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L’Italia e l’Artico

L’Italia vanta una storia ultracentenaria in Artico, risalente alla spedizione del Duca degli Abruzzi del 1899 ed alle missioni di Umberto Nobile del 1926 e del 1928. In quelle spedizioni il supporto della Regia Marina è stato significativo, sia per le attività idrografiche che per quelle di soccorso. Il legame dell’Italia con l’Artico è proseguito nel tempo, attraverso l’azione di esploratori e scienziati, tra questi l’antropologo Silvio Zavatti, che si è dedicato allo studio dei popoli del Nord, in particolare gli Inuit, e Guido Monzino, che nel 1971 ha raggiunto il Polo Nord su slitte trainate da cani. L’avvio nel 1990 di attività di ricerca da parte dell’Università di Roma presso l’Osservatorio Atmosferico Artico di Thule in Groenlandia e l’apertura nel 1997 da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) della Base Dirigibile Italia alle Isole Svalbard rappresentano l’inizio dell’attuale presenza italiana in Artico. Oltre al CNR, anche gli altri istituti di ricerca italiani, in particolare l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) hanno negli anni operato nella regione, delineando una consolidata presenza di elevato livello scientifico.

Tale apprezzato contributo alla ricerca in Artico, assieme all’interesse economico di alcune importanti imprese, ha costituito la base della richiesta formulata al Consiglio Artico per ottenere lo status di Paese osservatore, accettata nel 2013. Per preparare tale richiesta, fu istituito presso la Farnesina il Tavolo Artico, un foro di coordinamento tra Ministeri, enti ed imprese, che tuttora si riunisce regolarmente e costituisce la sede principale di riflessione ed interazione tra gli attori istituzionali ed industriali italiani interessati all’Artico. Proprio nel quadro del Tavolo Artico, è stato quindi elaborato nel 2015-2016 un documento di indirizzo, denominato “Verso una strategia italiana per l’Artico – linee guida nazionali”. Il documento riassume le origini, l’evoluzione e gli obiettivi della presenza italiana in Artico, evidenziando l’impegno politico, la dimensione ambientale ed umana, le attività scientifiche, la cooperazione economica. Alla Strategia italiana in Artico la Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati ha dedicato, nel 2016-2017, un’indagine conoscitiva, con le audizioni di rappresentanti istituzionali italiani e dell’Unione Europea, ambasciatori stranieri, esponenti del mondo scientifico e delle imprese.

Nelle conclusioni di tale indagine, viene ribadito che “la partecipazione dell’Italia alle dimensioni di cooperazione politica in Artico rappresenta una priorità strategica alla luce dei mutamenti in atto nella regione, causati dai cambiamenti climatici e dall’interazione stretta che in Artico si registra tra i maggiori attori internazionali”. Inoltre, viene evidenziato che “nell’impegno per il rafforzamento delle risorse destinate alla ricerca, appare urgente che il nostro Paese riconosca la specificità della ricerca in Artico individuando strumenti istituzionali e finanziari dedicati, necessari per irrobustire i canali di cooperazione scientifica internazionale e valorizzare l’eccellenza italiana nel settore”. La stessa Commissione Affari Esteri ha quindi promosso, nella legge di bilancio per il 2018, la costituzione del Comitato Scientifico per l’Artico (CSA) e l’istituzione del Programma di Ricerche in Artico (PRA), con l’obiettivo di fornire un ulteriore sostegno agli enti di ricerca e definire un quadro coerente per un rafforzato impegno della comunità scientifica italiana. Al PRA è stato dedicato un evento nel quadro del Centenario del CNR il 9 febbraio 2023 e le iniziative finanziate sono riportate nell’apposito sito web www.programmaricercaartico.it.

