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Dichiarazione congiunta sull’Afghanistan

Traduzione di cortesia. Per la versione originale in lingua inglese clicca qui.

Gli Inviati speciali e i Rappresentanti per l’Afghanistan di Canada, Unione Europea, Francia, Germania, Italia, Giappone, Norvegia, Repubblica di Corea, Svizzera, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti si sono incontrati a Ginevra il 16 dicembre 2024 per discutere della situazione in Afghanistan. Hanno partecipato all’incontro in qualità di osservatori anche il vice- Rappresentante speciale per l’Afghanistan nella Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA), il Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani, i Rappresentanti della Banca mondiale (BM) e dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC).

Gli Inviati speciali e i Rappresentanti per l’Afghanistan:

1. hanno espresso profonda preoccupazione per le decisioni dei Talebani del dicembre 2024 di vietare a donne e ragazze di frequentare istituti di formazione medica pubblici e privati; e hanno espresso preoccupazione per il fatto che questo nuovo divieto avrà conseguenze devastanti per tutti gli afghani, in particolare madri e neonati, sia già nati che non ancora nati, sia maschi che femmine, e destabilizzerà ulteriormente un sistema sanitario già fragile. Queste decisioni, che fanno seguito alla “Legge sulla promozione della virtù e la prevenzione del vizio” dei Talebani annunciata nell’agosto 2024, ampliano gli oltre 80 editti repressivi e discriminatori volti a escludere donne e ragazze afghane dall’istruzione, dalla vita pubblica ed economica. Chiediamo l’immediata revoca di queste pratiche e politiche inaccettabili.

2. Hanno preso atto con profonda preoccupazione dei recenti attacchi terroristici a Kabul e nella regione, nonché della costante minaccia che il terrorismo rappresenta per la sicurezza e la stabilità in Afghanistan; e hanno preso atto delle azioni dei Talebani per contrastare le minacce terroristiche dell’ISIS-K, ricordando al contempo la necessità che i Talebani adottino misure per contrastare le minacce terroristiche, in conformità con la Risoluzione 2593 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sottolineando che alcuni gruppi terroristici risiedono ancora in sicurezza all’interno dell’Afghanistan e sono in grado di pianificare e portare a termine attacchi terroristici interni e transfrontalieri.

3. Hanno sottolineato che il raggiungimento di una stabilità a lungo termine in Afghanistan richiede un dialogo nazionale credibile ed inclusivo che porti ad un ordine costituzionale con un sistema politico rappresentativo ed inclusivo, nonché leader politici responsabili e lo Stato dell’Afghanistan che rispetti i propri obblighi internazionali.

4. Hanno sottolineato la necessità di attuare la Risoluzione 2721 (2023) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ha preso atto positivamente della valutazione indipendente delle Nazioni Unite elaborata ai sensi della Risoluzione 2679 (2023) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; hanno incentivato gli Stati membri e tutti gli altri stakeholder rilevanti a considerare l’attuazione delle sue raccomandazioni e hanno chiesto al Segretario generale delle Nazioni Unite di nominare un inviato speciale per l’Afghanistan per portare avanti un processo tra gli stakeholder afghani e la comunità internazionale per la pace e la stabilità a lungo termine in Afghanistan.

5. Hanno elogiato il lavoro delle Nazioni Unite, incluso il Processo di Doha guidato dall’ONU, e hanno riconosciuto l’importante e specifico lavoro dell’UNAMA, delle agenzie dell’ONU presenti nel paese, della Banca Mondiale, della Banca Asiatica di Sviluppo e delle numerose ONG internazionali e locali e degli altri attori umanitari che continuano a sostenere il popolo afghano durante l’attuale crisi sociale e umanitaria.

6. Hanno ribadito che le ONG internazionali sono indispensabili per il lavoro umanitario in Afghanistan e hanno rafforzato l’importanza di una risposta umanitaria unitaria che includa la rappresentanza delle agenzie delle Nazioni Unite, delle ONG internazionali e nazionali e degli altri attori umanitari.

7. Hanno sottolineato la necessità di continuare ad aiutare gli afghani che soffrono nell’attuale crisi umanitaria con la dovuta considerazione per le popolazioni vulnerabili, tra cui donne e famiglie con donne come capofamiglia, bambini e membri di comunità di minoranze etniche e religiose.

8. Hanno auspicato di approfondire l’impegno con i paesi vicini e gli altri paesi della regione per una risposta congiunta alla situazione in evoluzione in Afghanistan, ivi compresa la lotta a potenziali minacce provenienti dall’Afghanistan, come il terrorismo e l’immigrazione illegale, per la sicurezza e la stabilità regionale; hanno elogiato gli sforzi dei paesi a maggioranza musulmana e dell’OIC nell’impegnarsi con i Talebani sui diritti delle donne e delle ragazze e hanno accolto con favore la leadership che hanno dimostrato su questioni quali l’accesso all’istruzione, incentivandoli  a continuare il loro impegno attivo su queste e su altre questioni correlate.

9. Hanno espresso il proprio apprezzamento nei confronti della Svizzera per aver organizzato queste consultazioni e ospitato la riunione e hanno auspicato che questo gruppo di inviati speciali e rappresentanti si riunisca di nuovo nel prossimo futuro.

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