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Statement to the press by Ministro Terzi on the closed ministerial meeting on Syria

(fa fede solo il discorso effettivamente pronunciato)




Benvenuti a Villa Madama. Benvenuto al Segretario di Stato e all’amico John Kerry e al Capo della Coalizione delle Forze di Opposizione Siriane, Sceicco Moaz al Khatib.



Nei giorni scorsi John Kerry ha dichiarato che questa riunione sarebbe servita a prendere decisioni concrete. E un appello alla concretezza e all’urgenza è venuto anche da parte di Moaz al Khatib.


La consapevolezza del drammatico senso di urgenza e la necessità di muoversi con passi concreti hanno ispirato l’azione condotta dall’Italia in tutti i fora in cui si discute della gravissima crisi siriana. E’ in ciò che trova i suoi presupposti la riunione di Roma. Con questo spirito ho accolto immediatamente la richiesta del Segretario di Stato di riunire i paesi maggiormente impegnati nella crisi per un incontro operativo allargato alla Coalizione delle Forze di Opposizione Siriane, che consideriamo l’unico legittimo rappresentante del popolo siriano. Ringrazio tutti i colleghi che sono qui oggi.



Ce lo siamo detti in queste tre ore di colloqui: siamo chiamati a responsabilità non più rinviabili. Le sofferenze del popolo siriano ci impongono il dovere di andare oltre gli sforzi che abbiamo compiuto sino ad ora e moltiplicare il nostro impegno per giungere ad un effettivo punto di svolta della crisi. 70.000 morti sono un peso atroce sulla coscienza della comunità internazionale. Non possiamo tollerare che la carneficina continui. Non possiamo accettare che proseguano i bombardamenti, i massacri, le detenzioni illegali. Assad sta perpetrando veri e propri crimini contro l’umanità, che mettono a rischio l’esistenza stessa di un intero popolo.


In questa occasione consentitemi di rivendicare quanto sin qui fatto dal mio Paese in questi mesi anche insieme ai nostri principali partners, in Europa e con le Nazioni Unite. Abbiamo agito sul piano umanitario, per alleviare le sofferenze dei due milioni di sfollati interni e dei 900.000 rifugiati, stanziando 30 milioni di euro, ed aiutando i Paesi vicini a sopportare le conseguenze del conflitto. Sul piano politico abbiamo sostenuto le varie componenti dell’opposizione nella ricerca di una leadership e di un programma d’azione unitari, per costruire una forte, convincente alternativa alla dittatura.


Oggi, come dicevo, la riunione di Roma è un passo in avanti, anzitutto con l’impegno che assumiamo di garantire maggiore sostegno non solo politico e umanitario che restano fondamentali, ma anche materiale, alla Coalizione. Questo sostegno rafforzato deve poter essere percepito direttamente sul territorio siriano, attraverso ad esempio l’appoggio ai Consigli Locali nelle aree liberate all’interno della Siria.


I paesi riuniti qui hanno inoltre deciso un maggiore coordinamento delle rispettive azioni al fine di dotare la Coalizione degli strumenti necessari per difendersi e cambiare a suo favore i rapporti di forza sul terreno.


Dal canto suo l’amico sceicco Khatib ci ha appena dato indicazioni incoraggianti sul lavoro che sta svolgendo per consentire all’Opposizione di svolgere sino in fondo il ruolo fondamentale che le spetta per costruire una nuova Siria democratica, basata sul pieno rispetto dei diritti fondamentali della persona.


Ci ha anche confermato che siamo alla vigilia della formazione di un organo esecutivo provvisorio, che dovrebbe operare all’interno del territorio siriano e con il quale contiamo lavorare.


Vorrei chiudere con un monito al regime di Damasco: cessi immediatamente le violenze, liberi i prigionieri politici, ed apra in tal modo la prospettiva concreta di una Siria democratica e pluralista con l’uscita di scena di Assad. Il popolo siriano ha il diritto di tornare a decidere liberamente del proprio destino e di imboccare un cammino di pace e sviluppo. E al popolo siriano il messaggio da Roma è che tutti i Paesi più impegnati a fianco della Coalizione, non lo lasceranno solo.