Nel suo approccio alle questioni artiche, l’Italia segue alcuni principi di base, in linea con gli impegni connessi alla partecipazione al Consiglio Artico in qualità di Stato Osservatore: rispetto della sovranità degli Stati artici e delle regole del diritto internazionale applicabili all’Artico, in primo luogo il diritto del mare; promozione della tutela delle tradizioni e delle culture locali e dei popoli indigeni, nonché della collaborazione internazionale, multilaterale e bilaterale, sui temi artici; contributo allo sviluppo economico dell’Artico, con il coinvolgimento del mondo imprenditoriale, nel quadro dei più elevati standard di protezione ambientale e dei principi dello sviluppo sostenibile; protezione dell’ambiente marino e sicurezza della navigazione. In tale ottica, è stato designato un referente per ognuno dei sei gruppi di lavoro permanenti del Consiglio Artico, nonché per alcuni gruppi di esperti.

La validità dell’apporto dell’Italia al Consiglio Artico, con un approccio corale che valorizza il contributo di Ministeri (MUR, MASE, Difesa attraverso la Marina Militare per il tramite dell’Istituto Idrografico della Marina, MIT, attraverso il Comando Generale delle Capitanerie di Porto), enti di ricerca (in particolare CNR, ENEA, INGV e OGS), Università ed istituti di formazione, nonché delle principali imprese italiane interessate all’Artico, viene periodicamente evidenziata nel rapporto al Consiglio Artico sul contributo quale Stato Osservatore. L’Italia partecipa anche ad altri contesti internazionali dedicati all’Artico, sia di natura istituzionale, in primo luogo l’Arctic Science Ministerial Meeting, la cui terza riunione si è tenuta a Tokyo nel maggio 2021, sia di natura congressuale, come ad esempio Arctic Circle. Da segnalare anche il contributo nell’ambito dell’IMO (International Maritime Organization) per la definizione della normativa applicabile alle navi che operano in acque polari (Polar Code).

La ricerca scientifica costituisce quindi il motore primo della presenza italiana in Artico, a partire dal decisivo impulso costituito negli anni Ottanta dall’aggregazione di una “comunità polare” intorno al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). Vennero così avviate negli anni Novanta le attività nella Base “Dirigibile Italia” alle Isole Svalbard (CNR), nonché a Thule in Groenlandia nell’ambito dell’osservatorio internazionale THAAO (Università “Sapienza” di Roma, ENEA e INGV). Molte sono le ricerche che da allora sono state svolte e numerose sono attualmente in corso, spesso nel quadro di collaborazioni internazionali e di programmi dell’Unione Europea. La nuova nave di ricerca polare “Laura Bassi” dell’OGS, impiegata principalmente in Antartide, ha svolto nel 2021 la sua prima campagna in Artico, permettendo la realizzazione di tre progetti finanziati dal PRA (la “Laura Bassi” ha sostituito la “OGS Explora”, che aveva condotto cinque campagne in Artico, oltre a quelle in Antartide). Tra le più importanti iniziative vanno inoltre ricordate, anche per il loro carattere corale, con la partecipazione di tutti i principali enti di ricerca, le campagne annuali di geofisica marina avviate nel 2017 dalla Marina Militare, per il tramite dell’Istituto Idrografico, nel quadro del programma pluriennale denominato “High North”, giunto al suo terzo triennio (2023-2025).

In Artico operano alcune importanti imprese italiane, che sono pienamente coinvolte nei lavori del Tavolo Artico, al fine di assicurare ogni possibile sinergia tra le varie componenti del sistema paese. Esse sono portatrici, nelle loro attività nella regione, di un elevato livello di tecnologia, per assicurare il massimo rispetto di un contesto ambientale di particolare delicatezza. Mirano altresì a coinvolgere nelle loro iniziative le popolazioni locali ed indigene, depositarie di un prezioso patrimonio di conoscenze legate al territorio ed alle sue tradizioni. Tra queste imprese si possono citare: ENI, che nella piattaforma off-shore di Goliat, nel mare di Barents (Norvegia), e in Alaska, nel North Slope, applica standard operativi e soluzioni tecnologiche all’avanguardia, adatte a condizioni operative estreme mettendo in pratica – con l’attivo coinvolgimento delle popolazioni indigene – innovativi sistemi di prevenzione degli oil-spill; e-Geos, che commercializza i dati del sistema satellitare Cosmo-SkyMed e collabora con diverse società norvegesi e con l’Istituto Meteorologico finlandese; Fincantieri, attiva in Norvegia, Stati Uniti e Canada nella costruzione di navi atte alla navigazione polare. Il CNR e l’ENI hanno firmato nel marzo del 2019 un Memorandum per l’istituzione di quattro centri di ricerca nell’Italia meridionale rivolti in particolare ai giovani ricercatori, di cui uno, a Lecce, dedicato all’Artico ed ai cambiamenti climatici.

