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Intervento del Ministro Terzi in occasione della Festa di Primavera 2013 (Convitto Vittorio Emanuele II)

(Testo preparato – fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)


Rettore del Convitto, Emilio Fâtovic’,


Caro Ministro Francesco Profumo,


Ambasciatore Ding Wei,


Capo del Dipartimento Studi Orientali della Sapienza, Prof. Federico Masini


ragazzi e ragazze,


ringrazio molto gli organizzatori per l’invito a festeggiare tutti insieme la “Festa di primavera”, il “capodanno cinese”. Rivolgo ai nostri amici cinesi i miei più cordiali auguri per un prospero e felice anno del Serpente!


Siamo qui per celebrare anche un altro evento significativo: la consegna dei Certificati di Diploma HSK agli studenti del Convitto.


Ricordo con grandissimo piacere la visita di alcuni di Voi a Washington, quando ancora ero Ambasciatore in America. Avete superato un impegnativo esame con risultati straordinari: questa è la brillante conferma – semmai ve ne fosse stata necessità – di come questa scuola di eccellenza sia un luogo privilegiato per la diffusione in Italia della cultura e della lingua cinesi.


La mia presenza qui di persona vuole anche ribadire la necessità di valorizzare le relazioni con la Cina in tutte le loro espressioni. Questa esigenza è fondata sulla piena consapevolezza che l’Italia e l’Europa non possono fare a meno della Cina, che riveste un ruolo chiave nella ricerca di soluzioni di pace per tutte le aree di tensione dove siamo impegnati, nonché per le più importanti sfide globali nelle quali tutti siamo coinvolti.


Sul piano economico, ho sottolineato fin dall’inizio del mio mandato, che non è ipotizzabile il rilancio della competitività dell’economia italiana senza la capacità di radicamento delle nostre imprese nel mercato cinese.


Per sostenere e favorire l’ulteriore espansione delle relazioni italo-cinesi, puntiamo anche sui contatti tra le due società civili, sugli scambi culturali e turistici, e su tutte quelle iniziative volte ad approfondire la comprensione reciproca tra i nostri due popoli. Su questi aspetti decisivi, stiamo compiendo uno sforzo comune con le altre Amministrazioni dello Stato, con le Regioni, con le istituzioni accademiche e scientifiche, con le organizzazioni del mondo imprenditoriale.


Negli ultimi quindici mesi, la nostra rete diplomatico-consolare in Cina ha notevolmente aumentato i visti rilasciati a cittadini cinesi: più di 260 mila l’anno, un quarto del totale di quelli di tutta l’area Schengen, e crediamo di poter raggiungere il milione di visitatori cinesi con l’EXPO 2015.


Questa rilevanza attribuita agli aspetti culturali riflette anche il fatto che Cina e Italia sono due autentiche “superpotenze culturali”. Siamo entrambi consapevoli che una parte del nostro “soft power” è dovuto all’unicità delle nostre millenarie culture, che facilitano il dialogo e la comprensione tra i nostri due popoli.


La valorizzazione della cultura è la giusta strada che porta alla piena comprensione di un altro popolo, e questo è il modo migliore per “coltivare relazioni”, perché – come diceva molto poeticamente Confucio – “…quando due persone si comprendono completamente, le parole sono soavi e forti come profumo di orchidee”. Sono convinto che la reciproca comprensione non sia mero scambio di informazioni, bensì il risultato di una conoscenza molto più profonda.


Aggiungo che la conoscenza e la comprensione sono favorite dalla padronanza della lingua altrui. Il mandarino per i tanti ragazzi italiani non è quindi solo strumento di lavoro, ma anche chiave con la quale avere accesso ai tesori straordinari della millenaria cultura cinese. Noto quindi con piacere che nel piano di studi del Convitto s’insegnano, oltre alla lingua, anche la cultura e le tradizioni cinesi.


D’altra parte, sono lieto di constatare che è in costante crescita il numero di studenti che – in Cina e in Italia – studiano l’italiano. Nell’ultimo anno accademico più di 8.000 studenti cinesi si sono iscritti nelle Università italiane e nelle nostre Scuole di Alta Formazione i ragazzi e le ragazze cinesi sono quasi il 10% del totale degli studenti stranieri immatricolati. La Farnesina, in stretta collaborazione con il MIUR, ha molto contribuito ad attrarre gli studenti cinesi con i programmi Marco Polo, Turandot e UNITALIA. E – reciprocamente – sono anche certo che molti di essi vorranno conseguire la nuova Certificazione Lingua Italiana di Qualità- CLIQ – che abbiamo avviato il 6 febbraio.


Un importante passo avanti sarà compiuto con l’entrata in vigore dell’accordo di mutuo riconoscimento dei titoli di studio, che il Consiglio dei Ministri ha sottoposto all’approvazione del Parlamento lo scorso settembre. Sono sicuro che i Ministeri degli Esteri e dell’Istruzione sensibilizzeranno le nuove Camere all’importanza di una rapida adozione della legge di ratifica di quest’accordo, del quale questo Convitto è stato di fatto – con le attività di forte coinvolgimento con la Cina in corso da anni – un forte e qualificato precursore.


In conclusione, sottolineo come l’azione di ampio respiro della Farnesina per intensificare le relazioni con la Cina non si giova solo dei consolidati canali di dialogo politico a nostra disposizione. Crediamo molto anche e soprattutto nei contatti tra popoli, a partire da quelli sviluppati da questo Convitto che – con grande professionalità e lungimiranza – ogni anno forma, nelle classi miste di studenti italiani e cinesi, tanti nuovi giovani “ambasciatori” della cultura italiana in Cina e di quella cinese in Italia.


Vi ringrazio di nuovo per avermi invitato a questa bella festa, e vi auguro buona fortuna, o – come si dovrebbe dire in Cina – Hǎoyùn!

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