Aiuti sì, ma a progressi compiuti effettivamente. La ‘Dichiarazione di Tokyo’, adottata dai partecipanti di oltre 80 Paesi e organizzazioni internazionali riunitisi nella capitale nipponica (tra cui il Presidente afghano Hamid Karzai, il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon e il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton. Per l’Italia ha partecipato il Sottosegretario Staffan De Mistura), ha introdotto in termini netti la verifica dei passi in avanti compiuti da Kabul a 360 gradi, condizione per gli importi degli aiuti successivi.
Sedici miliardi di dollari di aiuti entro il 2015
“All’inizio del ‘decennio di trasformazione’ (2015-2024, subito dopo la fine della missione Isaf, ndr), la comunità internazionale si è impegnata a fornire oltre 16 miliardi di dollari entro il 2015, e a continuare a fornire il supporto fino al 2017”. Risorse, nel complesso, “pari al livello di aiuti uguale o simile al decennio passato per rispondere al gap di bilancio stimato dalla Banca Mondiale (tra 3,3 e 3,9 miliardi di dollari nei primi tre anni, ndr) e dal governo afgano”. Tra i punti principali figurano sicurezza e processo di pace, miglioramento della governance e linee per l’autosostenibilità dell’economia, cooperazione regionale, settore privato e società civile, con il focus sulla parità dei diritti tra uomo e donna, e tutela dei bambini. In cambio degli aiuti, l’Afghanistan si è impegnato a combattere la corruzione, a condurre elezioni eque, a proteggere i diritti umani e aumentare le entrate del governo, secondo i punti principali della disciplina prevista nell’allegato ‘Tokyo Mutual Accountability’.
La protezione dei diritti di donne e bambini
Per quanto riguarda, in particolare, la clausola che impegna Kabul alla “protezione dei diritti umani, in particolare i diritti di donne e bambini, è passata, ha detto il Sottosegretario De Mistura, la linea dell’Italia. Nella prima stesura del documento finale “le donne erano citate 14 volte con la formula troppo generica di ‘diritti umani, comprensivi di quelli delle donne'”, ha detto De Mistura. Il colloquio, avuto prima dell’apertura “della conferenza con il Segretario di Stato Usa, ha aiutato la svolta, anche perché – ha aggiunto -, ora ci sono degli impegni che Kabul deve dimostrare di rispettare. Era qualcosa che dovevamo anche in rispetto alle indicazioni date dal nostro parlamento”.
Affermato il principio di parità
Nella dichiarazione si afferma l’importanza che l’Afghanistan abbia Forze di sicurezza nazionale che proteggano, tra l’altro, “la popolazione civile, in particolare donne e bambini”. E’ affermato il principio della “parità tra uomini e donne, fatto proprio dalla costituzione afgana, sarà la chiave per centrare in Afghanistan una società improntata al pluralismo”. In aggiunta, ci sono anche gli ‘strumenti’ per una verifica immediata sulla condizione delle donne, contenuti nell’annex alla dichiarazione, ‘Tokyo framework’. “Dovranno dimostrare miglioramenti sul fronte dell’eliminazione della violenza e del rafforzamento normativo del Piano nazionale di azione per le donne (Napwa, sotto l’egida dell’Onu, ndr) su base annua: abbiamo parametri e indicatori e sulla base dei risultati decideremo i finanziamenti”, ha concluso De Mistura.