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Intervista al Ministro Antonio Tajani: “Il nostro olio abbinato a piatti tipici africani tra le sfide della Settimana della cucina italiana nel mondo” (Gambero Rosso)

Intervista Gambero Rosso
Intervista Gambero Rosso

La prima Settimana della cucina italiana nel mondo è stata realizzata nel 2016. Un evento che si pone l’obiettivo di promuovere la nostra cultura enogastronomica nel mondo, quale patrimonio nazionale da custodire e valorizzare. Nelle diverse edizioni, molte sono state novità e innovazioni di questa iniziativa di promozione integrata della Farnesina. Con l’occasione, abbiamo intervistato il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani per approfondirne i tratti salienti.

Potrebbe condividere con noi l’ispirazione dietro questa iniziativa?
La Settimana della cucina italiana nel mondo è una rassegna annuale che si svolge ormai da vari anni. Quest’anno ho voluto però mettere ancora di più l’accento su cucina italiana e strategia di crescita, su cui ho puntato sin dal mio arrivo al Ministero degli Esteri. Vogliamo promuovere l’eccellenza della nostra cultura enogastronomica a livello globale e presentare una immagine aggiornata e all’avanguardia del Paese, e promuovere i valori fondamentali di qualità, inclusione e collaborazione che rappresentano un pilastro importante per il nostro Paese. Per questo motivo, quest’anno, il Governo italiano ha presentato la candidatura della Cucina italiana per l’inclusione nella lista del patrimonio immateriale dell’Unesco.

L’ottava edizione si svolge dal 13 al 19 novembre: quali sono i messaggi e i valori più importanti da veicolare?
Abbiamo chiamato l’edizione di quest’anno “A tavola con la cucina italiana: il benessere con gusto” per sottolineare la relazione tra alimentazione e benessere. Vogliamo valorizzare la Dieta Mediterranea quale stile di vita salutare e modello di alimentazione equilibrata accessibile a tutti. Ma vogliamo parlare anche dell’importanza dei prodotti a denominazione protetta e controllata, della lotta contro il fenomeno dell’Italian sounding e della valorizzazione dei borghi italiani e dei loro prodotti culinari tradizionali.

In termini di numeri e diffusione, può darci un’idea della portata dell’evento e della sua diffusione, in particolare per l’edizione di quest’anno?
La rassegna si sviluppa attraverso centinaia di iniziative realizzate dalla rete di Ambasciate, Consolati, Istituti di Cultura e Uffici ICE italiani all’estero. Durante la Settimana della Cucina Italiana 2022, la rete diplomatico-consolare italiana ha organizzato all’estero un totale di 1.427 eventi, con aumento del 35% rispetto all’anno precedente, anche grazie alla rimozione delle restrizioni dovute alla pandemia.

Tra i protagonisti di quest’anno c’è l’Africa, con un progetto di promozione dell’olio di oliva e del vino italiani in collaborazione con il Gambero Rosso. Come mai è stato scelto questo territorio?
L’Africa è un continente in crescita e figura tra le priorità di politica estera del Governo. Vi sono ampi margini per una maggiore diffusione e distribuzione dei prodotti italiani di eccellenza. Abbiamo perciò sviluppato una iniziativa con Gambero Rosso. Il progetto include video lezioni dedicate ai più famosi cultivar italiani di olive e ai principali vitigni italiani e una serie di video ricette di piatti tipici africani ai quali associare l’uso dell’olio extravergine di oliva. Sono materiali che saranno utilizzati anche per la realizzazione di eventi destinati a scuole, università, centri di formazione e stampa locale del continente africano.

Per l’edizione di quest’anno della Settimana della cucina, il MAECI ha creato progetti multimediali destinati a un pubblico ampio ed eterogeneo. Per il 2023 abbiamo pensato anche ai giovani e giovanissimi sviluppando altre due iniziative multimediali, con un taglio innovativo e forse meno scontato per un’Amministrazione Pubblica. Con Casa Artusi abbiamo realizzato un’iniziativa per far conoscere gli “italianismi” gastronomici nel mondo: un racconto del forte intreccio tra storia, cultura ed enogastronomia. Con l’Accademia Italiana della Cucina invece abbiamo sviluppato la “Storia della cucina italiana a fumetti. Dalle tagliatelle etrusche al Tiramisù” un excursus riproposto in chiave narrativa, dagli albori al giorno d’oggi. Tutti i progetti sono tradotti in più lingue per raggiungere un pubblico vasto e creare oggi il nostro pubblico di domani. Alla Conferenza vi sveleremo anche i nostri progetti per il 2024, per il quale abbiamo in mente “La cucina delle radici”, un’iniziativa che vogliamo realizzare nell’ambito del progetto del Turismo delle Radici.

 

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