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Di Maio: «La reprise économique post-pandémie sera une priorité de la présidence italienne du G20» (Les Echos)

Traduzione di cortesia in Italiano

 

“La ripresa economica post-pandemia sarà una priorità della presidenza italiana del G20”

– Martedì l’Italia subentra all’Arabia Saudita nella Presidenza del G20

– Primo Paese europeo colpito dalla pandemia di Covid-19, renderà le questioni sanitarie una delle sue priorità.

Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri, passa in rassegna le ambizioni italiane e i dossier su cui desidera influire.

Quali sono gli obiettivi della Presidenza italiana del G20?

L’Italia assume la Presidenza del G20 in un momento storico particolarmente delicato. Il nostro impegno sarà anzitutto quello di dare una risposta collettiva ed efficace all’emergenza sanitaria globale. Allo stesso tempo, siamo consapevoli della necessità di guardare oltre relativamente ai principi dello sviluppo sostenibile, dell’inclusività e della resilienza. In tale prospettiva, siamo convinti che il nesso tra cambiamento climatico, salute globale e crescita economica debba guidare la ripresa post-pandemia.

Per quanto riguarda il pilastro commerciale del G20, la Presidenza italiana si muoverà lungo tre direttrici principali: politiche commerciali e di investimento per una ripresa in funzione della sostenibilità; riforma dell’OMC e, infine, aumento della presenza sui mercati globali delle PMI.

La presidenza italiana del G20 inizierà contemporaneamente a quella di Joe Biden. Cosa significa per Lei la sua elezione?

Gli Stati Uniti sono un partner fondamentale per l’Italia, a prescindere dai Governi di volta in volta in carica. Abbiamo lavorato bene con l’Amministrazione Trump e siamo pronti a lavorare con il Presidente eletto e la sua squadra per affrontare al meglio le numerose sfide globali che ci attendono. L’Italia crede fortemente nel multilateralismo e nella cooperazione internazionale. Sono certo che l’Amministrazione Biden offrirà un contributo determinante in questa direzione, così come al successo della Presidenza italiana del G20. Mi riferisco, ad esempio, all’attuazione dell’Accordo di Parigi, che per noi rappresenta una priorità.

Con la Cina l’Italia è stata molto vicina per esempio con il progetto di via della seta. L’Unione Europea vuole riequilibrare le relazioni con Pechino. Come si posiziona l’Italia?

La nostra relazione con Pechino è franca e costruttiva, incentrata su una proficua cooperazione economico-commerciale che abbiamo interesse a rafforzare. Ciò è in linea con la nostra azione nell’ambito dell’Unione Europea, di cui sosteniamo lo sforzo per costruire un partenariato con Pechino che sia più equo ed equilibrato. E’ questo il caso del negoziato per un ambizioso Accordo in materia di Investimenti che impegni Pechino a garantire un’autentica parità di condizioni di concorrenza tra gli operatori economici e una migliore salvaguardia dei diritti di proprietà intellettuale.

Nel Mediterraneo si sono esacerbate le tensioni tra la Grecia e la Turchia. Qual è la Sua posizione?

La Turchia è per l’Italia un partner importante, sia come alleato all’interno della NATO, che come interlocutore nelle principali crisi regionali. Con Ankara abbiamo un rapporto franco e diretto e tengo a ribadire la mia piena solidarietà al Presidente Macron. Ho trovato inaccettabili gli attacchi personali del Presidente Erdogan nei suoi riguardi. Nell’ambito del rapporto tra Turchia e UE, l’Italia lavora per rilanciare un’agenda politica positiva, anche per tutelare i nostri interessi energetici e strategici nel Mediterraneo Orientale. In vista del prossimo Consiglio Europeo, è necessario uno sforzo ulteriore per invertire la tendenza attuale e incoraggiare atteggiamenti più costruttivi.  È necessario evitare riflessi negativi sulla sicurezza europea e sulla NATO. Il potenziale energetico del Mediterraneo orientale offre un’opportunità senza precedenti per il futuro della regione: dalla transizione energetica basata sul gas dei giacimenti del Levante, fino alla sfida di un Mediterraneo integrato.

Sul dossier delle migrazioni, l’Italia si è sentita abbandonata negli ultimi anni. E’ soddisfatto dell’ultimo accordo europeo?

