Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.

Preferenze cookies

Intervista del ministro Alfano a Nezavisimaya Gazeta

1. Onorevole Alfano, da Ministro degli Affari Esteri ha già visitato Mosca alcune volte. Qual è l’obiettivo di questa Sua visita?

La mia missione a Mosca si inquadra all’interno di una più ampia visita che mi porterà anche a Kiev, come Presidente in Esercizio dell’OSCE. In tale veste, assieme al collega Lavrov affronterò i temi al centro dell’agenda dell’Organizzazione, dalla crisi in ed intorno all’Ucraina ai conflitti protratti, fino alle sfide che impegneranno nel prossimo futuro l’Organizzazione.

Il mio primo obiettivo è quello di confermare, a Mosca come a Kiev, il nostro sostegno pieno ad una soluzione politica della crisi ucraina, che passi attraverso l’attuazione degli accordi di Minsk grazie agli sforzi del Gruppo di Normandia e dell’OSCE stessa, nelle sue molteplici dimensioni, da quella di osservazione a quella negoziale.

Con il Ministro Lavrov ci sarà naturalmente spazio per affrontare anche questioni inerenti l’agenda bilaterale politica ed economica, nonché dossier dell’attualità internazionale, a partire dalle crisi nel mediterraneo ed in Medio Oriente.

2. Gli esperti russi ritengono che nei momenti di inasprimento dei rapporti tra la Russia e l’Occidente è proprio l’Italia ad assumere il ruolo del mediatore. In quale misura questa tesi corrisponde alla realtà?

L’Italia è sempre stata fra i Paesi che ritengono fondamentale perseverare nel dialogo con la Federazione russa, in politica come in economia, pur nei perimetri tracciati dalle misure restrittive.

Ciò non vuol dire per noi condividere alcune scelte politiche di Mosca che riteniamo comunque sbagliate o accettare situazioni illegittime come l’annessione della Crimea. Vuole invece dire confrontarsi con Mosca su temi e questioni che ci riguardano tutti da vicino, a partire dalle minacce globali ai temi della crescita e dello sviluppo economico, dai diritti umani e libertà civili, fino alla stabilizzazione delle aree di crisi.

Abbiamo nel tempo costruito un rapporti di amicizia e di fiducia con la Federazione Russa, che ci consente di interloquire con franchezza anche sui temi per i quali le nostre posizioni restano distanti. Ciò rimane un fondamentale aspetto positivo delle nostre relazioni del quale siamo particolarmente soddisfatti. 

3. Se non mi sbaglio, in passato l’Italia si è espressa contro il rinnovo automatico delle sanzioni antirusse da parte dell’UE. Questa posizione di Roma rimarrà invariata comunque sia l’esito del voto di marzo?

L’Italia crede nel valore politico delle sanzioni, che è quello di ricondurre la Russia su un binario di cooperazione costruttiva. Le sanzioni europee sono caratterizzate da flessibilità e gradualità, ciò che consente di modularle in funzione degli sviluppi sul terreno ed al tavolo negoziale. Per questo abbiamo insistito perché in occasione dei rinnovi, si affrontasse una discussione politica sullo stato di avanzamento dell’attuazione delle Intese di Minsk, che rimane l’orizzonte temporale per stabilire la durata delle sanzioni.

4. Nel 2018 l’Italia ha la presidenza all’OSCE; vede come priorità la risoluzione del conflitto nell’Est dell’Ucraina? Se sì, quali passi Roma intende compiere su questo fronte?

La soluzione della crisi in ed intorno all’Ucraina è una priorità per la nostra Presidenza dell’OSCE. L’Organizzazione fa già molto per contribuire alla soluzione della crisi, sia attraverso la missione di  monitoraggio speciale, che la missione di controllo dei punti di passaggio a Gukovo e Donetsk, sia infine con una strutturata attività di mediazione nel quadro del gruppo trilaterale di contatto.

A noi toccherà facilitare e dare nuovo impulso a questi formati, che lavorano in coordinamento ed in stretto raccordo con il Gruppo di Normandia. Non intendiamo cambiare l’architettura del negoziato, né le sue finalità, vale a dire l’attuazione delle intese di Minsk. Vogliamo anzi creare da un lato le condizioni perché le discussioni fra le parti procedano in maniera rapida ed efficace e, dall’altro, lavorare perché sia garantita la sicurezza degli osservatori della Missione di Monitoraggio Speciale. Questo è un aspetto al quale tengo molto, per il quale non risparmieremo sforzi e rispetto al quale mi aspetto un impegno genuino e effettivo di tutti gli attori coinvolti, Russia compresa.

5. Tenendo conto dell’importanza strategica della Libia per l’Italia, conta sulla collaborazione della Russia nella sistemazione della crisi libica?

Certamente la collaborazione con Mosca sul dossier libico rappresenta una priorità per l’Italia e una costante della nostra azione. D’altro canto, condividiamo con Mosca la medesima visione sulla crisi libica e sul percorso per una sua risoluzione. Con coerenza, l’Italia ha sempre prestato la massima attenzione al fine di assicurare la costante partecipazione russa a tutti gli appuntamenti di alto livello sul dossier libico e le nostre consultazioni sul dossier sono molto frequenti. Lo dimostra da ultimo proprio la recente lunga e proficua conversazione tra il Presidente Gentiloni e il Presidente Putin in cui ancora una volta questa profonda sintonia, fondata sul sostegno all’azione del Rappresentante Speciale del Segretario Generale Salame’ e alle Istituzioni previste dall’Accordo Politico Libico, è stata pienamente confermata.

Vorrei ricordare poi il ruolo centrale di Mosca nell’assicurare la coesione del Consiglio di Sicurezza su una serie di questioni legate all’evoluzione del complesso dossier libico. Anche grazie all’impegno della Russia in seno al CDS, infatti, è stato ad esempio possibile adottare il 14 dicembre scorso una Dichiarazione Presidenziale che ha ribadito in termini formali la validità del quadro istituzionale previsto dall’Accordo Politico fino al completamento del percorso di transizione. Tale passaggio ha rappresentato un momento altamente significativo per la Comunità Internazionale a sostegno del Piano d’Azione del Prof. Salame’ e delle sue diverse componenti, in vista del completamento del processo elettorale entro il 2018. Le sfide per arrivare a questo appuntamento sono numerose e complesse. Poter continuare a contare su questa positiva coesione della Comunità Internazionale, e in particolar modo sulla consonanza di Roma e Mosca, sarà quanto mai fondamentale nei prossimi mesi.

Ti potrebbe interessare anche..