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Di Maio: “La pandemia mette a rischio il futuro collettivo dell’Europa” (Dpa International)

Versione originale pubblicata da Dpa International”

dpa international- di maio

Il Ministro degli Esteri italiano sollecita l’unità dell’UE contro la minaccia del coronavirus, difende la risposta del suo Governo all’epidemia, nonostante un altissimo bilancio delle vittime, e dice di sentire la mancanza del gesto di abbracciare una persona.

Roma (dpa) – L’Europa deve dare una risposta “inequivocabile, forte e adeguata” alla pandemia di coronavirus, o il suo futuro sarà a rischio, avverte il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio.

Il 33enne ex leader del Movimento Cinque Stelle (M5S) ha rilasciato un’intervista scritta a Ddpa mentre l’Italia era alle prese con un negoziato intenso con colleghi dell’UE sul tema della proposta di emissione di forme di debito congiunto dell’Eurozona al fine di poter disporre di risorse da destinare ai Paesi colpiti dal virus come l’Italia.

La Germania è tra i paesi che si sono opposti a tale mossa.

Dpa: Perché gli italiani hanno perso cosi tanta fiducia nell’UE? Andando avanti cosi uno scenario futuro di ItalExit diventa più probabile?

Di Maio: “È improprio parlare di Italia in questo caso perché qui non c’è in ballo il futuro dell’Italia, ma il futuro di tutta l’Europa. Questo non è il 2008, non è la crisi che abbiamo conosciuto più di dieci anni fa e non vi sono le stesse cause, per questo troviamo illogico adottare modelli o meccanismi con condizioni che oggi risultano anacronistiche. Qui siamo davanti a una pandemia globale e l’Ue deve riuscire a dare una risposta univoca, forte ed adeguata. Di fronte a una tale risposta anche i mercati risponderanno bene. Questo è il punto: comprendere che questa volta non ci sono scorciatoie, nessuno può farcela da solo, questa sfida si vince e si perde insieme e l’Europa davanti a sé ha una scelta molto chiara: reagire con compattezza e in tempi rapidi, oppure farsi trovare un’altra volta impreparata”.

Dpa: Sui social si parla molto degli aiuti da paesi extra-Ue come Cina, Russia e Albania, piu recentemente dagli USA. Però in realtà sono arrivati aiuti anche da paesi UE, incluso la Germania. La narrazione di un’Europa che lascia sola l’Italia, è un’esagerazione o corrisponde alla verità?  

“Più volte come Ministro degli Esteri ho ribadito il grande sostegno che anche la Germania ci ha fornito in questa emergenza, accogliendo anche i nostri malati nelle sue strutture ospedaliere. Quanto si tratta di fornire aiuti ogni paese offre quello che può, non ci mettiamo certo a misurare lo spirito di umanità. L’umanità c’è o non c’è e l’Italia ne ha vista da parte di moltissimi Stati: è il segno che essere amici dei popoli paga”.

Dpa: È deluso da come il governo tedesco ha reagito alla crisi?

Di Maio: Ho un ottimo rapporto con il ministro Maas, lo stimo ed è una persona di grande professionalità, questo per dirle che non si tratta di essere delusi o meno dal governo tedesco, la questione è capire che ora è assolutamente necessario remare tutti nella stessa direzione. Ne va del futuro dell’Europa stessa, che economicamente si troverà a competere con i colossi mondiali. Dobbiamo lavorare per rafforzare l’Ue, non per dividerla e sono sicuro che anche i tedeschi vogliano questo. Adesso bisogna però trovare un accordo che tuteli il futuro dell’Unione”.

Dpa: Lei ha detto spesso che l’Italia è “un modello” per gli altri paesi nella gestione della pandemia. Sicuro si possa parlare di “modello” quando l’Italia ha il record mondiale di morti? Cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato, secondo lei?

Di Maio: Le misure intraprese dal governo italiano sono state le più stringenti in Europa e nel mondo ed ora stanno portando i primi risultati su un abbassamento dei contagi. Molti altri Paesi hanno seguito il nostro modello successivamente e la stessa Oms ha riconosciuto pubblicamente l’adeguatezza e l’efficacia delle misure messe in campo”.

Dpa: Il turismo è un settore fondamentale per l’Italia, e ovviamente uno dei più colpiti. Secondo lei quando potranno tornare i turisti stranieri?

Di Maio: Mi auguro il più presto possibile, ma ora è ancora presto per fare previsioni. Come governo abbiamo stanziato un pacchetto di provvedimenti straordinari proprio a sostegno delle nostre imprese e dei vari settori industriali, dal turismo ad altri comparti fondamentali per la nostra economia come l’export del Made in Italy.

Dpa: Paesi come l’Austria hanno già adottato piani di “exit strategy” dal lockdown, e se ne sta discutendo anche in Germania. In Italia quando arriverà la famosa ‘fase due’, e come funzionerà? Vi sarà una riapertura differenziata per aree geografiche, per settori produttivi o per classi di età?

Di Maio: Ci stiamo avvicinando alla fase 2 ci sarà sicuramente una riapertura differenziata, ma ogni dettaglio sarà fornito dal governo dopo esserci consultati con il comitato scientifico. Questo è un percorso che stiamo compiendo con la scienza e con tutti gli attori coinvolti in questa crisi. Ovviamente dobbiamo individuare i settori che possono ricominciare la loro attività. Se gli scienziati danno il loro assenso, potremmo cominciare ad allentare alcune misure già alla fine di questo mese.

Dpa: L’Italia e la Spagna chiedono solidarietà all’Europa, ma sono entrambi paesi con una reputazione finanziaria relativamente debole. Riesce a capire le ragioni di chi in nord Europa non si fida molto di voi? E non pensa che aver avuto politiche di bilancio più prudenti in passato vi avrebbe aiutato ora?

Di Maio: L’Italia è un Paese che ha sempre onorato i suoi impegni e i suoi debiti. L’anno scorso abbiamo avuto la il rapporto deficit/PIL più basso dal 2007 (1,6%). È vero che abbiamo un importante debito pubblico, che però nasce oltre 20 anni fa. Sia questo governo che i governi precedenti sono stati virtuosi, e hanno evitato un’ulteriore crescita del debito ereditato. 

Dpa: Com’è cambiata la sua vita quotidiana con la pandemia? Lavora in ufficio o da casa? Cosa le manca di più della sua vita pre-virus?

Di Maio: Lavoro spesso dal ministero, l’attività è intensa perché stiamo continuando a reperire aiuti all’estero attraverso la nostra rete diplomatica. Ci manca poterci abbracciare, questo sì. Siamo un popolo aperto, affettuoso, di cuore e questo ci manca. Ma sono certo che presto ci rialzeremo.

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