Si sta lavorando anche per i volontari internazionali. E su più fronti, «perché tutti i nostri connazionali non residenti all’estero possano fare rientro in Italia, laddove ci sia una chiara volontà o necessità di tornare». Parola della Famesina. L’urgenza di pensare a piani di evacuazione per i cooperanti italiani nel mondo – dopo l’acuirsi dell’emergenza Coronavirus – infatti era stata posta all’attenzione dei cittadini (e del governo) dal presidente Focsiv Gianfranco Cattai, con una lettera inviata ad Avvenire alcuni giorni fa. E adesso, è proprio la viceministra con delega alla Cooperazione internazionale Emanuela Del Re a rispondere sulla questione, che è stata al centro di una recente riunione al ministero.
I fronti su cui ci si sta muovendo sono molti, assicura la vice responsabile della Farnesina. Come? Innanzitutto, assicura, «stiamo raccogliendo aggiornamenti sulla volontà degli italiani presenti in quel determinato Paese di rientrare in Italia per esplorare la possibilità di attivare poi un volo delle compagnie italiane per riportare i connazionali in Italia». In generale, comunque, la Farnesina invita i nostri connazionali «a fare rientro in Italia, laddove cene siano le possibilità, con voli che prevedano scali in altri Paesi Schengen da cui, poi, ripartire alla volta dell’Italia». Inoltre, continua la viceministra Del Re, «stiamo esplorando la possibilità di provare a far partire i nostri connazionali, così come gli altri cittadini europei, che si trovano in Paesi in cui non è disponibile nessun volo, su voli in coordinamento con il sistema di protezione civile europea». Molti connazionali, ad esempio, dall’Africa sono riusciti a rientrare grazie ai voli di altre compagnie europee passando per la Francia.
Inoltre, per ogni Paese in cui sono presenti progetti di cooperazione, assicura infine Emanuela Del Re, si stanno raccogliendo le richieste degli italiani presenti di rientrare nel nostro Paese «per esplorare la possibilità di attivare, poi, un volo delle compagnie italiane». Ne è un esempio la Giordania, un Paese in cui per adesso lo spazio aereo resta chiuso, dove «è appena partita la richiesta di censimento degli italiani». Pur in un generale ridimensionamento delle attività di cooperazione per via del Covid19, ove invece le condizioni lo consentano, spiega ancora la viceministra, si continuano a portare avanti i progetti «adottando tutte le misure di sicurezza e le precauzioni previste e necessarie». Una scelta «nobile e generosa», quella di chi ha preferito restare nei Paesi in difficoltà, anche se «lontano da casa in contesti spesso difficili, in un momento in cui l’emergenza colpisce duramente il nostro Paese». Certo è, conclude, questa «terribile guerra contro il virus va affrontata con un approccio globale e con la medesima efficacia». Per questo si lavora «tutti in coordinamento e costante contatto anche con i nostri Paesi partner europei e del resto del mondo».