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Il ministro Alfano incontra il suo omologo spagnolo

dastis

 

Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, ha avuto un colloquio con il suo omologo spagnolo, Alfonso Maria Dastis Quecedo, a margine della XII Conferenza degli Ambasciatori, a cui il ministro Dastis ha partecipato come ospite d’onore. Tra i temi affrontati, si contano le relazioni bilaterali, la Brexit, la situazione in Libia e la questione migratoria.

“La Spagna è un partner economico e commerciale imprescindibile e sono lieto di constatare che il nostro interscambio, dopo la difficile fase dovuta alla crisi economica, abbia ripreso a crescere fortemente negli ultimi due anni”, ha dichiarato il ministro Alfano al suo omologo. “Siamo favorevoli a rilanciare un vertice bilaterale nel 2017 e guardiamo con interesse anche allo svolgimento del Forum delle società civili, previsto a Roma i prossimi 2 e 3 ottobre, testimonianza della vitalità del rapporto tra i nostri Paesi”, ha aggiunto il titolare della Farnesina.

“Dobbiamo lavorare per minimizzare gli effetti negativi della Brexit sui cittadini dell’Unione europea, sulle nostre imprese e sulle Pubbliche Amministrazioni dell’UE e degli Stati membri”, ha specificato poi Alfano.

Con riferimento all’incontro a Parigi tra Serraj e Haftar, il ministro Alfano ha dichiarato di avere appreso con favore che le Nazioni Unite saranno presenti all’incontro. “In questa fase, è cruciale trasmettere un coeso messaggio di sostegno a Ghassan Salame’”, ha specificato il ministro. “Il rilancio del processo politico, su basi inclusive e di riconciliazione nazionale, rimane fondamentale per una più ampia stabilizzazione della Libia, anche in chiave di contrasto al terrorismo e al traffico illegale di esseri umani. Qualunque sviluppo in Libia, o qualunque iniziativa che la riguardi, comporta inevitabilmente un impatto sull’Italia e la sua sicurezza”, ha sottolineato il ministro.

Sul tema dei flussi migratori, il titolare della Farnesina ha ribadito che l’Italia si sta assumendo pienamente le sue responsabilità e che ora tocca all’Unione europea e agli altri Stati membri mostrare solidarietà, anche attraverso la piena attuazione delle decisioni sulla ricollocazione.