(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)
Signore e Signori,
E’ un piacere essere qui con voi, in questa nostra “casa comune”. Per l’accoglienza riservatami desidero ringraziare voi tutti ed in particolare:
il nuovo Presidente dell’IILA, Ambasciatore del Guatemala Alfredo Trinidad Velásquez, cui rivolgo i più vivi rallegramenti
la Vice Presidente, Ambasciatore del Paraguay, Ana María Baiardi;
il Sottosegretario agli Affari Esteri, D.ssa Marta Dassù, delegata italiana e Vice Presidente;
i componenti del Comitato Consultivo (On. Di Santo, On. Bonalumi e dr. Pacca).
Al Vice Ministro per la Cooperazione allo Sviluppo della Repubblica del Salvador, Licenciado Jaime Alfredo MIRANDA, porgo il mio più cordiale benvenuto in Italia.
Un caro saluto infine all’On. Enzo Scotti e al Segretario Generale dell’IILA, Ambasciatore Giorgio Malfatti di Monte Tretto, con il quale ho condiviso un importante percorso nel Ministero degli Esteri.
Signore e Signori,
Conoscenza, innovazione, partenariato: queste le basi del nuovo partenariato dell’Italia con l’America Latina.
Innanzi tutto la conoscenza che ci viene dalle comuni radici linguistiche, religiose e culturali. Grazie alle presenze di importanti ed operose collettività di migranti e di oriundi questi vincoli si fanno di giorno in giorno più forti. Decine di milioni di cittadini latinoamericani sono orgogliosi delle loro origini italiane, come sono fieri di contribuire allo sviluppo ed alla prosperità dei loro Paesi di nascita o di adozione. Centinaia di migliaia di latinoamericani hanno scelto di vivere e lavorare in Italia, nella cui economia e società si sono integrati pienamente.
La dimensione umana dei rapporti tra le nostre nazioni ha una portata ben più vasta. Per questo la considero prioritaria. L’Italia punta con decisione allo sviluppo dei contatti tra persone, perché sono il quadro irrinunciabile per un rapporto paritario basato su una reciproca conoscenza e comprensione. In questa logica assume una rilevanza prioritaria l’azione di incentivazione del turismo nei due sensi, non solo per la sua indubbia rilevanza economica.
Ma ancora più pregnante è la diffusione della conoscenza generata dalla ricerca scientifica e tecnologica. E’ questa una priorità dell’azione che, nel più ampio quadro delle priorità di questo Governo, ho assegnato a tutte le articolazioni del Ministero degli Affari Esteri. Grazie alla rete consolidata di rapporti tra le rispettive comunità scientifiche, l’America Latina e l’Italia possono fare molto insieme.
La conoscenza deve però trovare una concretizzazione. L’innovazione è fondamentale. Il processo non può essere guidato esclusivamente dalle istituzioni pubbliche. Il ruolo degli investimenti privati è strategico. Investimenti seri e responsabili, che generano lavoro e sviluppo ed accompagnano i processi di coesione sociale: per questo essi devono essere incoraggiati, innanzi tutto con un quadro di sicurezza giuridica. Le maggiori imprese italiane sono massicciamente presenti nel continente latinoamericano nell’energia, nelle comunicazioni, nell’industria, nelle infrastrutture [Impregilo, Astaldi]. Incoraggio le imprese sudamericane ad investire in Italia e guardo con grande interesse alle collaborazioni che potranno essere stabilite in altri mercati, soprattutto in quelli emergenti dell’Africa e dell’Asia.
La nostra azione a livello politico deve saper cogliere la sfida dell’innovazione. L’agenda internazionale attuale è sempre più caratterizzata da grandi temi globali: energia, cambiamento climatico, sicurezza, lotta al terrorismo e alla criminalità, contrasto della pirateria, promozione dei diritti umani. Un approccio nuovo è necessario. La comunanza di valori tra Italia e America Latina è la base sicura sulla quale poggiare per azioni comuni e di sicuro impatto. Segnalo, come esempio, la necessità di combattere la nuova ondata di intolleranza che sta pericolosamente diffondendosi nei confronti delle minoranze, a cominciare da quelle religiose. E’ questa una nuova minaccia alla sicurezza globale, che, uniti, i nostri Paesi possono vincere.
La cooperazione è quindi il terzo pilastro sul quale intendiamo muoverci. A livello innanzi tutto politico. Le Conferenze Italia – America Latina, di cui ad ottobre 2011 è stata celebrata la quinta edizione, sono momenti di alto significato, che non hanno raffronti con altre esperienze promosse dall’Italia verso altri continenti. I seguiti sono molteplici e concreti, adattati alla realtà ed ai bisogni specifici dei Paesi partner. Nonostante il momento di stringenti vincoli di bilancio, l’Italia conferma innanzi tutto il suo impegno nell’aiuto pubblico allo sviluppo nei confronti dell’America centrale e meridionale, anche con iniziative altamente innovative, che promuovono, accanto alla crescita economica e sociale del Paese partner, valori e beni comuni di tutto il pianeta: penso, per esempio, all’iniziativa lanciata dal Governo dell’Ecuador per la riserva ambientale di Yasuní, della quale l’Italia è il principale contributore.
