Con un vero e proprio ”gesto d’amore” per un paese che da decenni e’ squassato da guerre e sofferenze di ogni genere, lo scultore piemontese Giuseppe Penone, maestro dell’arte povera italiana, ha regalato una sua scultura a Kabul, capitale dell’Afghanistan. L’opera (‘Radici di pietra, 2012′) e’ stata collocata nella terrazza piu’ alta dei Giardini di Babur – storico parco della capitale afghana scelto nel XVI secolo dal primo imperatore dei Moghul come luogo per la sua sepoltura – nel quadro della rassegna d’arte dOCUMENTA 13 che nel 2012 si svolge a Kabul oltre che nella sede tradizionale di Kassel, in Germania.
27 artisti di 13 paesi
All’inaugurazione della rassegna, che si svolge con il contributo di 27 artisti di 13 paesi (fra cui per l’Italia anche Lara Favaretto), e’ intervenuto il ministro afghano della Cultura, Sayed Makhdoom Raheen, l’ambasciatore italiano Luciano Pezzotti e quello tedesco, Rudiger Koenig, poiche’ coordinatore dell’evento e’ il Goethe Institut. In particolare Pezzotti ha sottolineato il grande entusiasmo con cui il governo italiano ha accompagnato l’iniziativa di Penone, ” trasportando la scultura con i nostri aerei militari”.
L’arte ha ruolo primario nei processi sociali di ricostruzione
Fin dal 1969 l’albero e’ stato un motivo ricorrente dell’immaginazione creativa di Penone che gia’ due anni fa ha concepito un’altra opera (‘ Idee di Pietra 2004/2008/2010’), simile a quella donata a Kabul, per il Karlsaue Park di Kassel. La curatrice di dOCUMENTA 13, Carolyn Christov-Bakargiev, ha spiegato che la presente edizione ”esplora l’impegno e gli spazi ed i luoghi dove il crollo e la rinascita sono articolati attraverso l’intuizione, la ricerca ed i materiali. La guerra crea dei fatti – ha detto – ma l’arte anche crea fatti di un ordine differente, e l’arte ha un ruolo primario da svolgere nei processi sociali di ricostruzione attraverso l’immaginazione”.
Opera donata e finanziata dall’artista italiano
Circa l’opera che Penone ”ha donato e che ha finanziato di tasca sua”, la curatrice ha dichiarato all’ANSA che ”si tratta di un lavoro meraviglioso”, una prova che ”la scultura puo’ lavorare all’interno della memoria della materia”. ‘Radici di pietra, 2012′ e’ formata da un tronco di marmo del peso di una tonnellata in cui Penone e’ intervenuto scolpendo rilievi lungo le venature della pietra e che, appoggiato su una base, sale obliquamente e si innesta in un albero vero e in crescita del giardino di Babur.
”E’ avvincente – sottolinea Christov-Bakargiev – perche’ il visitatore osserva e riflette chiedendosi se e’ la scultura che seziona l’ albero o viceversa. Inoltre la fusione del naturale e dell’artificiale e’ un invito a collegare differenti luoghi e tempi, oltre che l’arte con la vita”.