Un gruppo di oltre venti ambasciatori dell’Unione Europea accreditati in Afghanistan hanno realizzato insieme una visita senza precedenti alla provincia di Herat, su iniziativa dell’Ambasciata italiana, incontrando il governatore provinciale Daoud Shah Saba, il procuratore generale Maria Bashir e il capo del Comando regionale occidentale (RC-W), generale di brigata Ignazio Gamba.
Accompagnati dallo speciale rappresentante della Ue a Kabul, Vygaudas Usackas, che ha ringraziato per l’iniziativa l’Ambasciatore italiano Luciano Pezzotti ed il comando regionale Isaf guidato dall’Italia, gli ambasciatori hanno avuto incontri con autorità ma anche con rappresentanti delle istituzioni locali, del mondo degli affari e della società civile.
Accordo di cooperazione per il partenariato e lo sviluppo (Capd)
“La Ue e i suoi Stati membri – ha osservato da parte sua Usackas – rimarranno dietro e a lato dell’Afghanistan accompagnandolo nelle trasformazioni del decennio a venire (dopo il ritiro delle truppe Nato alla fine del 2014) e che riguarderanno la costruzione di solide istituzioni locali, una migliore governance, il rispetto dei diritti delle donne, la costruzione di una economia autosufficiente e la costituzione di forze di sicurezza professionalizzate”. La Ue, ha concluso, utilizzerà per contribuire a questo sforzo l’Accordo di cooperazione per il partenariato e lo sviluppo (Capd) che servirà da quadro giuridico vincolante per le relazioni bilaterali, contribuendo a rafforzare la governance, i diritti umani, una più efficiente giustizia, l’agricoltura, il commercio e gli investimenti.
Transizione riuscita
Dall’ambasciata italiana a Kabul si fa inoltre notare che “portare oltre venti ambasciatori ad Herat in una volta sola è evidente dimostrazione che la transizione in quella provincia è riuscita”. “Le forze di sicurezza nazionali afghane (Ansf) – si sottolinea – riescono ad avere il controllo del territorio, garantendo quindi alla popolazione, anche con la collaborazione del RC-W, una condizione di sicurezza sufficiente”. La delegazione era anche accompagnata dal capo della missione Eupol in Afghanistan, Karl Ake Roghe, e questo, si aggiunge, “rafforza il significato simbolico della visita”. Si passa gradualmente “da una presenza internazionale maggiormente impegnata nei settori della sicurezza e della stabilizzazione, ad una più centrata sul ‘civile'”.