intende intraprendere un percorso di studi o un percorso professionale in Italia e la procedura di riconoscimento prevede il coinvolgimento di autorità straniere e uffici consolari italiani all’estero, consigliamo di avviare la procedura prima di trasferirsi in Italia.

Occorre far legalizzare il titolo di studio dalle autorità competenti del Paese in cui è stato emesso e munirlo di una traduzione ufficiale. Per informazioni generali su legalizzazioni e traduzioni ufficiali, consigliamo di leggere la pagina Traduzione e legalizzazione di documenti di questo sito.

La dichiarazione di valore in loco di un titolo di studio o professionale straniero è un documento di natura informativa, prodotto dalla autorità consolari italiane all’estero, che gli istituti di formazione e le amministrazioni competenti per il riconoscimento dei titoli in Italia possono utilizzare per la valutazione dei titoli stessi. Può verificare la procedura di richiesta sul sito dell’Ambasciata o Consolato italiano competente per il luogo in cui è stato ottenuto il titolo.

Si può rivolgere all’Ufficio VII DGCE del MAECI, che offre gratuitamente un servizio di assistenza ai rifugiati per la richiesta di rilascio delle dichiarazioni di valore (Dichiarazione di valore per i titolari di protezione internazionale in Italia – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale).

Se avete bisogno del visto turistico per entrare in area Schengen, avete sicuramente bisogno del visto per studiare in Italia. Se invece siete cittadini di un Paese esentato dal visto Schengen per soggiorni fino a 90 giorni, avrete bisogno del visto solo se il vostro soggiorno studio si protrarrà per più di 90 giorni.

Oltre al visto-studio generico, esistono altre 6 tipologie di visto-studio: studio – immatricolazione Università; studio corso singolo universitario; studio post-laurea; studio-programma di scambio e mobilità; studio-tirocinio e studio-formazione professionale. Per verificare i requisiti per ognuno di questi tipi di visto, consultate il database il visto per l’Italia.

Per l’anno accademico 2024 – 2025, se richiedete un visto per l’immatricolazione in un’Università italiana (visto studio-Università), dovete dimostrare una disponibilità minima annuale di € 6.079,45. Tale cifra è commisurata all’importo per l’anno del cosiddetto “assegno sociale”. Se il vostro corso di studi si sviluppa su più anni, è sufficiente che dimostriate le disponibilità per il primo anno. Per tutte le altre tipologie di visto per studio, per conoscere l’entità delle risorse richieste, dovete fare riferimento alla Tabella A della Direttiva del Ministero dell’Interno del 1°.3.2000, che prevede una quota fissa ed una quota giornaliera. Di conseguenza, l’importo totale varia in dipendenza della durata del soggiorno, cioè del corso di studi.

No. Nel caso dei soggiorni per studio, la fideiussione bancaria o la polizza fideiussoria non rientrano fra i documenti considerati idonei a dimostrare la disponibilità di adeguati mezzi di sostentamento. Dovete avere garanzie economiche personali, familiari o fornite da Istituzioni ed Enti italiani (comprese le Università), da Governi locali, da Istituzioni ed Enti stranieri considerati affidabili dalla Rappresentanza diplomatica italiana. Per maggiori informazioni visitate il sito del MIUR alla pagina Studenti stranieri.

Lo studente regolarmente ammesso che richieda il visto per “studio – immatricolazione università” deve dimostrare che la propria famiglia dispone dei mezzi economici sufficienti per mantenerlo agli studi in Italia. Se un soggetto esterno al nucleo familiare (associazioni, amici o parenti residenti in Italia) garantisce il suo mantenimento con una dichiarazione di ospitalità e un impegno scritto (dimostrando nel contempo le risorse necessarie), questo costituisce un elemento positivo, ma non determinante, per l’ottenimento del visto. La decisione spetta agli uffici visti locali.

Non sarà necessario. Il visto costituisce il permesso di entrare in Italia la prima volta con la motivazione riportata sull’etichetta visto (studio-Università, in questo caso). Entro 8 giorni lavorativi dall’ingresso in Italia, lo studente straniero deve presentare una richiesta di permesso di soggiorno all’Ufficio Immigrazione della Questura competente per il Comune di residenza. Il permesso di soggiorno è il titolo che legittima la presenza dello straniero in Italia. Deve essere rinnovato prima della sua scadenza.

È possibile, se non siete principianti e se avete già una conoscenza della lingua a livello intermedio. Per studiare la lingua italiana, un requisito per il visto studio è che i corsi siano di livello superiore. Inoltre, deve trattarsi di corsi a tempo pieno e di durata determinata. Le Università per stranieri di Perugia e di Siena, L’Università degli studi Roma tre offrono corsi prestigiosi e qualificanti ai fini dell’ottenimento della “Certificazione Lingua Italiana di Qualità – CLIQ“. Questo sistema di valutazione e certificazione è in linea con gli standard scientifici fissati dal Consiglio d’Europa nel “Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue”.

Sì. Il vostro permesso di lungo soggiorno vi dà diritto di viaggiare negli altri paesi Schengen fino ad un massimo di 90 giorni ogni 180 giorni. Tenete presente che non tutti i paesi europei sono paesi Schengen! Prima di comprare il biglietto di viaggio, consultate l’elenco dei paesi Schengen.Consulta l’elenco dei paesi Schengen.

La responsabilità di concedere l’autorizzazione alla proroga del soggiorno residenti spetta all’Ufficio immigrazione di zona a cui è necessario rivolgersi per ogni ulteriore informazione circa i requisiti da soddisfare e la documentazione da presentare.

Sì. Il permesso di soggiorno per studio consente di svolgere un’attività lavorativa part-time per un massimo di 20 ore settimanali, anche per l’intero anno e per non più di 1.040 ore annuali.

Sì, se l’attuale permesso per studio è ancora valido. E’ necessario che lo studente stipuli un contratto di soggiorno per lavoro con il futuro datore di lavoro presso il SUI (Sportello Unico Immigrazione). Tutta questa materia è di competenza degli Uffici Immigrazione delle Questura italiane. Sui siti web delle Prefetture potrete trovare informazioni più dettagliate.

Dovrà verificare con l’istituto di formazione straniero presso il quale continuerà gli studi. Potrebbe esserle richiesta la legalizzazione del suo titolo italiano e una traduzione nella lingua del Paese in cui lo vorrà far valere (o in una lingua veicolare). In Italia, le legalizzazioni di atti amministrativi (quali i titoli di studio) sono una competenza degli uffici legalizzazioni delle Prefetture. Elenchi di traduttori giurati sono disponibili presso i Tribunali italiani. Nel suo sito il CIMEA dedica una sezione al riconoscimento dei titoli italiani all’estero.