Dopo l’annuncio a Milano unica che il Maeci-Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale sta lavorando per la realizzazione di una direzione generale esclusivamente dedicata alla crescita e all’export, il ministro Antonio Tajani ha raccontato in esclusiva a MFF i piani dedicati alle Giornate della moda italiana nel mondo, frutto del protocollo di intesa firmato il 28 gennaio con le principali associazioni e rappresentanze del mondo fashion. Il tutto a sostegno di un comparto che, ha affermato il numero uno della Farnesina: «È un’espressione viva della nostra cultura, della nostra identità e creatività e ha un’importanza cruciale anche per la nostra economia. Parliamo di circa 60 mila imprese, che impiegano 565 mila professionisti e generano un fatturato di oltre 100 miliardi di euro. Siamo i secondi esportatori al mondo, con quasi 70 miliardi nei primi 10 mesi del 2024 e una quota di mercato del 17%».
Come nascono le Giornate della moda italiana nel mondo e quali finalità si pongono?
La moda ha un ruolo centrale nella strategia di diplomazia della crescita per favorire l’export. Per questo il 28 gennaio abbiamo riunito, per la prima volta, il Tavolo moda per l’internazionalizzazione, per far incontrare le associazioni con gli attori istituzionali del sistema Italia, per firmare un protocollo d’intesa tra il ministero degli esteri e le principali associazioni di categoria dell’alta moda, del tessile-abbigliamento, della gioielleria e dell’occhialeria e per presentare le Giornate della moda italiana nel mondo.
Quando sono previste e con quali modalità verranno realizzate?
Le Giornate saranno una cornice in cui veicolare la nostra narrazione sul Made in Italy e il ben fatto italiano, per organizzare le quali ho messo a disposizione i nostri 370 uffici all’estero fra rappresentanze diplomatico-consolari, Istituti italiani di cultura e uffici Ice, che lavoreranno in stretto raccordo con gli attori del sistema moda. Dopo un confronto con le associazioni di categoria, abbiamo individuato sette mercati strategici e ad alto potenziale che saranno il palcoscenico su cui lanciare le Giornate nei prossimi mesi, ovvero Stati Uniti, India, Canada, Brasile, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giappone nell’anno dell’Expo. La nostra rete all’estero terrà conto, nella programmazione degli eventi, delle specificità del Paese e del mercato in cui opera, per sfruttare al meglio le sinergie con gli appuntamenti dedicati al design e alla moda presenti nel calendario delle manifestazioni locali.
Quale sarà il contributo delle aziende di moda e quale li contributo delle associazioni di categoria?
Come ministro anche del commercio estero, sono convinto che il confronto con le associazioni di categoria sia indispensabile. Per questo, in occasione della sottoscrizione del protocollo, ho riunito i firmatari nel primo Tavolo sull’internazionalizzazione della moda, cui hanno partecipato anche Ministero delle imprese e del Made in Italy Agenzia Ice, Cdp-Cassa depositi e prestiti, Sace, Simest e Guardia di finanza, per raccogliere e mettere a sistemi idee, progetti e conoscenze. Associazioni di categoria e imprese contribuiranno con le nostre sedi e gli uffici Ice a realizzare eventi per raccontare come il Made in Italy mantenga la propria competitività attraverso tradizione e innovazione, inclusione e sostenibilità, facendo impresa rispettando i valori e i diritti dei lavoratori. Anche la Guardia di finanza ci affiancherà con iniziative di formazione all’estero per contrastare il falso italiano e la contraffazione. La difesa della proprietà intellettuale è cruciale per proteggere l’ innovazione e la creatività delle nostre imprese ed è una priorità assoluta mia personale e del governo.
Si tratta di un progetto che nasce dalla moda per poi, in caso di successo, essere ripetuto con altri settori dell’economia?
Certamente. L’export italiano verso i Paesi extra Ue ha segnato un nuovo record: 305 miliardi di euro nel 2024, il valore più alto dal 2013. Nel complesso, l’ Italia esporta beni e servizi per un valore di oltre 620 miliardi di euro all’ anno, circa il 40% del nostro pil viene da lì. Vogliamo arrivare a 700 miliardi di export entro la fine della legislatura. So che è un obiettivo ambizioso, ma è raggiungibile grazie alla qualità dei prodotti, la nostra tecnologia, lo spirito dei nostri imprenditori e il sostegno del governo. Già oggi la rete estera della Farnesina promuove l’Italia e le sue filiere produttive, con un’ attenzione sia ai mercati maturi che a quelli emergenti, mantenendo una costante condivisione di priorità e obiettivi con le imprese e gli altri partner del sistema Italia.