Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

Di Stefano «Quando tutto finirà bisognerà cambiare gli schemi della Ue» (IL DUBBIO)

Sconfitta la pandemia niente sarà più come prima, a cominciare dall’Unione Europea. Ne è convinto Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri del Movimento 5 Stelle.

Cina, Cuba, Venezuela, Russia. Ad aiutare l’Italia ci pensano Paesi ritenuti fino a poco tempo fa, nella migliore delle ipotesi, illiberali dalla maggior parte dell’opinione pubblica. È cambiato qualcosa in queste settimane?

 L’opinione pubblica è spesso manipolata dal racconto politico e mediatico. L’Italia ha sempre avuto ottime relazioni con quei Paesi. Nei governi Conte I e Conte II le abbiamo intensificate perché, pur consapevoli della nostra collocazione euro-atlantica, crediamo fermamente nel multilateralismo. Questa nostra propensione oggi ci ha ripagati con dei gesti di concreta solidarietà da quei Paesi in primis, ma anche di tantissimi altri.

Parliamo di due Paesi con un solo partito al potere, un governo bolivariano e l’ex patria dei soviet. È la riproposizione del vecchio blocco socialista come alternativa?

Non mescolerei questi gesti con riflessioni sullo status socio-politico di quei Paesi, la verità è che l’Italia è amata e storicamente si è saputa destreggiare agilmente nella guerra tra i due blocchi post guerra fredda.

A proposito di blocchi, a bloccare i carichi di mascherine ci hanno invece pensato alcuni Paesi europei: Polonia e Repubblica Ceca, gli Stati sovranisti guidati dagli alleati di Salvini. Che iniziative prenderete per impedire che questi governi ostacolino di nuovo gli aiuti destinati all’Italia?

Purtroppo non si tratta solo di quei due Paesi, si tratta spesso di provvedimenti presi dai Parlamenti che impediscono l’esportazione di materiali utili in questo momento di crisi legato al Covid-19. Pur comprendendo il loro punto di vista, quando si tratta di commesse già pagate e in transito, stiamo prima attivando la nostra ambasciata in loco per protestare formalmente, poi interloquendo a livello politico e in fine minacciando ritorsioni. Devo dire però che nella stragrande maggioranza dei casi sono bastate le prime due misure.

La pandemia ridisegnerà gli equilibri internazionali?

Questa pandemia è stata uno schiaffo in faccia a tutti i sostenitori dell’immutabilità dell’Unione Europea, vittima della burocrazia e delle procedure insormontabili seppur auto-imposte. Ora è chiaro a tutti che se c’è bisogno gli schemi si possono far saltare, è lampante quando si guarda all’economia. Dovremo applicare questo concetto anche quando la crisi sarà finita, per rimodulare l’Unione Europea affinché possa rispondere finalmente ai bisogni dei cittadini europei.

Ora che Bruxelles ha sospeso il patto di stabilità per affrontare l’emergenza, gli Stati potranno accedere ai fondi Mes senza le condizioni normalmente previste?

Fatico a credere che questa sia una soluzione reale, seppur auspicabile. Il Mes infatti nasce proprio a partire da quelle condizioni, così come avvenne per la Grecia. È per questo che credo sia più importante concentrarci sulla capacità della Bce di stabilizzare i mercati e muovere la finanza europea piuttosto che puntare sul Mes.

Ci sarà ancora un’Unione Europea alla fine di questa crisi?

Ci sarà certamente, ma nulla sarà come prima perché adesso i suoi limiti reali, che prima erano noti ai pochi, sono dominio di tutti. E quando tutti conoscono i tuoi punti deboli, se non vuoi perdere, devi correggerli il prima possibile. Servirà un nuovo modello e l’Italia sarà in prima linea per proporlo, rimettendo economia e finanza al servizio del benessere degli europei.

La Cina potrebbe presentarsi al mondo come la grande potenza vincitrice della guerra al virus?

La Cina è stata molto più veloce e precisa nel gestire la crisi, ma dobbiamo anche dirci che lo ha potuto fare grazie ad un sistema socio-politico-economico nettamente differente dal modello Occidentale. Non credo però che esistano vincitori in questa guerra, con le decine di migliaia di morti che avremo, ci saranno solo perdenti.

Ti potrebbe interessare anche..