Desidero inoltre ricordare le iniziative comuni sulla sicurezza, che ci vedono insieme impegnati in America Centrale in partenariato con il SICA, ma anche in Colombia e in Messico. Seguo personalmente e con grande attenzione i risultati di un lavoro intenso, avviato da tempo con vari Paesi partner dell’area, soprattutto nell’ambito della lotta al narcotraffico e al crimine organizzato. La collaborazione a livello tecnico è intensa e ha assunto oramai una dimensione politica e un significato morale, che hanno già trovato convinti riconoscimenti anche nell’ambito dei massimi consessi delle Nazioni Unite.
Anche gli scambi commerciali rientrano pienamente in questa strategia. Il loro significato trascende la loro pur enorme rilevanza economica. Le pratiche protezionistiche riducono il commercio internazionale ad un gioco a somma zero. Come ribadito da ultimo anche nella riunione dei Ministri del Commercio del G20 (Puerto Vallarta, 19-20 aprile), le energie di una sana competizione vanno liberate. L’Europa degli anni ’30 e l’America Latina degli anni ’70 e ’80 hanno sperimentato l’instabilità politica e sociale favorita dalle distorsioni del mercato generate da barriere protezionistiche. Sia pure con gradualità e attenzione ai riflessi sociali, i Governi devono impegnarsi congiuntamente per il progressivo superamento di vincoli tariffari e non tariffari. Le nostre imprese e i nostri consumatori non potranno che averne dei benefici.
Come dimostrato dalla storia di successo dell’Europa dal 1945 ad oggi, l’integrazione regionale è un passaggio irrinunciabile in questo processo. Per questo motivo l’Italia incoraggia con decisione i processi di integrazione politica ed economica in corso nel continente latinoamericano: UNASUR, CELAC, SICA, Mercosur, Alleanza del Pacifico, CARICOM e le altre organizzazioni sub- regionali attive sul terreno dell’integrazione economica e del dialogo politico. Grazie ad esse la democrazia e i diritti umani saranno sempre più un patrimonio comune dell’area. Nel contempo, ne avrà un sicuro beneficio il dialogo a tutto campo con altre regioni del mondo, a cominciare da quello con l’Unione Europea. I primi frutti si stanno già cominciando a vedere. Sta nascendo una promettente rete nascente di accordi di liberalizzazione dei commerci tra la UE e le varie organizzazioni regionali latinoamericane. L’Accordo di Associazione tra UE e Paesi dell’America centrale è pronto per la firma. Proseguono i negoziati per quello con i Paesi del Mercosur. L’Italia sostiene inoltre con profonda convinzione l’esigenza di intensificare il dialogo politico tra l’Europa e l’America Latina. Il primo Vertice UE-CELAC dei Capi di Stato e di Governo, previsto a Santiago nel gennaio 2013, cementerà la forte convergenza di vedute tra i due continenti.
Signore e Signori,
Sono quindi convinto che sia giunto il tempo di mettere a sistema il patrimonio di conoscenza, la volontà di innovazione e l’impegno alla cooperazione che ci uniscono.
La crescita sostenuta dei principali indicatori economici e sociali rafforza le legittime aspirazioni dell’America Latina a contare di più. Questa è già una realtà che salutiamo con favore. Tre Paesi sono parte del G20, 2 (Messico, Cile) sono membri dell’OCSE, altri sono partner (Argentina, Colombia, Brasile); tra i “Next eleven (N-11)” che tallonano i BRICS spicca il Messico; la Colombia capeggia i “CIVETS” (Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto; Turchia, Sud Africa, mercati emergenti favoriti da un’economia diversificata e dinamica e da una popolazione giovane e in crescita).
Nel contesto multipolare delle relazioni internazionali della nostra epoca, Italia e America Latina condividono un approccio comune ai principali problemi posti dai processi di globalizzazione. Lo dimostrano l’intensa concertazione e l’azione decisa nei fori internazionali attorno ad un nucleo condivisa di valori fondanti: la sensibilità per modelli produttivi con una spiccata dimensione sociale; l’attenzione per l’ambiente; la comune matrice del diritto romano; le radici comuni culturali, linguistiche e religiose.
Ci sono quindi tutte le premesse per costruire assieme una vasta area di cooperazione transatlantica, una vera comunità di prosperità e di valori condivisi.
Grazie.