La risposta europea è al momento incompleta. Per conformarsi pienamente ai principi di solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità, occorre anzitutto rinunciare all’Accordo di Dublino, rivedendo il meccanismo che addossa gli oneri di accoglienza allo Stato di primo approdo. Bisogna dare maggior risalto ai meccanismi di redistribuzione dei migranti. E’ opportuno prevedere un maggiore impegno comune in settori quali i rimpatri e i rapporti con i paesi terzi di origine e transito dei migranti.  Resta ancora molto da fare: chi vuole entrare in Europa deve poterlo fare solo legalmente.

A che punto è la relazione franco-italiana? Un anno e mezzo fa Lei sosteneva platealmente i gilet jaunes, suscitando inedite tensioni tra i due Paesi…

E’ un passato superato. Ho già detto che si è trattato di una leggerezza e vorrei concentrarmi sul presente e sul futuro. Credo che la relazione franco-italiana goda di un ottimo stato di salute. A febbraio abbiamo ospitato in Italia un Vertice che ci ha permesso di rilanciare al più alto livello la cooperazione bilaterale in tutti settori. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda sui principali temi europei e lavoriamo regolarmente assieme per affinare le nostre posizioni. Le consultazioni sono costanti con il mio collega Jean-Yves Le Drian, con il quale mantengo un rapporto personale eccellente.

Come spiega l’evoluzione del M5S da movimento euroscettico a partito che discute il suo avvicinamento a quello di Macron nel parlamento europeo?

Il Movimento non è mai stato propriamente euroscettico, ma ha sempre creduto che l’Unione Europea andasse cambiata perché con gli anni era diventata troppo distante dai cittadini e dai loro bisogni reali. Abbiamo quindi deciso di lottare attivamente per ottenere questo cambiamento e il nostro voto è stato decisivo per consentire la nascita della Commissione guidata da Ursula von der Leyen. La nostra scelta è stata premiata perché, dallo scoppio della pandemia, le Istituzioni europee hanno assunto decisioni importanti, andando anche ad infrangere dei tabù. E’ il momento per il Movimento 5 Stelle di entrare in una grande famiglia europea per contare di più e far sentire la nostra voce nel Parlamento Europeo.

“E’ il momento per il Movimento 5 Stelle di entrare in una grande famiglia europea per contare di più e far sentire la nostra voce nel Parlamento Europeo.”

 

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Originale in Francese

 

– L’Italie succède mardi à l’Arabie Saoudite à la présidence du G20.

– Premier pays européen frappé par la pandémie de Covid-19, elle fera des questions sanitaires l’une de ses priorités. 

 

Luigi Di Maio, ministre des Affaires étrangères, passe en revue les ambitions italiennes et les dossiers sur lesquels il souhaite peser.

Quels sont les objectifs de la présidence italienne du G20?

Elle intervient à un moment historique particulièrement délicat. Notre principal engagement sera de donner une réponse collective et efficace à l’urgence sanitaire globale. Nous sommes également conscients de la nécessité d’aller plus loin concernant les principes du développement durable, d’inclusion et de résilience. Nous sommes donc convaincus que le lien entre changement climatique, santé globale et croissance économique doit être au coeur de la reprise postpandémie. En ce qui concerne le pilier commercial du G20, la présidence italienne reposera sur trois lignes directrices principales: des politiques commerciales et d’investissement pour une reprise à l’aune du développement durable, une réforme de l’OMC et, enfin, une plus grande présence des PME sur les marchés globaux.

La présidence italienne du G20 commencera en même temps que celle de Joe Biden. Que signifie pour vous son élection ?

Les États-Unis sont un partenaire fondamental pour l’Italie, quels que soient les gouvernements en place. Nous avons bien travaillé avec l’administration Trump et sommes prêts à travailler avec le président élu et son équipe pour relever au mieux les nombreux défis mondiaux qui nous attendent. L’Italie croit fermement au multilatéralisme et à la coopération internationale. Je suis convaincu que l’administration Biden apportera une contribution décisive en ce sens ainsi qu’au succès de la présidence italienne du G20. Je fais référence, par exemple, à la mise en oeuvre de l’Accord de Paris, qui est pour nous une priorité.

