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L’Italia e le Organizzazioni regionali e multilaterali asiatiche

Il bisogno di rafforzare le relazioni tra  i Paesi dei due Continenti va anche concepito in una prospettiva multilaterale. L’Asia e il Pacifico rivestono sempre più un ruolo chiave nella riaffermazione del principio del multilateralismo. Anche grazie al contributo di numerosi Paesi dell’area si sta infatti rilanciando il principio multilaterale nella ricerca di soluzioni di pace per tutte le grandi aree di tensione come l’ Afghanistan, dove siamo fortemente impegnati, o come la questione del nucleare in Iran e nella Penisola Coreana nonché per le maggiori sfide con cui siamo confrontati, come la lotta al terrorismo internazionale, il dialogo fra le religioni, le questioni ambientali e climatiche, citando solo alcuni dei grandi argomenti a carattere “globale”.

L’ Italia guarda con grande attenzione e desiderio di crescente collaborazione agli organismi multilaterali regionali nello scacchiere asiatico e del Pacifico, ed in particolare all’Asia-Europe Meeting (ASEM) ed all’ Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico (ASEAN).

Per quanto riguarda il dialogo complessivo fra l’Europa e l’Asia, l’ASEM  rappresenta il quadro di riferimento più importante nonché il principale foro multilaterale delle relazioni euro-asiatiche. Fondato nel 1996, l’ASEM si contraddistingue per la multidimensionalità (viene ricercato un sostanziale equilibrio fra le dimensioni politica, economica e culturale) e per l’enfasi sulla eguaglianza e parità tra i Paesi membri. Ne fanno parte, per l’Europa, i ventisette Paesi dell’UE più la Commissione e, per l’Asia, la Cina, la Corea del Sud, il Giappone, l’India, il Pakistan, la Mongolia, il Segretariato ASEAN e i dieci membri dell’ASEAN (Brunei, Filippine, Indonesia, Malesia, Singapore, Thailandia, Vietnam, Laos, Cambogia e Myanmar).

Il 23-24 ottobre 2008 si è svolto a Pechino il Vertice ASEM VII, a livello di Capi di Stato e di Governo. Il Vertice è stato intitolato “Vision and Action: Towards a Win-Win Solution”. e si è articolato in diverse sessioni di lavoro, dedicate rispettivamente alle sfide globali (sicurezza alimentare, gestione delle catastrofi naturali), all’ economia globale ed alla situazione finanziaria, allo sviluppo sostenibile (obiettivi di sviluppo del millennio, sicurezza energetica e cambiamenti climatici, coesione sociale), al dialogo tra civilizzazioni. Il Presidente del Consiglio Berlusconi ha guidato la delegazione italiana a questo importante appuntamento di dialogo tra Europa ed Asia.

Nel contesto ASEM si svolgono inoltre, su base regolare, riunioni a diverso livello (ministeriali, alti funzionari, esperti).  Il 25-26 maggio si è svolta ad Hanoi l’ultima riunione dei Ministri degli Esteri dei Paesi ASEM, focalizzata in particolare sulla attuale crisi economica e finanziaria nonché sulle altre sfide globali su cui i Paesi europei ed asiatici hanno comuni interessi a dialogare e stabilire un’efficace collaborazione.

Per quanto riguarda iniziative settoriali nel contesto ASEM, l’Italia ha organizzato nel marzo 2009 a Taranto un seminario sul tema “New Technologies for Demining and Human Security”. Vi hanno preso parte rappresentanti di numerosi Paesi ASEM, nonché di organismi internazionali specializzati (UNMAS, ITEP etc.), società civile ed imprese impegnate nella produzione di tecnologie applicabili al settore. Si tratta del primo seminario ASEM organizzato dall’Italia su un tema specifico, con l’obiettivo di: realizzare un foro di incontro e dialogo tra Paesi affetti dal problema delle mine e Paesi produttori di tecnologie applicabili allo sminamento; facilitare contatti tra produttori di tecnologie, esperti del settore e Paesi interessati alla risoluzione del problema sul proprio territorio; favorire il dialogo tra gli stessi Paesi affetti dal problema.

