Si è conclusa con successo la missione, iniziata l’11 febbraio scorso, degli esperti dell’Arma dei Carabinieri in Cile e promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in risposta alla richiesta cilena di assistenza italiana in ambito forense e investigativo al fine di determinare le cause, l’origine e la natura della propagazione di numerosi incendi boschivi che hanno provocato 24 morti e devastato oltre 400 mila ettari di foreste nelle regioni del centro-sud del Paese.
L’attività di consulenza tecnico-operativa fornita dall’Italia è inquadrata nell’ambito del Programma Falcone-Borsellino, iniziativa italiana di assistenza tecnica multidimensionale per il contrasto al crimine in favore dei Paesi Latinoamericani e Caraibici, ideata e finanziata dalla Direzione Generale per la Mondializzazione del MAECI e gestita dall’Organizzazione Internazionale Italo Latinoamericana (IILA).
La missione, durata due settimane, si è avvalsa del contributo scientifico sviluppato dalla stretta collaborazione del Comando Unità Forestali e Ambientali dell’Arma dei Carabinieri e la Cattedra di ingegneria aerospaziale dell’Università “La Sapienza” di Roma. Attraverso l’analisi satellitare, con tecnologia nazionale, è stato possibile il monitoraggio dei vasti incendi in territorio cileno.
In particolare, il Tenente Colonnello dei Carabinieri, Renato Sciunnach, e il Capitano Claudia Matera – entrambi anche biologi – insieme al Sottufficiale Maurizio Amendola, esperto in tecnologia satellitare, sono stati impegnati in attività investigative rispettivamente nella regione dell’Araucania, 670 km a sud della capitale Santiago, e nella città di Lumaco.
Foto credits ufficio stampa Carabinieri