Rapporti economici e scambi bilaterali, ma anche un’importante opportunità di confronto sui dossier più caldi della regione: dalla Siria allo stallo del processo di pace in Medio Oriente, al dossier nucleare iraniano. Questi i temi al centro del terzo vertice intergovernativo Italia-Israele, il primo sotto la guida di Mario Monti dopo quello del giugno 2011 a Roma del governo Berlusconi.
Monti, giunto a Tel Aviv con una folta delegazione di ministri, tra cui Giulio Terzi, si è poi trasferito a Gerusalemme per una fitta agenda di incontri, tra gli altri con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, il presidente Shimon Peres ed il governatore della Banca centrale d’Israele Stanley Fischer.
Vertice ‘business oriented’
Si tratta di un vertice ‘business oriented’ – che si concluderà con la firma di una serie di accordi intergovernativi – centrato su tre temi, ‘crescita, scienza e cultura’. L’obiettivo è portare avanti quella ‘diplomazia economica’ voluta dal Governo per promuovere iniziative volte a facilitare i contatti delle imprese italiane, in particolare le Pmi, con i possibili partner oltrefrontiera, con la presenza, insieme alla delegazione governativa, anche di start up nel settore dell’Information Technology e rappresentanti della comunità scientifica.
Sanzioni per rispetto risoluzioni
In agenda ci sono anche i più delicati dossier di politica estera, affrontati da Terzi nel corso di un bilaterale con il collega Avigdor Lieberman. A partire dal nucleare iraniano, su cui Israele – ha riferito Terzi al termine del colloquio – apprezza “l’impegno dell’Ue soprattutto dopo il rafforzamento delle sanzioni dei 27 contro Teheran”, nella speranza che possano contribuire al rispetto delle risoluzioni dell’Onu da parte iraniana.
Terzi e Lieberman hanno anche espresso preoccupazione per la possibilità dell’allargamento della crisi siriana in particolare al Libano. Il titolare della Farnesina ha riferito al collega israeliano dei suoi recenti contatti con i rappresentanti dell’opposizione siriana. Lieberman ha espresso invece, da parte israeliana, preoccupazione per i tentativi dell’autorità palestinese all’Onu per avere lo status di ‘Stato non membro’.