La fragilità delle frontiere impone nuovi criteri d`appartenenza e fa della lingua una nuova geografia. Le lingue possono separare i popoli, se considerate espressioni d`identità contrapposte, aggressive o chiuse. Diventano strumenti di disprezzo e rifiuto dell`altro. Però possono unire, essere ponte, in quanto elementi di conoscenza utili nel dialogo. Possono essere una scommessa per la pace.
Questa è la prospettiva, che ispira l`azione dell`Italia: la promozione della nostra lingua non è mai stata politica di potenza né creazione di uno spazio di ingerenza politica. L`italiano è la lingua della scelta, del cuore, o “lingua sposa”, come direbbe Amine Maalouf. Nel passato la nostra lingua è stata un modo di restare uniti per i tanti italiani nel mondo. Oggi può divenire un contributo a costruire un ponte di dialogo radicato nell`umanesimo italiano.
Lo strumento di una lingua comune non produce di per se stesso la comunicazione. Anche se parlassimo tutti inglese, cosa certamente utile, non avremmo fatto un passo verso l`unità. Non dobbiamo fare una battaglia di retroguardia contro il world english, ma puntare a un`alleanza con le lingue maggiori perché l`italiano divenga ovunque lingua seconda.
Nel mercato delle lingue il nostro problema, come italofoni, è quello di pensare a una lingua debole a rischio d`estinzione. L`italiano è invece la quarta lingua studiata al mondo, l`ottava più usata su Facebook, con un bacino potenziale d`interessati di 250 milioni di persone. Molti sono gli italofoni influenti nei Paesi, da Papa Bergoglio a Victor Ponta, e la diaspora italiana, con 80-100 milioni di italo discendenti, è la più estesa dopo quella cinese, rappresentando un gruppo economico influente in molti Paesi.
L`Italia ha un capitale di reputazione legato alla lingua non intaccato dalla crisi. Solo la rete di promozione culturale e linguistica dell`Italia è presente in più di 250 città al mondo. Gli istituti italiani di cultura guadagnano 3,5 milioni netti di euro l`anno grazie all`insegnamento dell`italiano. Solo gli studenti statunitensi in Italia spendono 700 milioni di euro nel nostro Paese. Questo potenziale economico e d`influenza resta sottoutilizzato anche a causa della scarsa consapevolezza dell`opinione pubblica. Dobbiamo rendere consapevoli gli italiani della ricchezza della loro lingua. Per questo il ministero degli Esteri ha promosso gli Stati Generali della lingua italiana nel mondo a Firenze per il 21-22 ottobre, al fine di radunare gli italofoni e chi lavora nella promozione della lingua italiana nel mondo ma soprattutto per dare consapevolezza al Paese. Il Governo ritiene che questa occasione possa generare uno slancio di iniziative e idee che diano energia a tutto il sistema della promozione linguistica. Il sottotitolo dell`evento è “l`Italiano nel mondo che cambia”: la nostra lingua non è una reliquia ma, come dice l`Accademia della Crusca, “… è la nostra storia, il nostro futuro”.
Molti contributi sono arrivati da tutti i soggetti coinvolti nell`azione di promozione della nostra lingua e cultura all`estero. C`è una grande vivacità che dimostra quanto il tema delle potenzialità dell`italiano sia sentito nel nostro Paese e presso le comunità di italiani e italofoni in tutto il mondo. Tutto questo movimento d`idee sarà raccolto nel Libro bianco della lingua italiana nel mondo, un manifesto che traccerà gli assi per una nuova politica linguistica dell`italiano all`estero che sarà articolato in cinque sezioni: i nuovi strumenti della comunicazione linguistica, le strategie di promozione linguistica per le diverse aree geografiche, il ruolo delle Università e delle cattedre di italianistica; il ruolo degli italofoni e delle comunità italiane all`estero, la gestione e gli strumenti della promozione della lingua italiana.