Non sempre si assegna il giusto valore alla diplomazia culturale, ma il lavoro che c’è dietro questi sforzi è più variegato di quel che si pensa e garantisce un ritorno economico all’Italia di grandissimo impatto. È la posizione espressa dal vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un’intervista rilasciata ad “Agenzia Nova” in vista degli Stati Generali della diplomazia culturale, conferenza che si terrà a Matera il 5 e 6 novembre. “La cultura è un veicolo straordinario per costruire relazioni internazionali solide e proficue. Assegnare alla cultura un ruolo paritario a quello della politica e dell’economia permette alla diplomazia italiana di creare legami profondi e duraturi tra nazioni, basati sulla condivisione di esperienze e tradizioni comuni. Questo approccio alla diplomazia aiuta a costruire un terreno fertile per la cooperazione internazionale, favorendo un dialogo basato sul rispetto e la comprensione reciproca che riesce a restare aperto anche in contesti di crisi e di conflitto, ove gli altri canali della politica estera incontrano invece più costrizioni”, spiega Tajani.
Il ministro si sofferma poi sulla valorizzazione del patrimonio culturale italiano. “Noi portiamo avanti un programma molto articolato per presentare all’estero un’offerta culturale che rispetti l’enorme patrimonio dell’Italia”. Stiamo cercando anche di andare sul territorio italiano a spiegare quello che facciamo: con questo spirito, prosegue il ministro, “abbiamo deciso di tenere gli Stati generali della diplomazia culturale non in una giornata al ministero a Roma, ma andando in altre città: lo abbiamo fatto in passato e quest’anno saremo il 5 e 6 novembre a Matera, già Capitale Europea della Cultura, dotata di una forte proiezione internazionale e con un ricco e vivace ambiente culturale. Sarà una riunione divisa su due giornate: una prima istituzionale, con l’intervento mio e di altri colleghi di governo, e una seconda dedicata a un confronto interno per affinare la nostra azione di promozione culturale nel mondo”. Questo lavoro è frutto anche di un rafforzamento del rapporto con il ministero della Cultura. “Stiamo collaborando in modo più stretto con il ministero della Cultura. A titolo di esempio, il MiC ha messo a disposizione opere d’arte che si trovano nei depositi dei musei italiani, ovvero l’85 per cento del patrimonio culturale italiano, con cui realizzeremo delle mostre all’estero attraverso la rete delle ambasciate e degli istituti di cultura”, afferma Tajani. Il valore economico di tutto questo lavoro, inoltre, non è da sottovalutare, aggiunge il ministro.
Tajani spiega, successivamente, perché la cultura è anche un potente strumento economico: la cosiddetta “Economia della Bellezza”, dentro il quale annoveriamo settori come il design e la moda, ha un valore stimato intorno ai 600 miliardi di euro annui, oltre il 29 per cento del Pil nazionale, una filiera che offre lavoro a quasi un milione e mezzo di persone, con più di 280 mila imprese attive nel settore. Gli scambi culturali stimolano il turismo, attraggono investimenti, generano impiego e promuovono il commercio di prodotti culturali. Questo approccio equilibrato tra cultura, politica ed economia ci permette di affrontare le sfide globali con una visione olistica e inclusiva, e di restare competitivi sul piano internazionale”. “Nell’ambito dell’Economia della Bellezza”, prosegue il titolare della Farnesina, “secondo i dati dell’ultima indagine Symbola-Unioncamere, le aziende culturali valgono circa 100 miliardi di euro l’anno di fatturato. Aggiungendo l’indotto – i trasporti, la ristorazione, l’ospitalità, l’impiantistica, la comunicazione – si arriva a 240 miliardi, ovvero circa il 10 per cento del Pil. Questo vuol dire che portare la cultura italiana all’estero, internazionalizzare le aziende attive in ambito culturale, rappresenta una direttrice dell’economia della crescita tanto quanto l’export di beni e servizi più tradizionali”.
Il ministro illustra poi alcune delle attività svolte dalla Farnesina, che quest’anno ha dedicato un impegno particolare alla partecipazione dell’Italia come ospite d’onore alla Fiera del libro di Francoforte, oltre a numerose altre iniziative, come il sostegno alle oltre 260 missioni archeologiche all’estero e un’esposizione di mosaici attualmente in circolazione in Asia e America. La Farnesina, inoltre, sta puntando anche sull’arte contemporanea. “Quando si parla di Leonardo, di Raffaello, delle colonne romane è un conto, ma Michelangelo Pistoletto, per fare un esempio, pur essendo un grande nome, all’estero è conosciuto di meno. Abbiamo perciò puntato a far conoscere le sue opere e quelle di altri artisti contemporanei in Asia e ora vogliamo iniziare a portarle anche in Africa, dove c’è un mercato molto vivace. Puntiamo anche a portare all’estero la ‘Collezione Farnesina’, un vero e proprio museo del contemporaneo che conta circa 700 pezzi che decorano gli spazi del Ministero, regalando alla nostra diplomazia culturale uno strumento unico al mondo”, spiega Tajani. “È ora in cantiere un progetto per portare negli Istituti di cultura le opere più recenti della Collezione, per far conoscere al pubblico globali tanti artisti giovani ed emergenti”. Le iniziative per il 2025 sono molte: ad esempio uno spettacolo pensato per il pubblico internazionale che condensa la storia dell’opera italiana, la cui produzione è stata affidata al Maggio musicale fiorentino; una serie di iniziative per celebrare la Roma dei Giubilei; una mostra innovativa sul rapporto tra tradizione e innovazione nella storia della creatività italiana.
Tante sono, quindi, le attività che svolge il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e per poterle coordinare meglio si è deciso di puntare proprio sugli Istituti di cultura. “È stata adottata una strategia integrata per sviluppare l’aspetto culturale della nostra azione diplomatica che promuove le eccellenze italiane in campo artistico, linguistico e alimentare attraverso eventi culturali, mostre, festival e programmi di scambio. Questa strategia si basa sul ruolo centrale degli 88 Istituti italiani di cultura e delle scuole italiane attive in tutto il mondo, nonché sulla collaborazione con centri di ricerca, università e media per promuovere una narrazione moderna e coerente dell’Italia. La Farnesina partecipa inoltre a missioni archeologiche e progetti di cooperazione culturale a livello internazionale, ed offre borse di studio e programmi di formazione per incentivare lo studio della lingua e della cultura italiana all’estero, contribuendo alla diffusione della cultura italiana a livello globale”, prosegue Tajani.
In questa strategia integrata s’inserisce l’accordo tra il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e il ministero della Cultura, un documento “firmato per regolamentare i rapporti di attuazione, gestione e controllo nell’ambito dell’Investimento 2.1 “Attrattività dei borghi” del Pnrr. Il frutto di questo accordo è la creazione di un sistema di collaborazione che permette di sfruttare al meglio le risorse e le competenze di entrambi i ministeri. Esempio virtuoso è il progetto ‘Il Turismo delle Radici’, una strategia integrata per la ripresa del settore turistico in Italia post Covid-19. Questo tipo di collaborazione è fondamentale per “fare sistema”, per creare sinergie che amplifichino l’impatto delle iniziative culturali e turistiche, promuovendo l’attrattività dei borghi italiani e valorizzando il patrimonio culturale nazionale. La collaborazione tra i diversi Enti del Governo è essenziale per garantire una visione integrata e coerente dell’Italia, favorendo un approccio olistico che tenga conto delle diverse competenze e risorse disponibili”, conclude il ministro degli Esteri.