Nato a Venezia il 26 novembre 1940.- Laureato in Chimica industriale, docente universitario.
- La sua carriera politica inizia nel 1964 con l’elezione a consigliere comunale di Venezia e con il successivo incarico di assessore all’urbanistica.
- Nel 1969 diviene componente della direzione socialista e poi responsabile nazionale dell’organizzazione del partito.
- Ha diverse esperienze ministeriali: è, infatti, Ministro delle partecipazioni statali nel II Governo Cossiga e nel Governo Forlani e riconfermato alla guida dello stesso Dicastero nei Governi Spadolini e nel V Governo Fanfani.
- E’, poi, Ministro del lavoro e della previdenza sociale durante i due Governi presieduti da Craxi, nel Governo De Mita è Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli affari esteri nel VI Governo Andreotti nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino e della conseguente unificazione tedesca, che De Michelis saluta come “la pietra angolare sulla quale costruire il nuovo edificio di un’Europa unita”.
- Durante il suo incarico alla Farnesina, si svolge il semestre di presidenza italiana della CEE: la presidenza italiana svolge un ruolo decisivo, quando vengono poste le basi del processo che consente l’introduzione dell’euro. Nell’ottobre 1990, a Roma, un Consiglio europeo straordinario esprime la volontà di trasformare gradualmente la Comunità in Unione. In dicembre, i Capi di Stato e di Governo tornano a riunirsi a Roma a conclusione del semestre di presidenza italiana. Il Consiglio europeo di Roma, nonostante la grave crisi internazionale dovuta all’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq e all’imminente guerra del Golfo, dà vita a due Conferenze intergovernative sull’Unione Politica e sull’Unione economica monetaria, che portano, il 7 febbraio 1992, alla firma del Trattato di Maastricht e alla nascita dell’Unione europea.
- Quale Ministro degli esteri, si trova ad affrontare l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq il 2 agosto 1990. L’ONU impone un embargo economico al Paese invasore: nell’ambito di questa iniziativa e delle decisioni nello steso senso prese dalla UEO, l’Italia invia tre navi nel Golfo Persico, a cui si aggiungono otto aerei da guerra Tornado e un’altra fregata.
- Nel 1991, scaduto l’ultimatum dell’ONU contro l’Iraq, il 17 gennaio il Parlamento si pronuncia in favore della partecipazione di forze aeree e navali italiane alle operazioni militari nel Golfo Persico.
- Nell’aprile 1991 Andreotti, alla guida del suo VII Governo, riconferma De Michelis al Ministero degli affari esteri.