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Intervento del Ministro Bonino alla Conferenza Stampa di Presentazione dell’iniziativa “Ferite a morte”

(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)


La messa in scena dello spettacolo “Ferite a morte” in occasione delle celebrazioni per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne costituisce una testimonianza forte dell’impegno che unisce Istituzioni e società civile nel contrasto a una delle piaghe del nostro tempo, la violenza contro le donne.


L’Italia ha sempre svolto un ruolo di primo piano in ambito internazionale per quanto riguarda questo dossier, nelle sue varie ramificazioni che vanno a toccare questioni più specifiche come la violenza sessuale nei conflitti armati, le mutilazioni genitali femminili – una campagna in cui abbiamo svolto un ruolo “pionieristico” – ed il contrasto alla pratica dei matrimoni precoci o forzosi.


Per quanto riguarda in particolare la lotta alla pratica delle mutilazioni genitali femminili, l’Italia sta sviluppando, anche in collaborazione con la società civile e le agenzie multilaterali, programmi per la concreta attuazione della Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 2012 (n.67/146) “Intensifying global efforts for the elimination of female genital mutilations” da parte dei Paesi interessati.


Sempre in tema di contrasto alla Mutilazioni Genitali Femminili ma anche in materia di uguaglianza di genere e di empowerment delle donne, la Cooperazione italiana ha sviluppato dei programmi appositamente mirati.


Attualmente la DGCS è impegnata in iniziative specifiche a sostegno delle vittime di violenza sessuale e domestica in Afghanistan (Kabul e Herat) e nei Territori Palestinesi, dove la realizzazione del “Centro Mehwar per le vittime di violenza” a Betlemme può essere considerata una buona pratica di rilievo internazionale.


Il contrasto alla violenza di genere è un obiettivo prioritario anche per i programmi futuri di cooperazione soprattutto nei Paesi del Nord Africa, dove, oltre alla possibilità di replicare l’approccio seguito con il Centro Mehwar, sono ipotizzabili programmi definiti internazionalmente di Gender Justice, ovvero iniziative a sostegno del pieno godimento dei diritti umani da parte delle donne.


L’Italia intende quindi mantenere alta l’attenzione sul tema, promuovendo il dibattito politico in materia, come avvenuto con successo nel contesto della campagna per la ratifica della “Convenzione di Istanbul”.


Proprio per questa ragione, grazie anche all’impulso del nostro Parlamento, il Governo si è attivato affinché l’Italia potesse essere tra i primi Paesi ad aderire alla Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa (abbiamo ratificato il 10 settembre 2013). Un testo che, quando entrerà in vigore, costituirà il principale quadro normativo di riferimento in materia.


Desidero, infine, sottolineare il lavoro della Task Force sulla Violenza, coordinata dal Viceministro Guerra, cui partecipano tutte le istituzioni italiane dagli Interni alla Sanità e per la quale l’attenzione del Ministero degli esteri è molto alta poiché ci consentirà una presenza più autorevole nel processo della nuova Agenda Globale che si definirà nel 2015 e che avrà una notevole attenzione al tema della violenza contro le donne.


In questo senso possiamo considerare lo spettacolo “ferite a Morte” alle Nazioni unite il 25 Novembre prossimo come un’ anticipazione del nostro interesse e della Presidenza Italiana del prossimo anno.