Celebrato a Islamabad l’impegno italiano a favore del ricco patrimonio culturale pakistano: con un ricevimento nel compound dell’ambasciata italiana, si sono festeggiati i 58 anni della missione archeologica italiana nello Swat, impiantata stabilmente a Saidu Sharif dall’orientalista Giuseppe Tucci nel lontano 1956. Prendendo la parola di fronte a oltre 200 ospiti, tra cui il vice ministro degli Esteri pakistano, l’ambasciatore Adriano Chiodi Cianfarani ha valorizzato il lavoro svolto da quattro generazioni di archeologi italiani della missione, che puo’ vantare all’attivo la scoperta di circa 200 siti. Tra questi, si annoverano il piu’ grande ‘stupa’ del Pakistan, la moschea di Udegram del 1048, la piu’ antica del Nord del Paese, che grazie all’intervento italiano e’ stata riaperta al culto, un antico tempio indu’, una necropoli di 3mila anni fa e la citta’ indo-greca di Barikot, ancora oggi il piu’ grande scavo archeologico del Paese. Inoltre, la missione ha condotto il restauro del gigantesco Budda di Jahanabad, il cui volto era stato fatto esplodere dai talebani nel 2007 e ha completato la costruzione di un grande museo dello Swat, inaugurato lo scorso novembre a Saidu Sharif.
Restauro del Budda di Jahanabad, museo dello Swat e Act – Archaeology Community Tourism
A questo, si aggiunge il progetto della Cooperazione Act – Archaeology Community Tourism, che ha preparato 230 operatori, creando posti di lavoro tra la popolazione della valle. Un impegno riconosciuto e molto apprezzato dal vice ministro degli Esteri, che ha voluto ringraziare l’Italia per l’importante contributo alla valorizzazione del patrimonio culturale pakistano. Nel corso dell’evento e’ stato anche presentato da Luca Olivieri, capo della missione archeologica, un film realizzato dalla famosa regista-attrice Feryal Gauhar sul complesso restauro del Buddha gigante di Jahanabad