Inaugurato lo scorso 3 ottobre, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, il progetto artistico ‘Iosonovulnerabile’, una pratica performativa artistica a cura di Sergio Mario Illuminato, che sarà visibile fino al 29 novembre all’interno dei giardini dell’Istituto.
Presente in Francia l’intero team italiano che ha sviluppato questo iter culturale giunto alla sua seconda tappa, dopo la ricerca iniziata all’ex Carcere Pontificio di Velletri, e il direttore dell’Istituto, Antonio Calbi, che ne ha introdotto brevemente i contenuti: “In questo progetto che ospitiamo, apparentemente fuori dai confini, riscontriamo l’essenza e la condizione dell’arte contemporanea che non è più capace di testimoniare la violenza e la complessità della società in cui viviamo. Fotografie che riprendono le celle di una prigione e stanze piene delle storie degli atti processuali dei detenuti, una porta e altri oggetti recuperati dall’ex Carcere e riplasmati attraverso il lavoro artistico, e altri elementi che il visitatore potrà scoprire interagendo, rappresentano tracce di un profondo lavoro sulla memoria, sull’assenza, sui segni della vita consumata in prigione e sul tempo che passa e che trasforma questi oggetti in altro da sé. Siamo tornati in un tempo di guerra e ci domandiamo cosa fa l’arte per testimoniare questa condizione umana, come direbbe Jean-Paul Sartre: il team del Movimento Vulnerarte APS, in questo caso, ha cercato di recuperare degli indizi di vita non più esistenti per far ricongiungere il destino di ieri con gli occhi e la sensibilità dell’osservatore di oggi”.
Con i saluti istituzionali di Carlo Siciliano, Consigliere migrazioni giustizia e affari interni, in rappresentanza dell’Ambasciatrice italiana a Parigi Emanuela D’Alessandro, che ha apprezzato il valore semantico della messa in opera dei lavori, e dell’Onorevole Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, che – attraverso un messaggio – ha augurato momenti di intensa condivisione per un progetto che rappresenta nella sua transdisciplinarietà un modello creativo di realizzazione artistica, si è aperta la sessione concettuale di introduzione all’opera, introdotta dalla dott.ssa Anna Maria Porfidia, direttrice della scuola di arti plastiche dell’Accademia di Belle Arti di Roma, che vede molti degli allievi coinvolti nel progetto.