Non è solo un gesto simbolico quello compiuto ieri dall’Italia per Gaza. «Le necessità della Striscia in questo momento sono enormi. I soccorsi che abbiamo portato hanno, dunque, un valore pratico importante», afferma il vice-ministro Lapo Pistelli, a Gerusalemme per consegnare 30 tonnellate di beni di prima necessità, per un valore di 350mila euro. Il primo contributo europeo dal conflitto.
Che situazione ha trovato lì?
L’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha necessità di circa 360 milioni per far fronte all’emergenza. In quest’ottica si inserisce il contributo italiano. Speriamo di fare da apripista, che altri Paesi europei seguano l’esempio e contribuiscano già ora. Il momento è molto difficile per la popolazione, come ho potuto vedere nella visita all’ospedale di St. Joseph dove sono ricoverati vari civili gazawi. Non parlo da viceministro ma da padre: vedere ragazzini con entrambe le gambe amputati o ustioni devastanti è molto duro. Dietro ogni storia di conflitto ci sono esseri umani. E i civili pagano sempre il prezzo più alto.
Il ministro Mogherini ha esortato Israele e Hamas a non perdere l’opportunità di questa tregua per arrivare al- la fine delle ostilità. Che ruolo potrebbe avere l’Italia, alla guida dell’Ue, in quest’ambito?
La nostra opinione pubblica è più sensibile di altre sulla questione di Gaza. Questo ci dà una spinta in più. Svolgiamo un ruolo di ascolto importante con israeliani e palestinesi. Su tale dossier, però, giochiamo all’interno della squadra europea. Stavolta unita.
L’Ue è unanime nel mantenere una posizione ferma ma dialogante con Gerusalemme e nel sostenere il principio “dei due popoli, due Stati”. Affinché tale ideale si raggiunga di deve riprendere quel negoziato interrotto a maggio. E qui torniamo al – Lapo Pistelli l’attore determinante.
Qual è?
L’Egitto. Non è un caso che la tregua sia arrivata dal Cairo. L’Egitto è cruciale nel rassicurare al contempo Hamas, Jihad e Gerusalemme. Anche gli Stati Uniti lo sanno e sono rimasti un passo indietro.