Il Ministro degli Esteri Tajani ha lanciato l’iniziativa “Food for Gaza” l’11 marzo 2024 in un incontro a Roma con il Direttore Generale dell’Organizzazione ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), Qu Dongyu, la Direttrice Esecutiva del Programma Alimentare Mondiale (PAM), Cindy McCain, e il Vice Segretario Generale della Federazione Internazionale della Croce Rossa (FICROSS), Xavier Castellanos.
Food for Gaza ha il pieno sostegno di Israele e dell’Autorità nazionale palestinese, i cui Ministri degli Esteri l’hanno indicata come un modello da seguire.
Negli scorsi mesi, il Consiglio dei Ministri ha prorogato lo stato di emergenza per interventi nella Striscia di Gaza, innalzando a circa 40 milioni di euro i contributi finanziari dedicati al solo progetto Food for Gaza, anche per effetto del nuovo stanziamento, pari a 10 milioni di euro, devoluto a OMS e UNICEF, per sostenere gli ospedali, procurare medicine e supportare le attività di emergenza in campo medico-sanitario nella Striscia.
L’iniziativa si compone di 3 parti:
- Aiuti umanitari
- Accoglienza e cure mediche
- Programmi educativi
AIUTI UMANITARI
Grazie a Food for Gaza l’Italia ha destinato alla Striscia di Gaza circa 2.300 tonnellate di aiuti alimentari, sanitari e beni di prima necessità. Gli aiuti sono transitati attraverso il Programma Alimentare Mondiale e la Croce Rossa Internazionale, istituzioni autorevoli e imparziali, che godono della fiducia di entrambe le parti.
Fra le operazioni di maggiore portata finora realizzate, il PAM ha distribuito 2.000 tonnellate di farina. Quattro convogli sono partiti dalla Giordania nell’arco di circa tre settimane fra luglio e agosto, con l’obiettivo di assistere circa un milione di palestinesi nella Striscia.
Inoltre, con la collaborazione decisiva del Ministero della Difesa, sono stati realizzati aviolanci per paracadutare direttamente su Gaza circa 100 tonnellate di derrate alimentari.
Come parte degli aiuti umanitari, a febbraio 2025 sono stati consegnati al PAM 15 camion speciali, poi modificati per poter fungere da “muletti” per la distribuzione di aiuti all’interno della Striscia. Inoltre, insieme ai mezzi sono state consegnate 15 tonnellate di aiuti umanitari con beni di prima necessità, tra cui coperte e materiale igienico-sanitario, destinati all’assistenza di circa 1.200 persone.
Ad agosto 2025 è stato possibile sbloccare l’ingresso a Gaza anche di 60 tonnellate di mangimi ad alta densità nutrizionale per animali. Si tratta di un’iniziativa realizzata in collaborazione con la FAO. Il primo ciclo di distribuzione prevede la fornitura di 2 sacchi (100 kg) a ciascun pastore con almeno un capo di bestiame; l’obiettivo è raggiungere 200 beneficiari verificati. È, inoltre, previsto l’ingresso di 3.500 kit veterinari destinati alla cura degli animali.
ACCOGLIENZA E CURE MEDICHE
L’Italia ha assicurato priorità all’accoglienza di bambini palestinesi malati. Le operazioni sanitarie hanno finora permesso di ricoverare presso strutture sanitare in Italia 196 bambini di Gaza, accolti con i loro familiari, per un totale di 658 persone.
L’ultimo gruppo di minori palestinesi è giunto in Italia da Gaza lo scorso 29 settembre con tre voli umanitari diretti a Roma, Lecce/Pisa e Verona. L’operazione ha coinvolto 15 pazienti, tutti affetti da gravi malattie congenite o da importanti ferite e amputazioni, insieme a 65 loro accompagnatori – 80 persone in totale.
Tali operazioni sono state rese possibili grazie al coordinamento della Presidenza del Consiglio, con il raccordo fra Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero della Difesa, Ministero dell’Interno e Dipartimento della Protezione Civile, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità ed il Meccanismo Europeo di Protezione Civile. L’intenso lavoro diplomatico che ha permesso di compiere tali operazioni ha visto impegnate le Ambasciate d’Italia a Tel Aviv e Il Cairo e il Consolato Generale a Gerusalemme.
Le strutture ospedaliere che hanno dato disponibilità sono l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, l’Ospedale Meyer di Firenze, l’Ospedale Veris Delli Ponti di Scorrano (Lecce), gli Ospedali Bambin Gesù, Gemelli, San Camillo e il Policlinico Umberto I di Roma, l’Ospedale Santobono di Napoli, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’ASST Niguarda di Milano, gli Spedali Civili di Brescia e l’Ospedale Cattinara di Trieste. In passato, anche altre strutture sanitarie avevano accolto malati palestinesi, tra cui l’Ospedale Regina Margherita di Torino, l’IRCCS San Raffaele, l’Istituto Nazionale dei Tumori, l’Ospedale dei bambini “Vittore Buzzi” e il Policlinico di Milano, l’Ospedale San Gerardo di Monza, le Aziende Ospedaliere Universitarie di Padova e di Verona, l’Istituto Gaslini di Genova, l’Ospedale Pediatrico Apuano di Massa, l’Ospedale Cisanello di Pisa, l’Ospedale Maggiore di Bologna, il Policlinico di Modena, l’Azienda Ospedaliera di Perugia e l’Ospedale di Catania.
L’Italia si conferma così il primo Paese occidentale – più degli altri Stati europei messi assieme – ad aver organizzato il trasferimento in ospedali specializzati di pazienti provenienti dalla Striscia.
PROGRAMMI EDUCATIVI
La Farnesina, grazie alla collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca e con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ha avviato i “corridoi universitari” per permettere ai giovani palestinesi assegnatari di borse di studio di atenei italiani di lasciare il loro Paese ed essere accolti in Italia.
Un primo gruppo di 39 studenti e ricercatori è giunto in Italia il 1° ottobre scorso grazie a due voli speciali della Guardia di Finanza, allestiti con il contributo della CRUI, della Protezione Civile e del Meccanismo Europeo di Protezione Civile. Gli atenei coinvolti sono attualmente 14: le Università di Bari, Ferrara, L’Aquila, Milano Bicocca, Milano Statale, Padova, Parma, Pavia, Pisa, Roma La Sapienza, Siena, Trieste, Tuscia e Venezia Ca’ Foscari.
L’operazione è il risultato di un complesso lavoro diplomatico che ha coinvolto le autorità di Israele e Giordania – grazie all’operato delle Ambasciate a Tel Aviv e ad Amman, nonché del Consolato Generale a Gerusalemme – consentendo di aprire un canale per gli studenti ammessi alle Università italiane per l’anno accademico appena iniziato. Si sta adesso continuando a lavorare per consentire che altri borsisti possano prossimamente essere accolti nel nostro Paese.
Oltre 150 borse di studio sono state assegnate a studenti palestinesi di Gaza, tra i bandi ordinari del sistema delle Università italiane e il progetto “Italian Universities for Palestinian Students” (IUPALS), che coinvolge 41 università italiane. A queste si aggiungono oltre 50 borse assegnate a studenti palestinesi residenti in Cisgiordania.
Grazie alla collaborazione con le Scuole di Terrasanta e con la Fondazione Giovanni Paolo II, l’Italia organizza inoltre dei corsi di lingua italiana a Betlemme e a Ramallah.