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Della Vedova: “Il grimaldello che serviva per modificare l’accordo” (La Repubblica)

«Se passa il principio che l’ingresso non è sempre illegale e puoi scegliere dove andare a chiedere protezione e asilo, è evidente che si apre una via ragionevole di revisione del trattato di Dublino». Ci spera eccome, il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, ex radicale, promotore dell’iniziativa politica “Forza Europa”. E con lui tutto il governo italiano, in attesa del responso di fine luglio.

Può spiegare cosa accadrà se la sentenza andrà nella direziono sperata?

«Succede che l’interpretazione che oggi si dà dell’accordo di Dublino, del vincolo alla gestione del migrante e della richiesta di asilo per il Paese di primo ingresso, salterebbe».

La svolta riguarderebbe solo quel 15 per cento di rifugiati richiedenti asilo o tutti i migranti?

«Riguarderebbe tutti».

A quel punto il governo che farebbe? Accompagnerebbe oltre confine tutti colori che vogliono spostarsi in altri Paesi europei?

 «È una questione che affronteremo in un secondo momento. Il punto decisivo di questa sentenza è il riconoscimento del diritto di chi entra in Europa per vie legali di scegliere dove chiedere asilo. E noi riteniamo che l’approdo alle nostre coste attraverso sbarchi assistiti, per lo più attraverso mezzi della nostra Marina, il successivo riconoscimento negli hotspot, non possa essere derubricato a ingresso illegale».

Le conclusioni dell’Avvocata generale lasciano ben sperare?

«Se le conclusioni fossero confermate, ne discenderebbe un’interpretazione autentica della norma totalmente diversa rispetto a quella passata attraverso la prassi del regolamento di Dublino».

L’Italia non sarebbe più isolata?

«No. E sarebbe un formidabile strumento di pressione per la revisione di Dublino». ”