Il Giappone “guarda con grande interesse alla prossima visita del Primo Ministro Shinzo Abe in Italia su invito del Presidente del Consiglio Enrico Letta”, ipotizzabile a inizio 2014, forse già a gennaio, mentre nei prossimi mesi c’è anche la possibilità di una missione a Tokyo del Ministro degli Esteri Emma Bonino. Lo anticipa il Segretario Generale della Farnesina, Michele Valensise, in Giappone per una missione di scambio di vedute su interessi comuni, nell’ambito del consolidamento dei legami già forti della collaborazione politico-istituzionale sviluppata negli appuntamenti internazionali, come il G8, e in relazioni economico-culturali avanzate.
Commercio, investimenti, energie, pmi
“Abbiamo gettato le basi – aggiunge Valensise, poco dopo aver incontrato il Vice Ministro degli Esteri, Saiki Akitaka – per definire insieme i contenuti dell’incontro identificando i temi preparatori su cui lavorare in concreto”. Nel dettaglio, gli argomenti individuati sono quelli che toccano il commercio e gli investimenti, l’energia, i rapporti tra le rispettive Pmi, la prevenzione dei disastri e l’accordo di sicurezza sociale. Mentre, nel settore della Difesa, c’è un confronto che potrà aprire nuovi scenari anche nelle forniture.
Massimo impegno italiano per ratifica accordo bilaterale
Sulla sicurezza sociale, Valensise riferisce che l’Italia “assicura il massimo impegno del governo per favorire la più sollecita ratifica dell’accordo bilaterale” che potrebbe valere un onere a carico dell’Inps stimato in 10 milioni di euro, destinato però tendenzialmente a decrescere. L’intesa, siglata nel 2009 e già ratificata da Tokyo, serve per evitare la doppia imposizione previdenziale, rimuovendo una barriera non tariffaria agli investimenti. Uno strumento usato dal Giappone con altre nazioni, tra cui la Francia, che, “anche a fronte di un onere finanziario nel medio periodo che graverà sull’Italia, porterà a benefici più rilevanti in termini di afflussi di imprese giapponesi, come si è verificato per altri Paesi europei con lo stesso tipo di accordi”. Il disavanzo è dovuto alla maggiore presenza di giapponesi in Italia, spesso in ruoli manageriali, rispetto agli italiani in Giappone: con oltre 300 imprese attive in Italia, Tokyo è il terzo investitore extra-Ue dopo Usa e Svizzera. Con il piano “Destinazione Italia”, varato a settembre dal Governo Letta, ci sono ora le condizioni per aumentare i flussi degli investimenti. Anche dal Giappone.