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Pubblicato l’inventario della III parte dell’Archivio appartenuto all’ex Istituto per il Medio ed Estremo Oriente

IsMEO
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È disponibile nella pagina web dell’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale l’inventario della terza parte dell’archivio appartenuto all’ex Istituto per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO), curato dalla dottoressa Alessandra Bonsignorio. Questo rilascio, che si inserisce nel progetto di riordino e inventariazione avviato nel 2023, comprende un totale di 58 buste, datate fra il 1965 e il 1968.
La seconda metà degli anni Sessanta costituisce una fase di lieve flessione nell’attività scientifica e didattica dell’IsMEO. I fondi stanziati come contributo dal Ministero degli Esteri subiscono infatti una drastica riduzione e alcune sedi dell’Istituto, fra cui quella storica di Torino, sono costrette a chiudere i battenti. Le tensioni geopolitiche che attraversano il continente asiatico, inoltre, condizionano i programmi dell’IsMEO, soprattutto in campo archeologico. Il conflitto indo-pakistano per il Kashmir del 1965, innanzitutto, impone un’interruzione delle missioni nella valle dello Swat per un’intera stagione, mentre il clima di crescente instabilità in Afghanistan rende sempre più complicato ottenere i permessi per gli scavi e l’esportazione di manufatti a scopo di studio.
Si mantengono fruttuosi, invece, i rapporti di collaborazione con l’Iran, nonostante la scomparsa di Enrico Mattei e i segnali del declino, ormai incombente e irreversibile, della dinastia Pahlavi. A partire dal 1964, la sede romana dell’IsMEO a Palazzo Brancaccio ospita l’Associazione italo-iraniana, inaugurata l’anno seguente sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Gronchi. Nell’autunno del 1967 prende inoltre avvio la fortunata campagna di scavi a Shahr-i Sokhta (fra i documenti presenti nell’Archivio figura un attestato di presenza di Maurizio Tosi, capo della missione archeologica dell’IsMEO a Shahr-i Sokhta, 1967, immagine nella gallery) e solo pochi mesi più tardi, nel maggio 1968, viene approvato il progetto per l’illuminazione notturna e il restauro di alcuni edifici storici di Isfahan e di Persepoli: nell’immagine di copertina, il Palazzo delle Cento Colonne a Persepoli in una fotografia dell’epoca.
Sarà proprio il Centro Restauri dell’IsMEO a vivere, dalla metà degli anni Sessanta, un periodo ricco di fermento e di traguardi importanti. Oltre ai programmi intrapresi in territorio persiano, a Kabul viene completato il restauro della Moschea dello Shah Jahan nei Giardini di Babur (in una delle immagini della gallery è possibile osservare una sezione della Moschea disegnata dall’architetto Benito Carlo Bono), ma è specialmente a Ghazni che si concentrano i maggiori sforzi del Centro. Nell’ex capitale della dinastia ghaznavide, infatti, viene portato alla luce e restaurato il Palazzo Reale del Sultano Mas’ud III, mentre il Mausoleo di Abdur Razaq, situato nel sobborgo di Rauza, è protagonista di un piano di riconversione in Museo Archeologico, ideato dall’architetto Eugenio Galdieri. Fra i documenti più interessanti conservati presso l’Archivio segnaliamo una fotografia che ritrae Giuseppe Tucci, l’Imperatrice Farah Diba e Vittore Branca all’inaugurazione della mostra delle miniature italiane a Teheran (1967) e la copertina del libro di Giuseppe Tucci Tibet, Land of Snows nell’edizione indiana di Oxford Book & Stationery.

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