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Giro: La Ue al bivio delle idee – Come alla fine della Guerra (Corriere della Sera)

Tornare a Ventotene per tornare alle origini? No, ma allo spirito delle origini certamente sì. Scritto nel 1941, il Manifesto venne pubblicato a Roma clandestinamente nel gennaio del 1944 e divenne il programma di una parte dei sostenitori dell’Europa unita. Altiero Spinelli e i suoi amici non sapevano come sarebbe andata a finire la guerra ma avevano capito che dal profondo dell’Europa erano sorti demoni potenti che la stavano distruggendo. Sarebbe morta? Sarebbero morti i Paesi che la componevano e che si sbranavano trascinando il mondo con sé? L’Europa si trovava a un bivio tra declino (al quale la restaurazione dei vecchi Stati nazionali l’avrebbe portata) e l’avvento di una nuova idea. Cosi gli uomini di Ventotene pensarono all’Unione. Gli autori del Manifesto furono ambiziosi ma anche consci che l’impresa era difficile. L’occasione da cogliere era il «breve intenso periodo di crisi generale in cui gli Stati giaceranno fracassati al suolo, in cui le masse popolari attenderanno ansiose parole nuove». Il Manifesto fu quella parola nuova. Tornare a Ventotene significa riprendere quello spirito: un’altra volta l’Europa necessita di parole fuori dagli schemi. Gli europei non si attendono niente di meno.