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Giro: «Il G7 sarà una vetrina per la Sicilia» (Sicilia Catania)

“Certamente, il nesso è diretto”. Il vice ministro degli Esteri, Mario Giro, reduce da un impegno in Sicilia in favore del Sì al referendum, non ha dubbi: il potenziale veto annunciato ieri dal governo sul Bilancio Ue è un altolà anche sul parere che oggi Bruxelles darà sulla nostra manovra. Una forma di pressione (“il veto è possibile”) per trattare non soltanto sulle questioni economiche.

Quanto l’irrigidimento dell’Italia può servire a scardinare l’immobilismo europeo sul fronte immigrati?

 “È difficile da dire. L’Italia è da sola a fare la sua battaglia, che è una battaglia per tutta l’Europa perché dobbiamo imprimere una svolta a questo immobilismo. Posso dire questo: ormai ai Consigli europei si discute soltanto di proposte italiane: migration compact, unione della difesa. Alcuni Paesi sono dalla parte nostra, ma il problema sono i tedeschi e i francesi. E secondo me anche la Commissione, che avrebbe potere di iniziativa e invece la vediamo mediare a monte prima ancora che a valle, nel Consiglio”.

Anche sul referendum c’è un nesso diretto con la nostra economia? Il premier accredita questa tesi.

“Condiviso assolutamente. Sono venuto in Sicilia quattro o cinque volte per il referendum e le dico questo: votare Sì è votare sì a un piano, perché il presidente del Consiglio ha un piano sull’economia, contro la diseguaglianza, per il Sud Italia, per l’immigrazione. Gli altri non hanno un piano. Questa riforma serve per rilacvvicinare le Regioni, perché il divario è cresciuto e il Sud in questi anni è stato sempre più sganciato. Per la Sicilia e la Calabria c’è una convenienza concreta nell’avere uno Stato più moderno”.

Quindi il referendum è anche uno strumento per esprimere fiducia a Renzi e al suo piano?

 “É uno strumento per cambiare la Costituzione, che si concretizza in alcune riforme precise come quella del Titolo V per contrastare la discrepanza tra le Regioni”

Lei è fratello del senatore Francesco Giro di Fi che fa campagna per il No. Come vive questo ‘conflitto’?

“Si cerca di sopravvivere (il tono è scherzoso, ndr). Con mio fratello siamo su piani opposti, e ho l’impressione che loro di Fi votino No per una mera questione di sopravvivenza del partito, senza piani per il Paese. Renzi  è l’unico ad averne”.

Il prossimo G7 di Taormina quali opportunità può comportare per la Sicilia?

“Ce ne sono diverse. La Sicilia con la sua bellezza diventerà una vetrina. Ma è anche la Regione che si è dimostrata molto generosa con i migranti perché non ha avuto paura. Penso che il G7 sarà anche l’occasione per dare un riconoscimento al coraggio dei siciliani”.

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