L’Italie a été très proche de la Chine, par exemple avec le projet de Route de la soie. L’UE veut rééquilibrer les relations avec Pékin. Comment se positionne l’Italie?

Notre relation avec Pékin est franche et constructive, centrée sur une coopération économique et commerciale fructueuse que nous avons intérêt à renforcer. Cest conforme à notre action au sein de l’UE, dont nous soutenons l’effort pour construire un partenariat avec Pékin plus égalitaire et équilibré. Cest le cas dans la négociation pour un ambitieux accord d’investissements qui engage Pékin à garantir desconditions deconcurrence véritablement équitables entre les opérateurs économiques et une meilleure protection des droits de propriété intellectuelle.

En Méditerranée, les tensions se sont exacerbées entre la Grèce et la Turquie. Quelle est votre position?

La Turquie est un de nos partenaires importants, à la fois en tant qu’allié au sein de l’Otan et en tant qu’interlocuteur dans les crises régionales majeures. Nous entretenons une relation franche et directe avec Ankara et je voudrais réitérer ma pleine solidarité avec le président Macron. J’ai trouvé les attaques personnelles du président Endogan à son encontre inacceptables. Dans le cadre de la relation entre la Turquie et l’UE, l’Italie s’emploie à relancer un programme politique positif ainsi qu’à protéger nos intérêts énergéti ques et stratégiques en Méditerranée orientale. Dans la perspective du prochain Conseil européen, des efforts supplémentaires sont nécessaires pour inverser la tendance actuelle et encourager des attitudes plus constructives. Il faut éviter des répercussions négatives sur la sécurité européenne et sur l’Otan. Le potentiel énergétique de la Méditerranée orientale offre une opportunité sans précédent pour l’avenir de la région: de la transition énergétique grâce aux champs gaziers du Levant au défi d’une Méditerranée intégrée.

Sur le dossier migratoire, l’Italie s’est sentie abandonnée ces dernières années. Êtes-vous satisfait du dernier accord européen?

La réponse européenne est actuellement incomplète. Pour se conformer pleinement aux principes de solidarité et de partage équitable des responsabilités, il faut d’abord renoncer à l’accord de Dublin, en révisant le mécanisme qui fait peser la charge d’accueil sur l’État de premier débarquement. L’accent doit être davantage mis sur les mécanismes de redistribution des migrants. Il convient d’envisager un engagement commun plus important dans des domaines tels que les rapatriements et les relations avec les pays tiers d’origine et de transit des migrants. Il reste encore beaucoup à faire: quiconque veut entrer en Europe ne doit pouvoir le faire que légalement.

Qu’en est-il de la relation franco-italienne?
Il y a un an et demi, vous souteniez ouvertement les « gilets jaunes ‘, suscitant d’inédites tensions entre les deux pays…

Cest du passé. J’ai déjà dit que c’était une légèreté et je voudrais me concentrer sur le présent et l’avenir. Je pense que la relation franco-italienne est en excellente santé. En février, nous avons accueilli en Italie un sommet qui nous a permis de relancer la coopération bilatérale dans tous les secteurs au plus haut niveau. Nous sommes sur la même longueur d’onde sur les grands enjeux européens et travaillons régulièrement ensemble pour affiner nos positions. Les échanges avec mon homologue Jean-Yves Le Drian, avec lequel j’entretiens une excellente relation personnelle, sont constants.

Comment expliquez-vous l’évolution du MSS d’un mouvement eurosceptique à un parti qui négocie son rapprochement avec celui de Macron au Parlement européen?

Le Mouvement n’a jamais été strictement eurosceptique, maisa toujours cru que l’UE devait être changée parce qu’au fil des ans elle s’était trop éloignée des citoyens et de leurs réels besoins. Nous avons donc décidé de lutter activement pour ce changement, et notre vote a été décisif pour permettre la naissance de la Commission dirigée par Ursula von der Leyen. Notre choix a été récompensé car, depuis le début de la pandémie, les institutions européennes ont pris des décisions importantes, allant jusqu’à briser des tabous.

Il est temps que le M5S entre dans une grande famille européenne pour compter davantage et faire entendre notre voix au Parlement européen.