Infine, una dimensione di rilievo è quella della divulgazione in Italia delle tematiche artiche e della valorizzazione all’estero dell’impegno italiano in Artico. Nel dicembre 2014 è stata organizzata presso la Venice International University la conferenza internazionale “Mutamenti Climatici nell’Artico” e nel 2016 alla Farnesina si è tenuto una conferenza internazionale dal titolo “The Arctic Council and the Italian Perspective – The 20th Anniversary of the Ottawa Declaration”. Nel novembre 2016 è stata inaugurata a Genova presso il Palazzo Ducale la mostra del CNR “Artico: un viaggio interattivo al Polo Nord”, poi portata in diverse città italiane e a febbraio 2020 nella sede del CNR a Roma. Nel novembre 2018 il Milan Center for Food Law and Policy ha organizzato a Genova il Forum “New Arctic, Old Mediterranean – together for an extraordinary destiny”. Nell’aprile 2019 l’Istituto Idrografico della Marina Militare ha allestito a Genova l’esposizione “La Marina Italiana al Polo Nord”. Nell’ottobre 2022 il Comando Truppe Alpine dell’Esercito Italiano ha organizzato a Bolzano un convegno dal titolo “Artico: il nuovo grande gioco mondiale”, mentre nel novembre dell’anno successivo al Centro Studi Americani di Roma si è tenuto un workshop dal titolo “The future of the Arctic: conflict or cooperation?”. Il 30 novembre 2023 l’Osservatorio Artico, magazine on line in italiano dedicato all’Artico, ha organizzato a Genova la terza edizione di un incontro intitolato “Italia chiama Artico”. Va altresì ricordato che a Fermo ha sede un Museo Polare, collegato all’Istituto Geografo Polare “Silvio Zavatti”, che pubblica anche la rivista “Il Polo”.

La SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale) tiene dal 2016 un Master in “Sviluppo Sostenibile, Geopolitica delle Risorse e Studi Artici” e dal 2018 organizza ogni anno il simposio internazionale “Arctic Connections”, in collaborazione con l’Ambasciata di Norvegia a Roma e l’Università di Bodø. Dal settembre dello stesso anno è membro della rete UArctic – University of the Arctic, primo Istituto di un Paese del Mediterraneo ad esservi ammesso. Quanto ad iniziative più specificamente dedicate ai giovani, ha organizzato nel 2017 una simulazione dei lavori del Consiglio Artico denominata “One Arctic” e nel 2019 Zero Hackathon “Ocean and Polar Connections”. Nell’aprile 2023, la SIOI è stata “abroad partner” nell’High North Dialogue di Bodø, nel cui ambito ha proposto una sessione dal titolo “The High North Seen from a Southern Perspective”. Sempre sul piano internazionale, ad Arctic Circle, con l’ausilio dell’Ambasciata ad Oslo sono state organizzate due break-out session, nel 2018 sull’Italia in Artico, con la partecipazione di CNR, INGV, Istituto Idrografico della Marina ed e-Geos, e nel 2019 sul tema dell’alta tecnologia nella prevenzione dei rischi, con la partecipazione di CNR, ENEA, INGV, Istituto Idrografico della Marina, ENI, e-Geos e Fincantieri. Nel 2018, l’Inviato speciale del MAECI per l’Artico ha effettuato una presentazione in plenaria sul tema “Italy’s engagement in the Arctic”. Nell’edizione 2023 il CNR ha organizzato altre due break-out session, una sul contributo italiano al monitoraggio dell’Artico e l’altra, dal taglio maggiormente internazionale, sull’”Arctic critical zone”. Infine, di particolare rilievo l’istituzione presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia nel 2019 di un Dottorato in Scienze Polari, divenuto nel 2023 Dottorato di Interesse Nazionale.