Rafforzare la collaborazione tra Italia e Svezia nel settore delle nanotecnologie. Con questo obiettivo si e’ svolto a Stoccolma il secondo workshop italo-svedese dedicato all’impatto sulla salute delle nanoparticelle, che ha riunito i principali esperti dei due Paesi per un confronto sullo stato della ricerca nel settore. Promotore dell’iniziativa e’ stata l’Ambasciata italiana a Stoccolma, che ha organizzato il convegno in collaborazione con il Karolinska Institutet e l’universita’ di Roma Tor Vergata.
Medicina rigenerativa
Aprendo il convegno, l’Ambasciatore Angelo Persiani ha ricordato la leadership di Italia e Svezia nei settori della sanita’ e delle nanotecnologie, sottolineando l’importanza che la collaborazione tra i due Paesi si traduca nella presentazione di progetti congiunti nel quadro europeo. Tra i campi di ricerca piu’ interessanti emersi dal convegno, quello della medicina rigenerativa, illustrata dal professor Paolo Macchiarini, leader mondiale nell’applicazione di questa tecnica, che punta a sostituire i trapianti convenzionali con la realizzazione di tessuti ed organi artificiali.
Gli interventi successivi, nei quali si sono alternati tredici esperti italiani e dieci svedesi, hanno offerto un quadro della ricerca nei due paesi in questo campo, da cui e’ risultato che le nanoparticelle, sia naturali che prodotte artificialmente, possono essere egualmente dannose o vantaggiose per la salute secondo le condizioni dell’ambiente e delle particelle stesse. Sono emerse cioè numerose applicazioni terapeutiche, in cui la tossicita’ delle nanoparticelle viene usata per distruggere cellule malate o tumorali. D’altra parte, alcune nanoparticelle possono anche essere oltremodo dannose, soprattutto quelle a forma molto allungata come i nanotubi di carbonio.