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Tajani: «Meglio di no: troppo potere nelle mani dei governatori» (Gazzetta di Modena-Reggio-Nuova Ferrara)

Antonio Tajani, leader di Forza Italia e vicepresidente del consiglio, oltre che ministro degli esteri, oggi conclude il proprio tour in Emilia-Romagna.

Ieri ha fatto alcune tappe nella parte orientale della regione, mentre oggi protagoniste sono, nell’ordine, Bologna, Modena e Ferrara.

Tajani arriva in Emilia con un clima positivo interno al partito, che, secondo alcuni sondaggi, avrebbe ora scavalcato la Lega, diventando la seconda forza politica più gettonata nell’attuale maggioranza. Un esecutivo, però, che al tempo stesso sta forse attraversando il momento peggiore da quando, poco più di un anno fa, si è insediato.

Ministro, i conflitti interni alla maggioranza rischiano di nuocere anche all’idea di una coalizione unita alle prossime elezioni, locali e regionali, in Emilia?

«Stiamo lavorando per una coalizione di centrodestra solida come sempre è stato nel 99,99% dei casi. Anche in questa regione ci saranno coesione e candidati unitari, abbiamo dei buoni nomi e dei risultati non mancheranno».

La Lega ha presentato, lo scorso giovedì, una proposta di legge per consentire il terzo mandato nelle Regioni e nei grandi Comuni. E favorevole?

«Credo che non possiamo dare a chi ha già un grande potere, ancora più tempo per rimanere. Negli Stati Uniti ci sono, per il presidente, due mandati. Un presidente di Regione ha addirittura in Italia, nel suo territorio, più potere di quanto abbia un presidente del Consiglio. Poi sarà il Parlamento sovrano a decidere, ma credo sia giusto mantenere i due mandati. È un principio di tutela della democrazia nel quale mi riconosco».

Veniamo ora al suo tour in Emilia. Una terra, la nostra, di grandi eccellenze e sempre governata dal centrosinistra: che ruolo può giocare Forza Italia?

«Un ruolo decisivo, centrale, per costruire una necessaria alternanza politica in questa regione. È presto per parlare di regionali, ma io ricordo innanzitutto a me stesso che l’Emilia-Romagna è una locomotiva dell’industria e dell’agricoltura italiana: è la seconda regione italiana per valore di beni esportati, dopo la Lombardia, con oltre 84 miliardi di euro di export nel 2022. Stiamo parlando del cuore industriale, produttivo dell’Italia, ma anche di un territorio che dal punto di vista sociale esprime il meglio del paese. Bene: è questa la regione a cui Forza Italia e gli alleati devono avere la capacità di parlare. Dobbiamo costruire una proposta politica che verrà offerta a un territorio centrale della nostra nazione».

Ieri ha visitato la Romagna. Bonaccini aveva redarguito l’esecutivo, qualche tempo fa, sostenendo che non stavate facendo abbastanza per la ricostruzione post alluvione. Oggi lei cosa può rivendicare?

«Come ministero degli Esteri abbiamo a disposizione fondi per le industrie che esportano. Abbiamo provato a fare il possibile per allargare la platea dei soggetti titolati ad avere un sostegno. Ci sono stati ritardi per motivi burocratici, ma stiamo recuperando molto velocemente, anche nei settori non export. Alle imprese alluvionate che esportano sono stati erogati 21,4 milioni di euro. Ripeto: L’Emilia Romagna è una regione strategica per l’Italia, 372 mila aziende, di cui almeno 20 mila sono esportatrici. Vengo qui anche per una verifica di quanto deve essere ancora fatto».

In giugno sarà il turno, tra le altre, delle Europee. Salvini ha detto che non si candiderà, declinando l’invito di Meloni a rifletterne in un trilaterale tra lei, il premier e lo stesso Salvini. Seguirà l’esempio del leader del Carroccio?

«Sulla mia candidatura risponderò dopo il Congresso nazionale di Forza Italia: è molto importante che io faccia tutto quanto necessario per sostenere il cammino del mio partito, soprattutto in vista della prima prova elettorale nazionale».

Lei è tornato ad avanzare l’idea di spingere per la “Difesa europea”. Perché?

«Credo che la creazione di una vera Difesa europea sarebbe una riforma indispensabile per il futuro dell’Europa. Perché solo così potremo avere una politica estera europea efficace che ci permetta di giocare un ruolo di primo piano a livello internazionale».

Ministro, Forza Italia è, senza dubbio, il partito più moderato dell’attuale maggioranza: posizioni chiare sull’antifascismo — basti pensare ai fatti di Acca Larentia da lei chiaramente condannati — ed europeismo ben radicato nel Dna. Come si può andare d’accordo con chi, in Europa, si allea con gli anti-Ue come Salvini e Meloni?

«Le posizioni di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini sono diverse da quelle di Forza Italia, ma sono lontane mille miglia da quelle di chi è contrario o scettico sull’Europa. Credo che la nostra alleanza politica sia profondamente convinta della necessità e della centralità dell’Europa. Poi tutti insieme, anche io che per trent’anni ho vissuto lì, vogliamo un’Europa che funzioni, efficace ed efficiente. Ma la Unione Europea si cambia lavorandoci dentro».

Blinken ha fatto da poco visita a Netanyahu, chiarendo la posizione statunitense meno civili uccisi a Gaza. È auspicabile, da parte sua, la traduzione da metafisico a empirico dell’idea di “due popoli e due stati”?

«La crisi è ancora molto complicata, e presto farò una nuova missione nell’area. Il Governo continua a lavorare per un’azione diplomatica coordinata con obiettivi chiari: garantire il regolare afflusso di aiuti alla popolazione di Gaza, scongiurare l’estensione del conflitto, liberare tutti gli ostaggi, creare le condizioni per una cessazione duratura delle ostilità. «La soluzione dei “due Stati” rimane la migliore risposta per garantire un futuro di pace e prosperità alla regione».

  • Autore: Ernesto Bossù
  • Testata: Gazzetta di Modena-Reggio-Nuova Ferrara

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