L’Italia guarda inoltre con interesse alla tematica del dialogo inter-religioso in ambito ASEM. Di recente la co-sponsorizzazione italiana del V ASEM Interfaith Dialogue (Seoul, 23-25 settembre 2009) ha consentito di confermare il nostro impegno sul tema del dialogo inter-religioso tra Europa ed Asia, proseguendo sulla linea inaugurata nel 2007 quando abbiamo co-presieduto la riunione di Nanchino assieme alla Cina (III IFD) e continuata con la co-sponsorizzazione della riunione di Amsterdam (IV IFD).

L’Italia è  tradizionalmente molto favorevole ai processi di integrazione regionale, e siamo quindi pronti e pienamente disponibili a sostenere tale processo in Asia, nonché contribuirvi per quanto possibile, proponendo in particolare una più intensa collaborazione fra Unione Europea ed ASEAN. Il 15 dicembre 2008, nel corso della XIV riunione dei Ministri degli Esteri dei Paesi ASEAN tenutasi a Jakarta, è entrata in vigore la Carta ASEAN, conferendo al blocco regionale, nato nel 1967, una nuova dimensione per rafforzare l’integrazione e la democrazia tra i dieci Stati membri (Indonesia, Thailandia, Malaysia, Filippine, Singapore, Cambogia, Brunei, Vietnam, Laos e Myanmar). La Carta concede personalità giuridica all’organizzazione e dovrebbe costituire un primo passo verso la creazione di uno spazio economico di libero scambio entro il 2015, che possa meglio sviluppare il notevole potenziale economico dell’area.

Il 27-28 maggio 2009 si è svolta a Phnom Penh, Cambogia, la 17ma riunione dei Ministri degli Esteri UE-ASEAN: le discussioni  si sono focalizzate su questioni regionali ed internazionali, sulla sicurezza non tradizionale, sulla crisi economica e finanziaria, sul cambiamento climatico. La riunione di Phnom Penh ha coinciso con il primo biennio di implementazione del Piano di Azione (PoA) e della “Nuremberg Declaration on an EU-ASEAN Enhanced Partnership”. Il PoA è un piano per sviluppare le relazioni UE-ASEAN  e la cooperazione a medio termine (2007-2012) in maniera che sia di mutuo beneficio per le parti, le cui  linee guida sono state date dalla Dichiarazione di Norimberga.  L’obiettivo principale perseguito dal PoA è quello di approfondire il dialogo politico e la cooperazione inter-regionale, usando appieno i fori di dialogo bilaterali. Vi sono comprese anche la cooperazione in materia di sicurezza – incluse la prevenzione dei conflitti e gestione delle crisi – la cooperazione economica nei tradizionali ambiti commerciali e di investimenti, la cooperazione in materia di sicurezza energetica, cambiamenti climatici, ambiente, sviluppo sostenibile, la cooperazione culturale e sociale attraverso l’istruzione ed i contatti tra i popoli, dando particolare rilevanza alla salute pubblica, al ruolo delle donne, la gestione delle emergenze, la scienza e la tecnologia. In occasione dell’ultima riunione dei Ministri degli Esteri UE-ASEAN, è stata espressa soddisfazione per i progressi realizzati nel primo biennio del PoA ed è stata adottata la Phnom Penh Agenda, una lista di attività da realizzare nel prossimi due anni (2009-2010), incentrate particolarmente su sicurezza energetica, sicurezza alimentare e sanitaria, crisi economica e finanziaria, nonché sulla condivisione dell’esperienza europea nel processo di integrazione.

Si segnala infine che l’interesse dell’Italia per le organizzazioni regionali asiatiche si rivolge anche alle organizzazioni più strettamente asiatiche, come ad esempio la Shanghai Cooperation Organization (SCO),la SAARC, l’ASEAN +3 (si tratta di incontri dei 10 paesi ASEAN con Cina, Giappone e Corea del Sud), l’East Asia Summit (EAS, che comprende i 10 membri ASEAN, più Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Australia e Nuova Zelanda),  che sempre più influiscono sugli equilibri economici e geopolitici del continente asiatico.