Chi dice Fosco Maraini dice un etnologo, un orientalista, un viaggiatore, uno scultore, uno scrittore e un poeta. E dice anche un artista che fece della fotografia “uno dei mezzi a sua disposizione per cogliere l’essenza di fatti, civiltà e persone”. Oggi è il Giappone a rendergli omaggio: da martedì 16 a martedì 30 giugno la Sala Esposizioni dell’ Istituto Italiano di Cultura di Tokyo ospiterà, infatti, la mostra “L’incanto delle donne del mare” che raccoglie le 30 fotografie (tutte in bianco e nero) scattate in Giappone nel 1954 dal fotografo conosciuto anche per essere il padre della scrittrice Dacia Maraini.
Fotografia “uno dei mezzi a sua disposizione per cogliere l’essenza di fatti, civiltà e persone”.
La prima permanenza in Giappone di Maraini – scomparso a Firenze l’8 giugno del 2004 – risale al 1939 ed è legata a una serie di studi sull’etnia Ainu. Rientrato in patria alla fine della guerra, Maraini torna in Giappone nel 1954 per svolgere una serie di ricerche e raccogliere una documentazione fotografica sulle donne “ama” nella zona di Hekura, nella penisola di Noto. Maraini con i suoi scatti ha raccontato la vita delle “ama” (che in giapponese significa “donne del mare” ): donne che si immergevano in apnea – per anche due minuti nelle acque gelide e su fondali profondi – in cerca di crostacei e molluschi. Le foto non illustrano solo il lavoro delle “ama” ma anche la vita di tutti i giorni e le tradizioni dei villaggi