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Giro: «Cooperazione internazionale, occasione di lavoro per i giovani» (Corriere del Trentino)

«Trento è un’eccellenza nella cooperazione internazionale. Con la Provincia, che ha una sua tradizione nel settore, stiamo lavorando a un progetto per l’Uganda. Riguardo ai giovani, a loro illustrerò tutte le opportunità nelle organizzazioni internazionali: opportunità vere, di carriera, non solo volontaristiche. Possono costruirsi un futuro all’estero». Mario Giro, viceministro agli affari esteri, anticipa il tema del suo intervento al dipartimento di Sociologia, oggi pomeriggio. «Lavorare nella cooperazione internazionale» è il titolo del seminario che inizia alle 14.15, con i saluti di Paolo Collini, rettore, e di Sara Ferrari, assessora provinciale.

Il titolare della delega alla cooperazione internazionale nel governo Gentiloni parlerà alle 14.35. Successivamente verrà dato spazio anche alle testimonianze sul campo e al dialogo fra il viceministro, gli studenti e gli operatori del settore. Modera Enrico Franco, direttore del Corriere del Trentino.

Quali opportunità si presentano al ministero e nelle organizzazioni internazionali?

«La nuova cooperazione internazionale è sicuramente una possibilità valida per i giovani. Mostrerò le slide con tutte le opzioni per le carriere e le strategie di entrata efficaci. L’elenco comprende campi di lavoro all’estero, servizio civile internazionale, servizio volontario europeo. E poi le selezioni nell’Unione europea, il JpoJunior professional officer, esperienza formativa di due anni nelle organizzazioni del sistema Onu, e ancora il concorso diplomatico al ministero degli esteri, i tirocini nelle rappresentanze diplomatiche italiane all’estero, il concorso per i funzionari junior dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, le figure degli addetti alla promozione culturale presso ambasciate e istituti italiani di cultura. Insomma, le opportunità non mancano».

Non solo stage quindi, ma strade che vale la pena provare?

«Sì, il messaggio è che si può andare all’estero non solo per infilarsi in un pub inglese. Si possono anche costruire carriere, scommetterci la vita. I giovani trentini e italiani possono aprirsi al mondo non soltanto in iniziative volontaristiche, ma per qualcosa di serio, formativo e professionale».

A Trento viene anche per conoscere l’esperienza nella solidarietà con i Paesi in via di sviluppo?

«In realtà, con questo territorio siamo costantemente in contatto. Abbiamo diverse cose in ballo con la Provincia. Faremo delle visite assieme all’assessora Sara Ferrari. Tra le iniziative c’è un progetto per l’Uganda».

L’esempio locale è positivo?

«Trento è un’eccellenza nella cooperazione allo sviluppo italiana. La Provincia ha una sua tradizione nel campo. Anche le organizzazioni non governative sono performanti».

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